venerdì 26 settembre 2008

Comunichiamo?


di Claudia Clerici da Milano

Ieri si è svolto il convegno “Una Rete Passepartout. Per una comunicazione efficace in contesti multiculturali”, in occasione della presentazione dell’omonimo libro presso lo Spazio Oberdan di Milano.
Durante i lavori la Dott.ssa Favaro ha sottolineato come, di fronte al cambiamento della migrazione, ormai caratterizzata da una provenienza plurale e da un’equa distribuzione di genere, sia necessario riflettere su come poter attuare nuove modalità di comunicazione: più chiare, che evitino sovrapposizioni inutili tra servizi diversi, ma soprattutto una comunicazione che sia di prossimità, implicando il riconoscimento delle singole persone e non tanto di un apporto culturale astratto.
Anche il Dott. Quassoli ha insistito sulla necessità di indagare il perché non ci si capisce, suggerendo di mettere da parte modelli assoluti e privilegiare risposte individuate insieme al proprio interlocutore. Dunque non esiste una risposta corretta, quanto il bisogno di predisporsi a mettere a repentaglio la relazione, forti della certezza che la soluzione trovata insieme sarà indubbiamente tra le più adeguate.
Infine, un altro concetto interessante è stato sottolineato dalla Dott.ssa Fumagalli, riprendendo la convinzione che non è detto che un linguaggio semplice renda liberi da equivoci.
Comunicare deve essere un “mettere in comune” e, affinché questo sia possibile, è necessario stabilire qual è il terreno comune dal quale partire, non volendo eliminare la complessità ormai endemica, ma tentando insieme di renderla più fluida.
Senza dubbio si è trattato di relazioni molto interessanti, ma riflettendo ho notato che chi può avvantaggiarsi di tali considerazioni è sempre la parte che offre il servizio, tagliando fuori a priori il gruppo di interlocutori con i quali si dovrebbe entrare in rapporto empatico.
Nonostante la consapevolezza della difficoltà di invitare i destinatari dei servizi a tali momenti di confronto, per di più caratterizzati da un linguaggio non semplice, credo che lo sforzo andrebbe fatto.
Non si è detto che andranno accolte nuove sfide?
Probabilmente i tempi sono maturi per iniziare a pensare a modalità di confronto allargate!


Per ulteriori approfondimenti:
www.provincia.milano.it/urp
www.centrocome.it

Per avere il testo:
www.faustolupettieditore.it

giovedì 18 settembre 2008

Morte di un giornalista viaggiatore











E' morto ieri, lungo le rive del Mekong, Giorgio Bettinelli.
In un'italia di diversamente abili alla lettura questa potrebbe non essere considerata una notizia.
Ma per chi è innamorato della c.d. letteratura di viaggio si tratta di un momento un po' triste.
Bettinelli aveva girato mezzo mondo, anzi tutto il mondo, a bordo della sua Vespa. Raccontando paesi, persone, tradizioni, piccoli aneddoti e grandi storie.



Merita sicuramente un approfondito giro sul suo blog, in attesa che altri giornalisti viaggiatori ricomincino a calcare le strade che lui ha dovuto abbandonare.

I suoi libri:
"In Vespa"
"Brum Brum"
"Rhapsody in black"
"la Cina in vespa"
"In vespa oltre l'orizzonte"

giovedì 11 settembre 2008

Corso ''Donne, politica e istituzioni'' a Milano

L'Università degli studi di Milano, su iniziativa del Ministero per i Diritti e le Pari Opportunità, attiva per l'anno 2008 una nuova edizione del corso "Donne, politica e istituzioni – percorsi formativi per la promozione della cultura di genere e delle pari opportunità".

Il bando per accedere al corso è scaricabile sul sito dell'Università all'indirizzo:

http://www.unimi.it/didattica/11950.htm

Il corso, della durata di 72 ore, inizierà il venerdì 3 ottobre 2008 e si concluderà tassativamente entro dicembre 2008. Le date esatte e il programma del Corso verranno comunicati sul sito di Ateneo quanto prima.

Segreteria del Corso «Donne, politica e istituzioni – percorsi formativi per la promozione della cultura di genere e delle pari opportunità»

Università degli Studi di Milano, Facoltà di Scienze Politiche, Dipartimento di studi del Lavoro e del Welfare.

Ufficio Centro studi e ricerche Donne e Differenze di Genere.

Via Conservatorio 7 – 20122 Milano.

ATTENZIONE

E mail: corsodonnepolitica@email.it

domenica 7 settembre 2008

"Ragazza fortunata"- Intervista a Jasmine Trinca

Elena Maria Manzini in occasione del Festival Open Roads a New York ha intervistato Jasmine Trinca.

- L'esperienza di un film francese girato in Israele

- "Piano, solo", la musica e Luca Flores

- Le interpreti femminili nel cinema italiano

Intervista di Elena Maria Manzini (con il contributo di Diletta Gatti)
Montaggio a cura di Virginia Fiume e Elena Maria Manzini

giovedì 4 settembre 2008

"Mi affascina guardare le persone"- Intervista a Ferzan Ozpetek

Elena Maria Manzini, in occasione del Festival Open Roads, ha intervistato Ferzan Ozpetek, presente al Festival statunitense per accompagnare il film "Saturno Contro".

Il testo completo dell'intervista si può leggere qui

Nel video:
- La distribuzione di Saturno Contro negli Stati Uniti
- I progetti futuri: Un giorno perfetto
- Il rapporto con le interpreti femminili
- La passione per New York


Intervista di Elena Maria Manzini
Montaggio a cura di Virginia Fiume e Elena Maria Manzini

lunedì 1 settembre 2008

30 agosto 2008: un giorno di digiuno con il popolo tibetano

a cura di Virginia Fiume





Sabato 30 agosto al Parco Sempione, dodici ore di iniziativa nonviolenta della Comunità Tibetana e dall'Associazione Donne Tibetane, con il sostegno dell'Associazione Italia Tibet e del Partito Radicale.

Una giornata internazionale di digiuno, preghiere e meditazione, promossa dal Governo e dal Parlamento tibetano in esilio.

Riportiamo l'intervento del Lama Lobsang Phende:

Questa campagna di sciopero della fame di dodici ore lanciata dal Governo Tibetano in esilio è una campagna internazionale, a cui ha partecipato anche il Dalai Lama. Quindi penso che questa è veramente una campagna molto grande e molto importante.

Nella nostra lotta è un percorso lungo nel quale abbiamo anche in Italia tanti individui e tante associazioni che ci sostengono nella nostra lotta. Questo sostegno, dimostrato verso di noi, ci dà grande coraggio.

Sappiamo che la Cina è un paese potente, però sappiamo anche che moltissimi individui su questo pianeta sostengono la causa tibetana, perché l’arma principale della causa tibetana è la verità.
Quindi questo sostegno che noi abbiamo ottenuto fino adesso nel mondo è un grande successo.

Durante queste Olimpiadi, anche un po’ prima, di fronte all’errore che la Cina compie in Tibet il mondo ha dimostrato che la verità sta dalla parte dei tibetani. E sono scesi in piazza i cittadini del mondo per protestare contro fiaccola olimpica. Quindi per esempio in Argentina ci sono soltanto 5 tibetani, però questi 5 tibetani insieme al sostegno dei cittadini argentini hanno creato grandi problemi al passaggio di questa fiaccola. Quindi il sostegno che il mondo riesce a dare dà grande risalto alla causa tibetana e riesce a dare fastidio alla cina.

Infine ho un appello rivolto agli individui e alle associazioni che sostengono la causa tibetana. Voglio chiedere loro di non fermarsi nel loro impegno, nonostante le mille difficoltà. Chiedo loro di aumentare la loro organizzazione, ingrandirsi, coinvolgere sempre più gente possibile e andare avanti in sostegno alla causa tibetana.

Io sono convinto e orgoglioso che la natura nonviolenta della nostra lotta per la libertà del Tibet ha grande effetto e può contribuire tanto per la pace nel mondo. Di questo sono convinto nel profondo. Noi non abbiamo nessuno strumento con cui possiamo, per scambio, chiedere sostegno, per esempio dal punto di vista economico.
L’unica nostra arma è la verità. E’ proprio per questa verità che ci sono tante persone che riescono ad appoggiare la nostra causa. Se non avessimo la verità nella nostra lotta, la verità nella nostra azione, allora sarebbe difficile appoggiarci.

Durante queste Olimpiadi il mondo è riuscito a osservare la doppia faccia della Cina. Una faccia che è tutta di menzogna, l’altra tutta di propaganda. Quindi la Cina ha due facce nei confronti del mondo.
Il mondo è riuscito a osservare anche con quanta crudeltà la Cina vuole privare i tibetani della loro libertà. E io credo che il sempre maggiore sostegno della comunità internazionale può veramente aiutare nella nostra lotta.

Come dice Dalai Lama, quando uno crede in un valore, quando uno crede in un impegno non deve mai perdere la speranza e il coraggio. Sia per una cosa personale sia per un obiettivo collettivo. Noi siamo convinti che dobbiamo sempre avere coraggio e non perdere la speranza in questa nostra lotta.

Adesso sono finiti le Olimpiadi e poi l’attenzione sul Tibet inizia a calare, però il regime ha già annunciato, prima delle Olimpiadi, che quando le Olimpiadi saranno finite la vicenda del Tibet sarà sistemata profondamente e sistematicamente. Questo vuole dire imprigionare, uccidere, far sparire la gente.
Per questo motivo noi tibetani e i nostri sostenitori nel mondo bisogna fare pressione al proprio Governo, Unione Europea e Nazioni Unite per dare maggiore attenzione da vicino sulla situazione dei tibetani in Tibet. Questa è la nostra più grande richiesta e speranza.

Infine voglio ricordare che in questo mondo se vogliamo pace dobbiamo creare le cause per la pace. Quindi è importante sostenere tutto ciò che costruisce la pace e cercare anche di impedire tutto ciò che crea violenza e sofferenza.

Con questo voglio chiedere a tutti gli individui di contribuire per la pace nel mondo e voglio ringraziare il Partito Radicale e l’Associazione Italia Tibet che sono davvero impegnati nel sostenere la nostra causa.

Tutti gli interventi della giornata


IL VIDEO REALIZZATO DA DAVIDE CACCIATORI (www.italiatibet.org)

PRIMA PARTE





SECONDA PARTE