martedì 7 ottobre 2008

7 ottobre 2006- 7 ottobre 2008: per non dimenticare Anna Politkovskaja

di Virginia Fiume, da Milano




Sono passati due anni dall'omicidio di Anna Politkovskaja. 24 mesi da quando il volto di una donna dai capelli grigi che quest'anno avrebbe compiuto 50 anni è entrato per qualche ora nelle case del mondo.
Una giornalista scomoda per Vladimir Putin, una giornalista scomoda per le oligarchie russe del genocidio in Cecenia. Una donna che ai conflitti del Caucaso, regione che probabilmente i più non saprebbero nemmeno collocare su un atlante, ha dedicato energie, coraggio e fiumi di inchiostro. Sulle pagine del quotidiano russo di ispirazione liberale Novaja Gazeta aveva pubblicato reportage in cui condannava il bassissimo livello di rispetto dei diritti umani in Russia e in Cecenia. Nelle pagine dei suoi libri aveva racchiuso parole che ora risuonano ancora più forti.

« Sono una reietta. È questo il risultato principale del mio lavoro di giornalista in Cecenia e della pubblicazione all'estero dei miei libri sulla vita in Russia e sul conflitto ceceno. A Mosca non mi invitano alle conferenze stampa né alle iniziative in cui è prevista la partecipazione di funzionari del Cremlino: gli organizzatori non vogliono essere sospettati di avere delle simpatie per me.
Eppure tutti i più alti funzionari accettano d'incontrarmi quando sto scrivendo un articolo o sto conducendo un'indagine. Ma lo fanno di nascosto, in posti dove non possono essere visti, all'aria aperta, in piazza o in luoghi segreti che raggiungiamo seguendo strade diverse, quasi fossimo delle spie.
Sono felici di parlare con me. Mi danno informazioni, chiedono il mio parere e mi raccontano cosa succede ai vertici. Ma sempre in segreto. È una situazione a cui non ti abitui, ma impari a conviverci. »


L'hanno trovata dilaniata da misteriosi, ma forse nemmeno troppo misteriosi, proiettili nell'ascensore di casa sua.
Morta. Come gli altri 217 giornalisti che sono stati uccisi in Russia tra il 1992 e il 2007.
Morta, come il giornalista italiano, corrispondente di Radio Radicale, Antonio Russo, ucciso nei pressi di Tbilisi, in Georgia, il 14 ottobre del 2000. Anche lui troppo interessato alle faccende dell'esercito russo in Cecenia.

Nel 2006 poco più di mille persone si radunarono ai funerali di Anna Politkvskaja, nessun politico russo, nessun rappresentante dell'Unione Europea, se non l'eurodeputato radicale Marco Pannella.

Domani a Milano e a Roma l'associazione Annaviva ha organizzato due manifestazioni silenziose, a Campo de' Fiori a Roma e in Piazza della Scala a Milano, alle 20.30.
I partecipanti sono invitati a intervenire portando con sè una candela. Per non dimenticare.




Per un approfondimento sulla situazione nel Caucaso:
http://www.caucaso.org/

L'incontro che si è svolto un anno fa, a Milano, in occasione del primo anniversario dell'omicidio di Anna Politkovskaja

1 commento:

Isabel Green ha detto...

pensando a lei mi vengono i brividi perchè realizzo che in un paese non lontano dal nostro la libertà di parola è ancora un'utopia...