martedì 8 luglio 2008

Pietro Ichino: I magistrati, questa casta


di Francesco G. Vicario

"I giudici si sentono estranei alla pubblica amministrazione? E' proprio questo il problema". Il senatore P.D., membro della commissione permanente Lavoro e Previdenza Sociale, intervenendo ieri ad un dibattito sul funzionamento della gestione pubblica, cita spesso l'ordinamento giudiziario italiano per fare il punto sull'(in)efficienza della macchina burocratica nostrana. E non risparmia critiche puntute. Un C.S.M. da riformare- sostiene- oggi autoreferenziale e svincolato da qualsivoglia controllo superiore sulle proprie mansioni. Il principio è quello del circolo vizioso ( e del conflitto di interessi): giudici che giudicano altri giudici. Nessuna pubblicità sui procedimenti disciplinari istruiti, nessun accesso ai fascicoli, poche e blande le sanzioni irrogate. L'ultima ha colpito il giudice Pinatto poche settimane fa, ma un provvedimento di rimozione non veniva emessso da circa 15 anni. Come si concilia l'esistenza di un organo centrale incontrollabile nel suo agire con la farraginosità dei processi italiani denunciata anche dalla Corte Europea? Ecco la ricetta: "utilizzare tecnici di grande competenza già alle dipendenze dello Stato (ma non utilizzati) per confrontare la produttività degli uffici giudiziari, elaborare i dati ottenuti, pubblicarli e pretendere una soglia minima di efficienza che oggi non è quantificabile". Il giuslavorista cita anche il lavoro del ministro Renato Brunetta: " un buon inizio, ma ci vuole più coraggio a pubblicare on-line i resoconti elaborati sul funzionamento della macchina pubblica, dalle strutture centrali a quelle periferiche".

Il dibattito on-line: http://www.radioradicale.it/scheda/257790/incontro-dal-titolo-liniziativa-del-pd-per-ridare-efficienza-orgoglio-e-prestigio-alla-funzione-pubblica

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