Rassegna stampa – dal Corriere della Sera.
È questo il titolo dell’ultimo libro di Tiziano Terzani, edito da Longanesi, che sarà in libreria del prossimo 14 febbraio. Un testo postumo che contiene i resoconti e le corrispondenze dalla Cambogia, un Paese devastato dalla guerra, ma dal quale Terzani non poteva distaccarsi, essendosi innamorato di Phonom Penh, la più bella delle tre capitali costruite dai francesi in Indocina, davanti al fiume Mekong, immenso e luminoso.
All’inizio degli anni Settanta si sapeva poco o nulla di questa terra ed è stato proprio Terzani uno dei primi ad informare l’Europa dell’esistenza dei khmer rossi:
“La razza khmer sta per scomparire dalla faccia della terra. Nel 1975, alla fine di cinque anni di guerra americana, che aveva fatto un milione di vittime, i cambogiani erano almeno sette milioni. Dal 1975 alla fine del 1978, i khmer rossi, con il loro folle comunismo, hanno massacrato e lasciato morire di stenti da due a tre milioni di loro compatrioti. Ora, altri due milioni stanno per morire di fame, di malaria, forse di peste, in un Paese i cui campi sono abbandonati e dove la guerra continua, giorno dopo giorno. Contrariamente ad altri popoli, i cambogiani non si riproducono più. La maggior parte delle donne, come le risaie, non sono più fertili. Accanto alle fosse comuni scavate in passato, per seppellire le vittime torturate, soffocate, impalate, bastonate dai soldati di Pol Pot, si scavano ora le fosse comuni per le vittime della lenta morte per inedia.”
(Da una corrispondenza del 20/10/1979)
La vita di Terzani è sempre stata caratterizzata dalla compresenza di vita e di morte e proprio in Cambogia ha rischiato di morire fucilato dai khmer rossi, a Poipet, una cittadina al confine con la Thailandia e che lo ha portato a “girare per casa come un leone malato, un leone che ha perso l’orientamento”.
Questo orientamento è stato ritrovato, forse a tratti riperso, ma sicuramente nuovamente interpretato con l’esperienza della malattia che lo ha condotto alla morte, ma che non ha mancato di appassionarlo ancora di più nei confronti della vita, come testimonia La fine è il mio inizio, un libro nel quale Terzani si racconta al figlio Folco, rispondendo alle sue domande, parlando di se stesso, della sua storia e delle sue scoperte, dei luoghi e delle persone.
Questo testo è diventato anche un’emozionante rappresentazione teatrale per la regia di Lamberto Puggelli che ha saputo mettere in scena uno spettacolo intenso, capace di far rivivere i momenti più intimi e profondi del racconto, in un incontro custodito dal silenzio della natura.
“... e se io e te ci sedessimo ogni giorno, per un’ora e tu mi chiedessi le cose che hai sempre voluto chiedermi e io parlassi a ruota libera di tutto quello che mi sta a cuore, dalla storia della mia famiglia a quella del grande viaggio della vita?”
venerdì 8 febbraio 2008
Fantasmi. Dispacci dalla Cambogia.
Etichette:
Claudia Clerici,
guerra,
libri,
teatro,
Tiziano Terzani
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento