ogni giorno 5.500 donne sono vittime di tale pratica
«Il 6 febbraio la giornata internazionale della "tolleranza zero"» ricordano i commissari Michel e Ferrero-Waldner
BRUXELLES - Le mutilazioni genitali, una pratica di cui sono vittime molte donne soprattutto nei Paesi africani, sono «all'origine di grandi sofferenze e rappresentano una grave minaccia per la salute delle donne». Così Louis Michel, commissario Ue allo sviluppo e agli aiuti umanitari, ha ricordato, insieme alla collega Benita Ferrero-Waldner, responsabile delle relazioni esterne, la giornata internazionale della "tolleranza zero" nei confronti delle mutilazioni sessuali che si terrà mercoledì 6 febbraio.
FORTE CONDANNA DELL'UE - Ferrero-Waldner e Michel hanno sottolineato la forte condanna della pratica da parte dell'Ue. «L'Unione europea ha denunciato chiaramente il carattere inaccettabile di queste usanze sia nell'Ue, sia negli Stati terzi» sottolinea la Ferrero-Waldner, aggiungendo che la violazione dei diritti delle donne «non può in alcun caso essere giustificato in nome del relativismo culturale o delle tradizioni».
OGNI GIORNO 5.500 MUTILAZIONI - Contro le mutilazioni sessuali, la Commissione europea ha attuato una strategia volta da una parte a sostenere politiche nazionali adeguate per difendere i diritti delle donne e dall'altra per sensibilizzare tutti i settori della società contro le mutilazioni. Il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione stima che 130 milioni di donne e ragazze abbiano subito mutilazioni genitali e che ogni anno siano circa due milioni le ragazzine tuttora esposte a tale pratica, che corrisponde a circa 5.500 mutilazioni al giorno. La maggioranza degli interventi - praticati in 28 Paesi africani, ma anche in alcuni Paesi arabi e asiatici nonché nei Paesi Ue e Usa a forte concentrazione di immigrati africani - sono fatti non da personale medico.
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