BOLOGNA:
Mercoledì 28, giovedì 29, venerdì 30 maggio 2008
Ore 21.00
Teatro San Martino (Via Oberdan, 25 - Bologna)
Ingresso gratuito
L’Associazione Gruppo Elettrogeno presenta il secondo appuntamento de Il Teatro delle Necessità, un ciclo di incontri, che nel corso del 2008 e del 2009, l’Associazione propone a Bologna con focus group, installazioni, seminari, eventi performativi per approfondire il tema dei linguaggi artistici nei luoghi di detenzione.
Il secondo appuntamento del ciclo Il Teatro delle Necessità è previsto mercoledì 28, giovedì 29, venerdì 30 maggio 2008, alle ore 21.00, presso il Teatro San Martino (via Oberdan, 25 Bologna). Ingresso gratuito.
Il Teatro delle Necessità, spazio di incontro e confronto sui progetti e sulle sfide culturali e artistiche di portare il teatro e i linguaggi artistici in luoghi di detenzione, è parte di una progettualità che da anni la Compagnia Gruppo Elettrogeno realizza con la collaborazione delle istituzioni del territorio e della Casa Circondariale di Bologna.
L’Associazione Gruppo Elettrogeno sta realizzando il progetto Parole Comuni - Teatro, musica, scrittura, video, pratiche comunicative, in convenzione con il Settore Coordinamento Sociale e Salute del Comune di Bologna, promosso dal Comitato Locale per l’Area dell’Esecuzione penale e realizzato con il supporto del Settore Cultura e rapporti con l’Università del Comune di Bologna, dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Bologna, della Regione Emilia Romagna e con la collaborazione della Casa Circondariale di Bologna.
Il Progetto Parole Comuni è un percorso laboratoriale rivolto ai detenuti e alle detenute della Casa Circondariale di Bologna; in particolare, un laboratorio di pratica teatrale, video e scrittura con le detenute della Sezione Femminile della Casa Circondariale di Bologna e un laboratorio di musica condotto con i detenuti della Sezione Penale Maschile.
Nell’ambito dell’attività laboratoriale si è sviluppato il progetto de I Fiori Blu, che prevede la produzione di video ed eventi spettacolo realizzati insieme ai detenuti e alle detenute coinvolte. Tra questi, Il Decalogo delle Donne (2008) e Storia di Monte Sole, ovvero dell’incredibile (2008).
Il secondo appuntamento del ciclo Il Teatro delle Necessità, propone la proiezione de Il Decalogo delle Donne e a seguire un incontro (mercoledì 28 maggio alle ore 21.00) e approfondirà l’esperienza che nel 2007, a seguito del laboratorio annuale di musica condotto nella Sezione Penale Maschile, ha portato alla realizzazione di Canzoni e canzonette, un concerto che è stato rappresentato nella Sala Cinema della Casa Circondariale (febbraio 2007) e all’esterno sul palco di Monte Sole nell’ambito della rassegna culturale Notti di Luce a Monte Sole, promossa dalla Provincia di Bologna e realizzata con il sostegno dell'Assessorato alla Cultura della Regione Emilia Romagna.
La prima produzione video de I Fiori Blu è Il Decalogo delle Donne di Gruppo Elettrogeno (Italia, 2008 20’), video teatrale realizzato all’interno della Sezione Femminile della Casa Circondariale di Bologna. Immagini di Marilena Lodi.
Il Decalogo delle Donne, dieci modi di raccontarsi e di raccontare con le parole del teatro:
Il desiderio, Il passato, La rabbia, L’amore, L’amicizia, La mancanza.
Il Decalogo delle Donne verrà presentato mercoledì 28 maggio alle ore 21.00 presso il Teatro San Martino. Uno spaccato sul femminile della Casa Circondariale di Bologna, raccontando per frammenti, i passaggi, le presenze, gli attraversamenti delle donne detenute nella Sezione Femminile della Casa Circondariale di Bologna. A seguire un incontro a più voci.
Nell’ambito della residenza al Teatro San Martino, verrà presentato per la prima volta al pubblico il video Storia di Monte Sole, ovvero dell’incredibile (Italia, 2008 40’), nelle giornate di giovedì 29 e venerdì 30 maggio (ore 21.00).
Storia di Monte Sole, ovvero dell’incredibile racconta per immagini l’esperienza che ha portato alla realizzazione del concerto (Parco di Monte Sole – Marzabotto 13 luglio 2007) con l’intreccio di Voci di Monte Sole, ovvero le voci di chi ha reso possibile l’esperienza.
Tra le Voci di Monte Sole: Adriana Scaramuzzino Vice Sindaco Comune di Bologna, Manuela Ceresani Direttrice Casa Circondariale di Bologna, Armando Reho – Direttore Area Pedagogica Casa Circondariale di Bologna, Simona Lembi Assessora alla Cultura della Provincia di Bologna, Pier Paolo Busi Assessorato alla Cultura della Provincia di Bologna, Sebastiano Scollo, responsabile laboratorio Musica – Sezione Penale Maschile Casa Circondariale di Bologna, Ivano Marescotti, attore complice, Desi Bruno, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale.
Programma Il Teatro delle Necessità - II appuntamento Teatro San Martino Via Oberdan, 25 Bologna
Ingresso gratuito
Mercoledì 28 maggio ore 21.00
Sguardi al femminile
Proiezione Il Decalogo delle Donne (Italia, 2008) di Gruppo Elettrogeno (20’)
video teatrale realizzato all’interno della Sezione Femminile della Casa Circondariale di Bologna
Immagini di Marilena Lodi. Montaggio in collaborazione con Global Project
Il Decalogo delle Donne, dieci modi di raccontarsi e di raccontare con le parole del teatro
Il desiderio, Il passato, La rabbia, L’amore, L’amicizia, La mancanza
A seguire incontro a più voci con:
Adriana Scaramuzzino, Vice Sindaco Comune di Bologna
Direzione Casa Circondariale di Bologna
Maria Longo Sostituto Procuratore Generale - Bologna
Desi Bruno, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale
Annamaria Tagliavini, Biblioteca delle Donne - Ass. Orlando
Grazia Verasani, scrittrice
Elena Di Gioia Martina Palmieri Marilena Lodi Gruppo Elettrogeno –I Fiori Blu
Franco Cova Global project
Giovedì 29 maggio ore 21.00
In anteprima proiezione di Storia di Monte Sole, ovvero dell’incredibile (Italia 2008, 40’)
di Gruppo Elettrogeno in collaborazione con Global Project
Riprese di Marilena Lodi e Franco Cova.
Per la prima volta una band musicale esce dalla Casa Circondariale di Bologna…
A seguire incontro a più voci con I Fiori Blu e:
Adriana Scaramuzzino, Vice Sindaco Comune di Bologna
Direzione Casa Circondariale di Bologna
Angelo Guglielmi, Assessore Cultura Comune di Bologna
Pier Paolo Busi, Assessorato alla Cultura della Provincia di Bologna
Desi Bruno, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale
Maria Grazia Cinquetti, direttrice UEPE
Ivano Marescotti, attore complice
Cristina Valenti, docente di Storia del Nuovo Teatro Università di Bologna
Elena Di Gioia Martina Palmieri Sebastiano Scollo, laboratorio Musica Sezione Penale Maschile Casa Circondariale di Bologna, Gruppo Elettrogeno – I Fiori Blu
Venerdì 30 maggio ore 21.00
In anteprima proiezione di Storia di Monte Sole, ovvero dell’incredibile (Italia 2008, 40’)
di Gruppo Elettrogeno in collaborazione con Global Project
Riprese di Marilena Lodi e Franco Cova.
Per la prima volta una band musicale esce dalla Casa Circondariale di Bologna…
A seguire incontro a più voci con I Fiori Blu e:
Adriana Scaramuzzino, Comune di Bologna
Direzione Casa Circondariale di Bologna
Simona Lembi, Assessora alla Cultura e alle Pari Opportunità della Provincia di Bologna
Ivano Marescotti, attore complice
Massimo Marino, critico teatrale e docente DAMS – Università di Bologna
Antonio Amato, Assistente Sociale Coordinatore UEPE - Bologna
Elena Di Gioia Martina Palmieri Sebastiano Scollo, laboratorio Musica Sezione Penale Maschile Casa Circondariale di Bologna, Gruppo Elettrogeno – I Fiori Blu
Il Teatro delle Necessità, realizzato da Gruppo Elettrogeno con la collaborazione della Casa Circondariale di Bologna, è sostenuto dal Settore Coordinamento Sociale e Salute del Comune di Bologna, promosso dal Comitato Locale per l’Area dell’Esecuzione penale e realizzato con il sostegno del Settore Cultura e rapporti con l’Università del Comune di Bologna, della Provincia di Bologna, della Regione Emilia Romagna, con il patrocinio di Unibo Cultura.
Ingresso gratuito
E inoltre:
Martedì 27 maggio ore 18.00
Teatro San Martino Bologna
Presentazione in anteprima DVD ROM Wunderkammer - La camera delle meraviglie navigazione interattiva nel mondo dell’esecuzione della pena progettato e realizzato da Iress e Gruppo Elettrogeno nell'ambito del progetto 'L'immaginario, la conoscenza, le pratiche: percorsi di approfondimento sul rapporto tra comunità locale ed area penale', promosso dal Comune di Bologna- Settore Coordinamento Sociale e Salute nell'ambito delle iniziative del Comitato locale per l'esecuzione penale.
In tale occasione, a momenti di rappresentazione teatrale dal vivo si alterneranno brani estratti dal DVD. Ad essi seguiranno interventi di rappresentanti delle istituzioni impegnate nell'area dell'esecuzione penale sul territorio bolognese, che risponderanno anche alle domande del pubblico.
Messa in scena di Gruppo Elettrogeno
Con: Massimiliano Sassi in Il professore Michel Foucault
Alessandro Brachetti in La voce di Wunderkammer
Per info:
Teatro San Martino Via Oberdan, 25 40126 Bologna Tel. 051/224671 www.teatrosanmartino.it
DA WWW.WOMEN.IT
giovedì 29 maggio 2008
lunedì 26 maggio 2008
Maternità e Congedi parentali: un sondaggio
Donne Manager Italia come sempre offrono spunti di riflessione per le donne che lavorano.
Qui puoi leggere le domande e puoi rispondere sul sito attraverso il sondaggio:
http://donne.manageritalia.it/sondaggio_2/
Conosci donne che hanno rinunciato al lavoro dopo la maternità?
Sì
No
Se sì, perché?
Per l’incompatibilità lavoro/famiglia, hanno
deciso di dedicarsi ai figli
Per la mancanza di servizi sociali, strutture
(asili, mezzi di trasporto)
Per l’incompatibilità di orari e la poca flessibilità
dei datori di lavoro non disposti a concedere part time
Per i costi della baby sitter
Per evitare mobbing/discriminazione al rientro
Altro
Conosci donne che, dopo la maternità, sono state discriminate?
Sì
No
Se sì, come?
Part time negato/ poca flessibilità
Richiesta di dimissioni/induzione al licenziamento
Demansionamento/riduzione di responsabilità
Blocco all’assunzione dopo la gravidanza
Ritardi/sospensioni di avanzamenti di carriera
Pregiudizi sull’affidabilità, pressioni psicologiche, condizioni obbligate incompatibili con la maternità
Altro
Conosci uomini che hanno scelto di utilizzare il congedo parentale?
Sì
No
Ritieni che siano stati ostacolati o discriminati per questa scelta?
Sì
No
Conosci uomini che avrebbero voluto utilizzare il congedo parentale ma hanno preferito non farlo per non essere discriminati?
Sì
No
Vorresti essere maggiormente informato/a? Vorresti approfondire queste tematiche?
Sì
No
Se sì, come?
via internet
attraverso incontri tematici
attraverso strumenti informativi cartacei
Qui puoi leggere le domande e puoi rispondere sul sito attraverso il sondaggio:
http://donne.manageritalia.it/sondaggio_2/
Conosci donne che hanno rinunciato al lavoro dopo la maternità?
Sì
No
Se sì, perché?
Per l’incompatibilità lavoro/famiglia, hanno
deciso di dedicarsi ai figli
Per la mancanza di servizi sociali, strutture
(asili, mezzi di trasporto)
Per l’incompatibilità di orari e la poca flessibilità
dei datori di lavoro non disposti a concedere part time
Per i costi della baby sitter
Per evitare mobbing/discriminazione al rientro
Altro
Conosci donne che, dopo la maternità, sono state discriminate?
Sì
No
Se sì, come?
Part time negato/ poca flessibilità
Richiesta di dimissioni/induzione al licenziamento
Demansionamento/riduzione di responsabilità
Blocco all’assunzione dopo la gravidanza
Ritardi/sospensioni di avanzamenti di carriera
Pregiudizi sull’affidabilità, pressioni psicologiche, condizioni obbligate incompatibili con la maternità
Altro
Conosci uomini che hanno scelto di utilizzare il congedo parentale?
Sì
No
Ritieni che siano stati ostacolati o discriminati per questa scelta?
Sì
No
Conosci uomini che avrebbero voluto utilizzare il congedo parentale ma hanno preferito non farlo per non essere discriminati?
Sì
No
Vorresti essere maggiormente informato/a? Vorresti approfondire queste tematiche?
Sì
No
Se sì, come?
via internet
attraverso incontri tematici
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domenica 25 maggio 2008
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: PETIZIONE PER NEOMAMME
Spett. dr.sa Maria Cristina Cantù - Direttore generale ASL Città di Milano
Vogliamo sottoporre alla Sua attenzione un problema che coinvolge tante donne milanesi, le loro famiglie e l'intera collettività.
A Milano nascono più di 12.000 bambini e bambine. Le dimissioni delle mamme con i loro bambini avvengono tra le 48 e le 72 ore. Purtroppo le famiglie non hanno più i supporti sociali e culturali legati all'accudimento dei neonati, che erano garantiti nel passato.
Accade così che le mamme vivano con grande difficoltà il rientro a casa trasformando un'esperienza bella come la nascita in giornate piene di preoccupazione per la salute del figlio oltre che per la propria.
Il Progetto Obiettivo Materno Infantile, confermato nel Piano Sanitario Nazionale, prevede la visita domiciliare da parte di un'ostetrica entro 8 giorni, a garanzia della normale evoluzione dell'evento. Quante donne la ricevono? E se sì, sono quelle che vivono in situazione di disagio, le meno informate, le più a rischio?
Sarebbe utile una lettera, intorno all'ottavo mese, in cui si chiede se la puerpera è interessata?
Auspichiamo un Suo intervento deciso per attivare provvedimenti in linea con le leggi esistenti che valorizzano, tutelano e promuovono il valore sociale della maternità.
Per aderire alla petizione:
scrivete una email a petizionepuerpere@unionefemminile.it
oppure su firmiamo.it
Chiediamo la vostra gentile collaborazione nel diffondere questo appello.
Vogliamo sottoporre alla Sua attenzione un problema che coinvolge tante donne milanesi, le loro famiglie e l'intera collettività.
A Milano nascono più di 12.000 bambini e bambine. Le dimissioni delle mamme con i loro bambini avvengono tra le 48 e le 72 ore. Purtroppo le famiglie non hanno più i supporti sociali e culturali legati all'accudimento dei neonati, che erano garantiti nel passato.
Accade così che le mamme vivano con grande difficoltà il rientro a casa trasformando un'esperienza bella come la nascita in giornate piene di preoccupazione per la salute del figlio oltre che per la propria.
Il Progetto Obiettivo Materno Infantile, confermato nel Piano Sanitario Nazionale, prevede la visita domiciliare da parte di un'ostetrica entro 8 giorni, a garanzia della normale evoluzione dell'evento. Quante donne la ricevono? E se sì, sono quelle che vivono in situazione di disagio, le meno informate, le più a rischio?
Sarebbe utile una lettera, intorno all'ottavo mese, in cui si chiede se la puerpera è interessata?
Auspichiamo un Suo intervento deciso per attivare provvedimenti in linea con le leggi esistenti che valorizzano, tutelano e promuovono il valore sociale della maternità.
Per aderire alla petizione:
scrivete una email a petizionepuerpere@unionefemminile.it
oppure su firmiamo.it
Chiediamo la vostra gentile collaborazione nel diffondere questo appello.
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giovedì 22 maggio 2008
Una donna alla guida di Confindustria: Emma Marcegaglia
Chi è Emma Marcegaglia: http://it.wikipedia.org/wiki/Emma_Marcegaglia
ANSA:
BOLOGNA - Un volante di Formula 1: perché il grande amore, la Ferrari, non si scorda mai; perché la Confindustria è una macchina da Grand Prix; perché chi la guida deve essere un top driver. E' il regalo che un Luca Cordero visibilmente commosso ha fatto ad Emma Marcegaglia nel corso dell'assemblea privata che oggi, con una maggioranza più che 'bulgara', ha ufficialmente segnato il passaggio del testimone fra il presidente della Fiat e della 'rossa' di Maranello e l'imprenditrice dell'acciaio come presidente di viale dell'Astronomia. Un 'rito' tutto interno all'associazione degli industriali, quello di oggi, cui seguirà la consacrazione pubblica, domani, nell'assemblea che radunerà all'Auditorium della Musica di Renzo Piano le principali cariche istituzionali e di Governo e il gotha dell'imprenditoria e della finanza.
In prima fila, ad ascoltare la relazione della prima presidente donna di Confindustria, il premier Silvio Berlusconi. Solo 2 i voti contrari a Marcegaglia nella votazione di oggi degli industriali, segnata dalla valanga di 1.320 sì su un totale di 1.330 voti. Un plebiscito cui, l'imprenditrice mantovana ha voluto rispondere subito con un messaggio di fiducia. Senza nascondere infatti le difficoltà di una quadro economico nazionale ed internazionale tutt'altro che facile, Marcegaglia non ha mostrato infatti la volontà di guarda avanti. "Con le elezioni - ha detto - c'é stata una forte discontinuità. Abbiamo un Governo forte e c'é stata una semplificazione dei partiti. E' sparito il clima di odio degli ultimi 15 anni. Oggi rispetto a 4 anni fa la situazione è più favorevole al cambiamento. Non sarà automatico, ma se davvero si vuole cambiare qualcosa si può fare. Il dialogo sembra andare avanti - ha aggiunto - le prime dichiarazioni di Berlusconi sono improntate al dialogo". Poi - senza perdere tempo - ha subito affrontato i temi concreti, riproponendo per molti versi le tesi esposte il 23 aprile scorso nella sua uscita da presidente designato. Ecco allora l'applauso alla detassazione degli straordinari varata oggi in CdM: un provvedimento "positivo, un primo segnale forte sulla strada dell'aumento di produttività e salari. Un risultato di cui essere fieri".
Dalla neo presidente arriva un'apertura ai sindacati e l'auspicio che, questa volta sia la volta buona per riformare il modello contrattuale e iniziare una nuova stagione di relazioni industriali. "Dobbiamo cominciare a lavorare da subito, senza perdere tempo - ha detta - La trattativa non sarà una passeggiata, ma credo che questo è il momento di trovare una soluzione e mettersi d'accordo. Le relazioni sindacali sono la prima azione che porteremo avanti - ha continuato - il modello vigente è obsoleto. L'accordo del '93 ha funzionato, ma ora non risponde piu' alla vera istanza di coniugare la produttività ed i salari". E direttamente ai sindacati: "prendiamo atto che dopo tanti anni c'é un documento unitario dei sindacati. Un documento da cui partire anche se dentro ci sono aspetti che non ci piacciono".
Riferimento soprattutto all'incizzazione delle buste paga, vista come una nuova 'scala mobile'. E se il Sud per gli imprenditori e per la politica deve essere visto come "un giacimento per la crescita del Paese" e la sicurezza sul lavoro non si ottiene inasprendo le pene per le aziende ma facendo formazione, molti altri sono stati tracciati come temi strategici per i suo 4 anni di presidenza: l'energia, riaprendo al nucleare; la lotta ai lacci imposti dalla burocrazia; un piano strategico per le infrastrutte; l'education e lo sforzo di internazionalizzazione non solo sui mercati emergenti ma anche su quelli maturi come gli Usa, la Germania e il Giappone.
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mercoledì 21 maggio 2008
Sempre sul Fattore D
Con Maria Stella Gelmini, ministro della pubblica istruzione
Anna Maria Artoni, Linda Lanzillotta, Maurizio Ferrera, Susanna Camusso...
Anna Maria Artoni, Linda Lanzillotta, Maurizio Ferrera, Susanna Camusso...
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domenica 18 maggio 2008
una lettura: Fattore D- le donne e la crescita
tratto da qui
Maurizio Ferrera
Il fattore D
PERCHE' IL LAVORO DELLE DONNE FARA' CRESCERE L'ITALIA.
Strade Blu - Mondadori
Da anni l'Italia cresce poco o nulla. Cresce poco dal punto di vista economico. E cresce ancora meno sul piano demografico.
Negli ultimi mesi sono state scritte molte pagine e sono state spese fin troppe parole per elencare tutto quello che andrebbe fatto per rimettere in moto il paese: liberalizzazioni, mercati più efficienti, fisco più leggero, investimenti in ricerca e innovazione e così via. Eppure esiste una risorsa più importante, di cui si parla poco e sempre nel modo sbagliato: il lavoro femminile. "Fare largo alle donne" e promuoverne l'occupazione è diventato urgente non solo per ragioni di pari opportunità e di giustizia sociale, ma soprattutto perchè senza di loro l'Italia non cresce.
Puntare sul lavoro delle donne è oggi la scommessa più "conveniente" per tutti noi.
Nel nostro paese ci sono troppe donne a casa. L'Italia, senza rendersene conto, sta rinunciando a quello che recentemente si è rivelato essere il vero motore dell'economia mondiale: nell'ultimo decennio l'incremento dell'occupazione femminile negli altri paesi sviluppati ha contribuito alla crescita globale più dell'intera economia cinese.
Il fattore D, il lavoro delle donne, è un fattore decisivo di crescita perchè garantisce più ricchezza alle famiglie. Ma non solo: quante più donne lavorano, tanti più nuclei famigliari si rivolgeranno al mercato per cercare soluzioni a quei problemi e a quei bisogni di cui oggi si occupano le madri e le mogli che stanno a casa, dando così un forte impulso alla sviluppo di una moderna economia dei servizi. Il che significa nuovi posti di lavoro e una nuova ricchezza diffusa. E significa pure meno culle vuote e meno bambini poveri. Si tratta di tre fenomeni apparentemente indipendenti, ma in realtà non è affatto così.
Perchè, al contrario di quanto siamo abituati a pensare, una donna che lavora non per questo fa meno figli. Lo dicono i dati demografici: l'Italia, in cui lavora solo il 46 per cento della popolazione femminile, conosce uno dei tassi di natalità più bassi del mondo.
Mentre nel resto dell'Occidente sta succedendo quanto è apparentemente meno probabile: le donne che hanno un impiego, e che sono aiutate a conciliare impegno professionale e vita domestica, sono quelle che mettono al mondo più figli e che sono in grado di garantire loro buona educazione, tranquillità economica e un avvenire più sicuro.
Maurizio Ferrera, con acume e leggerezza, ci insegna a guardare al lavoro femminile in modo rivoluzionario. E ci spiega perchè la più grande occasione per il nostro futuro è semplice e sorprendente: fare largo alle donne.
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venerdì 16 maggio 2008
Alice nella camera delle meraviglie
La Senatrice Donatella Poretti è colei che due anni fa fece scandalo, portando la sua bambina neonata in Parlamento e pretendendo che ci fosse uno spazio per allattare.
E' la stessa che l'estate scorsa ha cercato di farsi arrestare quando il Comune di Firenze ha emesso l'ordinanza contro i lavavetri.
Questa volta ha scritto una storia, per raccontare il Regno di Politica, a grandi e piccini.
eccola qui, tra la piccola Alice ormai un po' cresciuta e quel carino di Montecitopo che si accorge che anche nel palazzo c'è bisogno di un asilo...
http://blog.donatellaporetti.it/?p=17
E' la stessa che l'estate scorsa ha cercato di farsi arrestare quando il Comune di Firenze ha emesso l'ordinanza contro i lavavetri.
Questa volta ha scritto una storia, per raccontare il Regno di Politica, a grandi e piccini.
eccola qui, tra la piccola Alice ormai un po' cresciuta e quel carino di Montecitopo che si accorge che anche nel palazzo c'è bisogno di un asilo...
http://blog.donatellaporetti.it/?p=17
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mercoledì 14 maggio 2008
Rassegna stampa/ Se la mamma è senza aiuto
di Miriam Mafai (pubblicato su Repubblica)
In Germania una coppia con due figli e un reddito annuo di 25.000 euro ne versa al fisco 52.
In Italia una coppia con due figli e con lo stesso reddito, ne versa al fisco 1.700. In Francia il 40% dei bambini trova posto in un asilo nido, in Italia il 6%. Bastano forse queste due cifre per spiegare perché l’Italia ha, in Europa il più basso tasso di natalità: a Napoli nascono meno bambini per donna che a Stoccolma, a Roma meno bambini che a Parigi. Bastano queste cifre per sostenere con forza e convinzione l’accorato appello del nostro Presidente della Repubblica che, con la lettera pubblicata domenica sul nostro giornale, ha chiesto al nuovo Parlamento di «affrontare le politiche rivolte alla famiglia, con misure volte ad elevare il tasso di occupazione femminile, a conciliare la vita familiare e la vita lavorativa, a sviluppare azioni di assistenza sul territorio, a favorire una complessiva crescita del sistema nazionale dei servizi socio-educativi per l’infanzia...».
E’ una lettera importante che segnala, per la prima volta a nostra conoscenza e con tutta l’autorità del suo autore, un problema che ha assunto, nel corso degli anni, una rilevanza sempre maggiore e ormai drammatica. Siamo l’unico paese ormai in Europa che manca di una organica politica a favore delle famiglie. È possibile che su questo tema ci sia stato un sospetto o un ritardo da parte della sinistra memore delle politiche «nataliste» del fascismo. Ma è per lo meno singolare che una politica organica a difesa delle famiglie non sia stata pensata e promossa nemmeno dalla Dc, che pure ha governato per oltre un cinquantennio il nostro paese. Quasi avesse prevalso, in quel partito, l’idea, o meglio la preoccupazione, che politiche di sostegno alla famiglia potessero liberare le donne dal loro tradizionale ruolo materno, incoraggiandole a uscire di casa per cercare soddisfazione e autonomia. Questo obiettivo, se tale era nella intenzione dei governanti de, è stato almeno in parte raggiunto: la maggioranza delle donne italiane si qualificano infatti ancora oggi come "casalinghe". Sono soltanto 46 su 100 le donne italiane che hanno un’attività extradomestica contro il 71% in Svezia e il 57% in Francia.
Siamo dunque in Europa il paese in cui le donne sono meno presenti sul mercato del lavoro ma, contrariamente alle attese ed alle previsioni, le donne che restano a casa sono anche quelle che fanno meno figli. «Donne a casa e culle vuote» così Maurizio Ferrera, uno studioso del nostro welfare e delle politiche del lavoro, definiva recentemente la condizione del nostro paese. Una condizione paradossale anche perché tutti i sondaggi ci dicono che le coppie italiane vorrebbero avere almeno due figli. E perché tutti i dati ci dicono che nei paesi che hanno adottato adeguate politiche familiari le donne non solo fanno più figli, ma sono anche più presenti sul mercato del lavoro. Politiche familiari significa dunque aiuti alle famiglie, unite o meno in matrimonio, da realizzarsi sia attraverso una revisione delle attuali politiche fiscali sia attraverso una politica edilizia, sia attraverso un potenziamento dei servizi per la prima infanzia e per gli anziani e non autosufficienti.
In tema di servizi per la prima infanzia, il Consiglio d’Europa, nel 2002, ha fissato un obiettivo ambizioso: assicurare entro il 2010 un posto in asilo nido ad almeno un bambino europeo su tre. Noi siamo lontanissimi da quell’obiettivo che è stato già raggiunto non solo da tutti i paesi nordici ma anche da Francia, Gran Bretagna, Olanda e Belgio. In tema di assistenza a favore dei più anziani o non autosufficienti sono all’avanguardia, in Europa, la Germania e la Spagna che nel 2006 ha varato, soprattutto grazie all’impegno delle donne ministro, la Ley de dependencia che ha istituito un vero e proprio sistema nazionale, gratuito e garantito, per l’assistenza ai non autosufficienti.
Servizi per la prima infanzia e per i non autosufficienti rappresentano gli assi centrali delle politiche familiari indicate come necessarie dal nostro Presidente della Repubblica. Sono servizi che tutti i paesi europei stanno realizzando, anche per favorire nuova occupazione femminile. Dicevamo all’inizio che in Germania una coppia con due figli e un reddito annuo di 25.000 euro versa al fisco solo 52 euro, contro i 1.700 euro versati al fisco da una analoga famiglia italiana. Una differenza non da poco, grazie al fatto che in Germania, come in Francia e in altri paesi europei vige il meccanismo del cosiddetto «quoziente familiare», un sistema cioè di tassazione del reddito familiare che tiene conto del numero dei componenti della famiglia. La norma è già stata proposta, almeno un paio di volte, in Italia ma sempre senza successo: una prima volta alla fine degli anni 80, e una seconda volta l’anno passato. Non sono pochi tuttavia gli studiosi che criticano un sistema che, sostengono, costerebbe troppo alle nostre finanze e, alla fine favorirebbe le famiglie con i redditi medio-alti ed alti. Poiché la proposta del «quoziente familiare» fa parte del programma del PdL, non mancherà l’occasione di discuterne in modo approfondito se e quando la proposta giungerà in Parlamento. Fin d’ora tuttavia credo sia possibile dire che nuove politiche familiari dovranno necessariamente comportare anche una revisione del nostro sistema fiscale.
In Germania una coppia con due figli e un reddito annuo di 25.000 euro ne versa al fisco 52.
In Italia una coppia con due figli e con lo stesso reddito, ne versa al fisco 1.700. In Francia il 40% dei bambini trova posto in un asilo nido, in Italia il 6%. Bastano forse queste due cifre per spiegare perché l’Italia ha, in Europa il più basso tasso di natalità: a Napoli nascono meno bambini per donna che a Stoccolma, a Roma meno bambini che a Parigi. Bastano queste cifre per sostenere con forza e convinzione l’accorato appello del nostro Presidente della Repubblica che, con la lettera pubblicata domenica sul nostro giornale, ha chiesto al nuovo Parlamento di «affrontare le politiche rivolte alla famiglia, con misure volte ad elevare il tasso di occupazione femminile, a conciliare la vita familiare e la vita lavorativa, a sviluppare azioni di assistenza sul territorio, a favorire una complessiva crescita del sistema nazionale dei servizi socio-educativi per l’infanzia...».
E’ una lettera importante che segnala, per la prima volta a nostra conoscenza e con tutta l’autorità del suo autore, un problema che ha assunto, nel corso degli anni, una rilevanza sempre maggiore e ormai drammatica. Siamo l’unico paese ormai in Europa che manca di una organica politica a favore delle famiglie. È possibile che su questo tema ci sia stato un sospetto o un ritardo da parte della sinistra memore delle politiche «nataliste» del fascismo. Ma è per lo meno singolare che una politica organica a difesa delle famiglie non sia stata pensata e promossa nemmeno dalla Dc, che pure ha governato per oltre un cinquantennio il nostro paese. Quasi avesse prevalso, in quel partito, l’idea, o meglio la preoccupazione, che politiche di sostegno alla famiglia potessero liberare le donne dal loro tradizionale ruolo materno, incoraggiandole a uscire di casa per cercare soddisfazione e autonomia. Questo obiettivo, se tale era nella intenzione dei governanti de, è stato almeno in parte raggiunto: la maggioranza delle donne italiane si qualificano infatti ancora oggi come "casalinghe". Sono soltanto 46 su 100 le donne italiane che hanno un’attività extradomestica contro il 71% in Svezia e il 57% in Francia.
Siamo dunque in Europa il paese in cui le donne sono meno presenti sul mercato del lavoro ma, contrariamente alle attese ed alle previsioni, le donne che restano a casa sono anche quelle che fanno meno figli. «Donne a casa e culle vuote» così Maurizio Ferrera, uno studioso del nostro welfare e delle politiche del lavoro, definiva recentemente la condizione del nostro paese. Una condizione paradossale anche perché tutti i sondaggi ci dicono che le coppie italiane vorrebbero avere almeno due figli. E perché tutti i dati ci dicono che nei paesi che hanno adottato adeguate politiche familiari le donne non solo fanno più figli, ma sono anche più presenti sul mercato del lavoro. Politiche familiari significa dunque aiuti alle famiglie, unite o meno in matrimonio, da realizzarsi sia attraverso una revisione delle attuali politiche fiscali sia attraverso una politica edilizia, sia attraverso un potenziamento dei servizi per la prima infanzia e per gli anziani e non autosufficienti.
In tema di servizi per la prima infanzia, il Consiglio d’Europa, nel 2002, ha fissato un obiettivo ambizioso: assicurare entro il 2010 un posto in asilo nido ad almeno un bambino europeo su tre. Noi siamo lontanissimi da quell’obiettivo che è stato già raggiunto non solo da tutti i paesi nordici ma anche da Francia, Gran Bretagna, Olanda e Belgio. In tema di assistenza a favore dei più anziani o non autosufficienti sono all’avanguardia, in Europa, la Germania e la Spagna che nel 2006 ha varato, soprattutto grazie all’impegno delle donne ministro, la Ley de dependencia che ha istituito un vero e proprio sistema nazionale, gratuito e garantito, per l’assistenza ai non autosufficienti.
Servizi per la prima infanzia e per i non autosufficienti rappresentano gli assi centrali delle politiche familiari indicate come necessarie dal nostro Presidente della Repubblica. Sono servizi che tutti i paesi europei stanno realizzando, anche per favorire nuova occupazione femminile. Dicevamo all’inizio che in Germania una coppia con due figli e un reddito annuo di 25.000 euro versa al fisco solo 52 euro, contro i 1.700 euro versati al fisco da una analoga famiglia italiana. Una differenza non da poco, grazie al fatto che in Germania, come in Francia e in altri paesi europei vige il meccanismo del cosiddetto «quoziente familiare», un sistema cioè di tassazione del reddito familiare che tiene conto del numero dei componenti della famiglia. La norma è già stata proposta, almeno un paio di volte, in Italia ma sempre senza successo: una prima volta alla fine degli anni 80, e una seconda volta l’anno passato. Non sono pochi tuttavia gli studiosi che criticano un sistema che, sostengono, costerebbe troppo alle nostre finanze e, alla fine favorirebbe le famiglie con i redditi medio-alti ed alti. Poiché la proposta del «quoziente familiare» fa parte del programma del PdL, non mancherà l’occasione di discuterne in modo approfondito se e quando la proposta giungerà in Parlamento. Fin d’ora tuttavia credo sia possibile dire che nuove politiche familiari dovranno necessariamente comportare anche una revisione del nostro sistema fiscale.
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martedì 13 maggio 2008
Rassegna Stampa/ Stefania Prestigiacomo Ministro dell'ambiente
Un Ministero non facile alla donna delle Quote Rosa.
Incrociamo le dita.
Spunto di Massimo Gramellini sabato nella rubrica Buongiornosu Lastampa
Voto 8 a Gramellini che parla alla Ministra senza riferimenti alla sua bellezza.
Gentile ministro Prestigiacomo, da quando il petrolio ha sfondato il muro dei 100 dollari, i pragmatici americani hanno ricominciato a trivellare con furia la loro terra. Brutto segno per chi ha sostenuto svariate guerre pur di poter andare a sforacchiare quella altrui. In California spuntano pozzi dappertutto. Persino a Beverly Hills, come nei romanzi di Chandler degli Anni Trenta. Si trivella sulle spiagge e accanto alle case dei divi. La compagnia petrolifera Pxp ha addirittura chiesto il permesso per trivellare un quartiere centrale di Los Angeles.
In questa battaglia disperata di retroguardia, non siamo certo noi italiani a poter fare la morale. Noi che trivelliamo il poco che si può, fra Molise e Basilicata, e cerchiamo di riconvertire alcuni impianti al carbone, come nei romanzi di Dickens dell’Ottocento. Eppure, prima o poi, a qualcuno dovrà pur venire il sospetto che il ventunesimo secolo sarà mosso da energie diverse da quelle dei secoli passati. Ce n’è una di cui abbondiamo in casa nostra. Anzi, in casa sua, signora ministro dell’Ambiente. La Sicilia centrale è infatti un deserto di proporzioni gigantesche e da anni Carlo Rubbia e altri scienziati sostengono che lo si potrebbe trasformare in un impianto solare di 50 km per lato, in grado di sfamare case e industrie di mezza Italia. Non credo costi più del Ponte sullo Stretto, ma le assicuro che servirebbe cento volte tanto. Lo suggerisca al Capo: ha più possibilità di passare alla Storia dando il suo nome a un deserto che a un cavalcavia.
Incrociamo le dita.
Spunto di Massimo Gramellini sabato nella rubrica Buongiornosu Lastampa
Voto 8 a Gramellini che parla alla Ministra senza riferimenti alla sua bellezza.
Gentile ministro Prestigiacomo, da quando il petrolio ha sfondato il muro dei 100 dollari, i pragmatici americani hanno ricominciato a trivellare con furia la loro terra. Brutto segno per chi ha sostenuto svariate guerre pur di poter andare a sforacchiare quella altrui. In California spuntano pozzi dappertutto. Persino a Beverly Hills, come nei romanzi di Chandler degli Anni Trenta. Si trivella sulle spiagge e accanto alle case dei divi. La compagnia petrolifera Pxp ha addirittura chiesto il permesso per trivellare un quartiere centrale di Los Angeles.
In questa battaglia disperata di retroguardia, non siamo certo noi italiani a poter fare la morale. Noi che trivelliamo il poco che si può, fra Molise e Basilicata, e cerchiamo di riconvertire alcuni impianti al carbone, come nei romanzi di Dickens dell’Ottocento. Eppure, prima o poi, a qualcuno dovrà pur venire il sospetto che il ventunesimo secolo sarà mosso da energie diverse da quelle dei secoli passati. Ce n’è una di cui abbondiamo in casa nostra. Anzi, in casa sua, signora ministro dell’Ambiente. La Sicilia centrale è infatti un deserto di proporzioni gigantesche e da anni Carlo Rubbia e altri scienziati sostengono che lo si potrebbe trasformare in un impianto solare di 50 km per lato, in grado di sfamare case e industrie di mezza Italia. Non credo costi più del Ponte sullo Stretto, ma le assicuro che servirebbe cento volte tanto. Lo suggerisca al Capo: ha più possibilità di passare alla Storia dando il suo nome a un deserto che a un cavalcavia.
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sabato 10 maggio 2008
venerdì 9 maggio 2008
1978- 2008: Aldo Moro e Peppino Impastato. Per non dimenticare
2 omicidi lo stesso identico giorno. Due omicidi che hanno segnato la storia d'Italia e forse anche la coscienza di generazioni.
La memoria aiuta a non mollare.
E anche la conoscenza.
Peppino Impastato
http://www.peppinoimpastato.com/
Alcune immagini del film del 1998 I Cento Passi, di Marco Tullio Giordana.
Aldo Moro
http://it.wikipedia.org/wiki/Aldo_Moro
La memoria aiuta a non mollare.
E anche la conoscenza.
Peppino Impastato
http://www.peppinoimpastato.com/
Alcune immagini del film del 1998 I Cento Passi, di Marco Tullio Giordana.
Aldo Moro
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lunedì 5 maggio 2008
DAL TRIBECA FILM FESTIVAL/ Let the right one in
di Elena Maria Manzini da New York
Miei adorati lettori Rosa Shokking,
come promesso mi sono precipitata a vedere i tre film che hanno vinto i premi piu’ importanti del Tribeca Film Festival 2008. Eileen Walsh, la protagonista di “Eden”, e’ stata incoronata miglior attrice, Huseyin Karabey il regista del film turco “My Marlon and Brando” ha ricevuto la menzione di miglior giovane filmmaker e il film svedese “Let the right one in” e’ stato riconosciuto il miglior lungometraggio di narrativa del 2008 e ha ottenuto 25,000 dollari e l’opera d’arte Maternal Nocture: Clearing Storm, di Stephen Hannock.
“Eden” si basa su una famosa opera teatrale irlandese e ci porta nella casa di una coppia, Billy e Breda, alla vigilia del loro 10 anniversario di matrimonio. Eileen Walsh e’ bravissima a interpretare Breda, una donna innamorata del marito, ma delusa dalla vita di coppia, che vede nell'anniversario l'occasione di ritrovare l’intimita’ e la complicita’ di un tempo. Purtroppo rimarra’ delusa. Il regista, Declan Recks alla fine della proiezione ha raccontato una curiosita’: nella versione cinematografica Eileen ha rubato il ruolo alla sorella maggiore che ha interpretato per anni Breda a teatro.
“My Marlon and Brando” e’ un film veramente magnifico che narra una storia vera e che spero venga distribuito al piu’ presto anche in Italia. Aica, un’attrice turca, si innamora sul set di un film di Hama Ali, un attore curdo nord iracheno. Una volta ritornati nei rispettivi paesi i due rimangono in contatto tramite videomessaggi, ma all’inzio della guerra in Iraq Aica decide di raggiungere il suo amore. La giovane parte per un viaggio che la portera’ prima al confine turco-iracheno e poi in una regione sperduta iraniana. Il film e’ un semi-documentario, gli attori protagonisti infatti interpretano se stessi e Aica ha scritto la sceneggiatura con lo scopo principale di trovare i fondi per intraprendere il viaggio che potesse riunirla all’uomo della sua vita.
Anche “Let the right one in” tratta di una storia d’amore, questa volta pero’ i protagonisti sono due ragazzini di 12 anni, Eli e Oskar, che si incontrano di notte e flirtano timidamente circondati dal candore della neve. I ragazzi si aggrappano l’uno all’altra perche’ entrambi vivono situazioni di grande disagio: Oskar e’ stato preso di mira dai bulli della scuola ed e’ figlio di genitori divorziati, Eli e’ una vampira. La condizione soprannaturale di Eli si inserisce perfettamente nella narrazione realistica della storia e per quanto il film ci tenga a rimanere un horror, preferisce comunque soffermarsi sulla tenerezza dei primi baci.
Il Cadillac Award assegnato dal pubblico e’ andato al documentario “War Child” sulla vita di Emmanuel Jal, un ex bambino soldato sudanese diventato un rinomato rapper.
Bene, il mio compito e’ terminato. Da New York e’ tutto, gente!!
My beloved Rosa Shokking people,
as promised I watched the three movies that received the most important awards in the category of World Narrative Competition. Eileen Walsh was crowned as best actress for the Irish movie “Eden”, the Turkish director Huseyin Karabey obtained the award of Best New Narrative Filmmaker for “My Marlon and Brando” and the award for Best Narrative Feature of the 2008 Tribeca Film Festival was assigned to the Swedish movie “Let the right one in” directed by Tomas Alfredson.
“Eden” brings us in the house of a couple, Billy and Breda, right before their tenth anniversary. Eileen Walsh portrays beautifully a woman in love with her husband, but disappointed in the relationship, that struggles to re-build the intimacy and create the passion her husband had for her. A curiosity: at the screening the director Declan Recks told the audience that in the theater version Breda’s role has been played for years by Eileen Walsh older sister.
“My Marlon and Brando” is based on a true story and it’s a truly touching movie. Aica, a Turkish actress, meets Hama Ali, a Kurdish-Iraqi actor, on a set and falls in love with him. Once they both go back to their countries they keep in touch through video letters. As soon ad the war starts in Iraq Aica decides to leave Istanbul for a dangerous journey through Turkey and Iran to reunite herself with her love. The movie is almost a documentary: the main roles are played by the actual protagonists of the story and Aica wrote the screenplay with the motivation of funding her travel to northern Iraq.
The winning movie, “Let the right one in”, is also a beautiful love story. The protagonists are two 12-year old kids, Eli and Oskar, that meet at night in a playground and flirt shyly surrounded by spotless snow. They count on each other to deal with their troubled situations: Oskar is the target of a group of bullies and is the only son of divorced parents and Eli is a vampire. Eli’s supernatural condition fits perfectly in the realistic narrative of the story and even if the movie is proud to be a horror, it tends to focus on the tenderness of first kisses.
The Cadillac Audience Choice Award has been assigned to the documentary “War Child” shot on the life of Emmanuel Jal, a former Sudanese child soldier that has become a very well known rapper.
Well, my New York mission has been accomplished.That’s all folks!!
Miei adorati lettori Rosa Shokking,
come promesso mi sono precipitata a vedere i tre film che hanno vinto i premi piu’ importanti del Tribeca Film Festival 2008. Eileen Walsh, la protagonista di “Eden”, e’ stata incoronata miglior attrice, Huseyin Karabey il regista del film turco “My Marlon and Brando” ha ricevuto la menzione di miglior giovane filmmaker e il film svedese “Let the right one in” e’ stato riconosciuto il miglior lungometraggio di narrativa del 2008 e ha ottenuto 25,000 dollari e l’opera d’arte Maternal Nocture: Clearing Storm, di Stephen Hannock.
“Eden” si basa su una famosa opera teatrale irlandese e ci porta nella casa di una coppia, Billy e Breda, alla vigilia del loro 10 anniversario di matrimonio. Eileen Walsh e’ bravissima a interpretare Breda, una donna innamorata del marito, ma delusa dalla vita di coppia, che vede nell'anniversario l'occasione di ritrovare l’intimita’ e la complicita’ di un tempo. Purtroppo rimarra’ delusa. Il regista, Declan Recks alla fine della proiezione ha raccontato una curiosita’: nella versione cinematografica Eileen ha rubato il ruolo alla sorella maggiore che ha interpretato per anni Breda a teatro.
“My Marlon and Brando” e’ un film veramente magnifico che narra una storia vera e che spero venga distribuito al piu’ presto anche in Italia. Aica, un’attrice turca, si innamora sul set di un film di Hama Ali, un attore curdo nord iracheno. Una volta ritornati nei rispettivi paesi i due rimangono in contatto tramite videomessaggi, ma all’inzio della guerra in Iraq Aica decide di raggiungere il suo amore. La giovane parte per un viaggio che la portera’ prima al confine turco-iracheno e poi in una regione sperduta iraniana. Il film e’ un semi-documentario, gli attori protagonisti infatti interpretano se stessi e Aica ha scritto la sceneggiatura con lo scopo principale di trovare i fondi per intraprendere il viaggio che potesse riunirla all’uomo della sua vita.
Anche “Let the right one in” tratta di una storia d’amore, questa volta pero’ i protagonisti sono due ragazzini di 12 anni, Eli e Oskar, che si incontrano di notte e flirtano timidamente circondati dal candore della neve. I ragazzi si aggrappano l’uno all’altra perche’ entrambi vivono situazioni di grande disagio: Oskar e’ stato preso di mira dai bulli della scuola ed e’ figlio di genitori divorziati, Eli e’ una vampira. La condizione soprannaturale di Eli si inserisce perfettamente nella narrazione realistica della storia e per quanto il film ci tenga a rimanere un horror, preferisce comunque soffermarsi sulla tenerezza dei primi baci.
Il Cadillac Award assegnato dal pubblico e’ andato al documentario “War Child” sulla vita di Emmanuel Jal, un ex bambino soldato sudanese diventato un rinomato rapper.
Bene, il mio compito e’ terminato. Da New York e’ tutto, gente!!
My beloved Rosa Shokking people,
as promised I watched the three movies that received the most important awards in the category of World Narrative Competition. Eileen Walsh was crowned as best actress for the Irish movie “Eden”, the Turkish director Huseyin Karabey obtained the award of Best New Narrative Filmmaker for “My Marlon and Brando” and the award for Best Narrative Feature of the 2008 Tribeca Film Festival was assigned to the Swedish movie “Let the right one in” directed by Tomas Alfredson.
“Eden” brings us in the house of a couple, Billy and Breda, right before their tenth anniversary. Eileen Walsh portrays beautifully a woman in love with her husband, but disappointed in the relationship, that struggles to re-build the intimacy and create the passion her husband had for her. A curiosity: at the screening the director Declan Recks told the audience that in the theater version Breda’s role has been played for years by Eileen Walsh older sister.
“My Marlon and Brando” is based on a true story and it’s a truly touching movie. Aica, a Turkish actress, meets Hama Ali, a Kurdish-Iraqi actor, on a set and falls in love with him. Once they both go back to their countries they keep in touch through video letters. As soon ad the war starts in Iraq Aica decides to leave Istanbul for a dangerous journey through Turkey and Iran to reunite herself with her love. The movie is almost a documentary: the main roles are played by the actual protagonists of the story and Aica wrote the screenplay with the motivation of funding her travel to northern Iraq.
The winning movie, “Let the right one in”, is also a beautiful love story. The protagonists are two 12-year old kids, Eli and Oskar, that meet at night in a playground and flirt shyly surrounded by spotless snow. They count on each other to deal with their troubled situations: Oskar is the target of a group of bullies and is the only son of divorced parents and Eli is a vampire. Eli’s supernatural condition fits perfectly in the realistic narrative of the story and even if the movie is proud to be a horror, it tends to focus on the tenderness of first kisses.
The Cadillac Audience Choice Award has been assigned to the documentary “War Child” shot on the life of Emmanuel Jal, a former Sudanese child soldier that has become a very well known rapper.
Well, my New York mission has been accomplished.That’s all folks!!
venerdì 2 maggio 2008
DAL TRIBECA FILM FESTIVAL/ Vincitrici
di Elena Maria Manzini da New York
Carissimi lettori Rosa Shokking,
con mio grande dispiacere (mi stavo divertendo un sacco!!) siamo arrivati alle fasi finali. Ieri sera alla Filmmaker Louge sono stati annunciati i vincitori del Tribeca Film Festival 2008 e in totale sono stati distribuiti premi in denaro per 150,000 $ e le 13 opere d’arte messe a disposizione da famosi artisti newyorkesi.
Chi altri poteva vincere il premio di 25,000 $ come Miglior Documentario se non il film “Pray the Devil Back to Hell” girato da Gini Reticker sul gruppo di donne liberiane che hanno dato una svolta alla guerra nel loro paese e hanno rimandato il diavolo in persona, il presidente Charles Taylor, all’inferno con le loro preghiere? La giuria ha cosi’ commentato il premio “Le donne della Liberia ci hanno mostrato come la comunita’, l’amore materno e la perseveranza possono cambiare il destino della societa’. Pray the Devil Back to Hell ci ricorda che abbiamo il potere di dire Basta alle atrocita’ del mondo”. La regista e la produttrice hanno ricevuto anche l’opera d’arte “Liza Minelli” di Timothy White dalle mani di Robert De Niro che ha anche insistito per essere il cavaliere della presindetessa della Liberia Ellen Sileaf venuta a presenziare la prima del film del 30 aprile! Un trionfo Rosa Shokking!
Il premio come miglior regista di un documentario e’ andato a Carlos Carcas per il film “Old man Bebo” girato sulla vita del musicista cubano Bebo Valdes.
E per dare un’altra botta di ottimismo alle donne filmmaker il premio “New York LOVES Film” e’ stato assegnato alla regista Daniela Zanzotto per il documentario “Zoned In” su 8 anni di vita di un giovane ragazzo di colore partito dal ghetto per andare all’universita’ come studente e tornato al ghetto come insegnante. La regista ha ricevuto anche l‘opera d’arte “Table Odeon” dell’artista Donna Ferrato.
Insomma, i premi della giuria per i documentari hanno riconosciuto la particolare sensibilita’ delle registe donne nel raccontare storie di normale eroismo o soltanto eroicamente normali!
Vi starete chiedendo: e i lungomentraggi di narrativa? Devo ammettere che le mie scelte in questi giorni non sono state azzeccate e non ho visto i film che hanno vinto, fortunatamente ci sono ancora tre giorni di proiezioni e vi faro’ sapere al piu’ presto! Nel frattempo potete sempre andare a scoprire i vincitori sul sito www.tribecafilmfestival.org.
A prestissimo.
My dearest Rosa Shokking people,
Yesterday night at the Filmmaker Lounge were announced the winners of the 2008 Tribeca Film Festival. The festival is almost over and it’s a shame for me because I was having so much fun…
The award for Best Documentary Feature was assigned to “Pray the Devil Back to Hell” directed by Gini Reticker on the story of Liberian women that changed the course of the war in their country and sent the devil himself, president Charles Taylor, back to hell with their prayers. The comment of the jury was the following “In a relentless pursuit of peace, the women of Liberia show us how community, motherly love and perseverance can change the fate of a society. Pray the Devil Back to Hell is a reminder that we have the power to say “Enough!” to the atrocities of our world.” The director and the producer Abigail Disney received $25,000 cash and the art award “Liza Minnelli,” created by Timothy White, directly from the hands of Robert De Niro that has also been the “date” of Liberian president Ellen Sirleaf to the premiere of the movie on April 30.
To give a shot of optimism to female filmmakers the director Daniela Zanzotto received the award “New York LOVES Film” for the documentary “Zoned in” shot in 8 years on the experience of a young colored boy that left the ghetto to go to University as student and decided to go back to the ghetto as teacher. She also received the art award “Table Odeon,” created by Donna Ferrato
The award for best documentary director went to Carlos Carcas for the movie “Old Man Bebo”
I know you are wondering what about the Narrative Feature? I have to admit I have not seen the movies that won, but I still have three days of screenings, I’ll let you know as soon as possible! In the meanwhile you can always check on the winners on the website www.tribecafilmfestival.org
Carissimi lettori Rosa Shokking,
con mio grande dispiacere (mi stavo divertendo un sacco!!) siamo arrivati alle fasi finali. Ieri sera alla Filmmaker Louge sono stati annunciati i vincitori del Tribeca Film Festival 2008 e in totale sono stati distribuiti premi in denaro per 150,000 $ e le 13 opere d’arte messe a disposizione da famosi artisti newyorkesi.
Chi altri poteva vincere il premio di 25,000 $ come Miglior Documentario se non il film “Pray the Devil Back to Hell” girato da Gini Reticker sul gruppo di donne liberiane che hanno dato una svolta alla guerra nel loro paese e hanno rimandato il diavolo in persona, il presidente Charles Taylor, all’inferno con le loro preghiere? La giuria ha cosi’ commentato il premio “Le donne della Liberia ci hanno mostrato come la comunita’, l’amore materno e la perseveranza possono cambiare il destino della societa’. Pray the Devil Back to Hell ci ricorda che abbiamo il potere di dire Basta alle atrocita’ del mondo”. La regista e la produttrice hanno ricevuto anche l’opera d’arte “Liza Minelli” di Timothy White dalle mani di Robert De Niro che ha anche insistito per essere il cavaliere della presindetessa della Liberia Ellen Sileaf venuta a presenziare la prima del film del 30 aprile! Un trionfo Rosa Shokking!
Il premio come miglior regista di un documentario e’ andato a Carlos Carcas per il film “Old man Bebo” girato sulla vita del musicista cubano Bebo Valdes.
E per dare un’altra botta di ottimismo alle donne filmmaker il premio “New York LOVES Film” e’ stato assegnato alla regista Daniela Zanzotto per il documentario “Zoned In” su 8 anni di vita di un giovane ragazzo di colore partito dal ghetto per andare all’universita’ come studente e tornato al ghetto come insegnante. La regista ha ricevuto anche l‘opera d’arte “Table Odeon” dell’artista Donna Ferrato.
Insomma, i premi della giuria per i documentari hanno riconosciuto la particolare sensibilita’ delle registe donne nel raccontare storie di normale eroismo o soltanto eroicamente normali!
Vi starete chiedendo: e i lungomentraggi di narrativa? Devo ammettere che le mie scelte in questi giorni non sono state azzeccate e non ho visto i film che hanno vinto, fortunatamente ci sono ancora tre giorni di proiezioni e vi faro’ sapere al piu’ presto! Nel frattempo potete sempre andare a scoprire i vincitori sul sito www.tribecafilmfestival.org.
A prestissimo.
My dearest Rosa Shokking people,
Yesterday night at the Filmmaker Lounge were announced the winners of the 2008 Tribeca Film Festival. The festival is almost over and it’s a shame for me because I was having so much fun…
The award for Best Documentary Feature was assigned to “Pray the Devil Back to Hell” directed by Gini Reticker on the story of Liberian women that changed the course of the war in their country and sent the devil himself, president Charles Taylor, back to hell with their prayers. The comment of the jury was the following “In a relentless pursuit of peace, the women of Liberia show us how community, motherly love and perseverance can change the fate of a society. Pray the Devil Back to Hell is a reminder that we have the power to say “Enough!” to the atrocities of our world.” The director and the producer Abigail Disney received $25,000 cash and the art award “Liza Minnelli,” created by Timothy White, directly from the hands of Robert De Niro that has also been the “date” of Liberian president Ellen Sirleaf to the premiere of the movie on April 30.
To give a shot of optimism to female filmmakers the director Daniela Zanzotto received the award “New York LOVES Film” for the documentary “Zoned in” shot in 8 years on the experience of a young colored boy that left the ghetto to go to University as student and decided to go back to the ghetto as teacher. She also received the art award “Table Odeon,” created by Donna Ferrato
The award for best documentary director went to Carlos Carcas for the movie “Old Man Bebo”
I know you are wondering what about the Narrative Feature? I have to admit I have not seen the movies that won, but I still have three days of screenings, I’ll let you know as soon as possible! In the meanwhile you can always check on the winners on the website www.tribecafilmfestival.org
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