da Il Paese delle donne
La Junta Andaluza si è impegnata a garantire i trattamenti per la riproduzione assistita all’interno della sanità pubblica a tutte le donne, indipendentemente dal loro orientamento sessuale o dal loro stato civile.
Viene così superata la discriminazione contenuta nel decreto che regola questa materia dando la priorità nelle strutture pubbliche a donne con un partner maschio.
La Junta si è impegnata inoltre a ridurre i tempi di attesa, attualmente in media di tre anni, ad un massimo di sei mesi.
Secondo una ricerca del Servizio andaluso per la salute il 50% delle donne che ricorrono alle strutture private sono state allontanate, a vario titolo, dalle strutture pubbliche: di queste il 10% sono donne single eil 10% lesbiche che desiderano diventare madri
mercoledì 30 luglio 2008
martedì 15 luglio 2008
Interviste a Helen Mirren e Kim Cattrall.
di Elena Maria Manzini da Roma
Due signore del mondo dello spettacolo internazionale sono state celebrate durante il Roma Fiction Festival: la grandissima Helen Mirren, premio Oscar per “The Queen” e famosa in Inghilterra anche per la sua interpretazione della poliziotta televisiva Jane Tennison in Prime Suspect e la bellissima Kim Cattrall la spregiudicata Samantha di Sex and the City. Entrambe sono venute per ricevere il premio dei lettori di Tv Sorrisi e Canzoni.
Moltissime sono state le domande poste dai giornalisti italiani, ecco le più interessanti.
Lei ha lavorato sia in televisione che al cinema. Qual è il mezzo con il quale si trova più a suo agio?
Mi piacciono molto i piccoli film indipendenti perché possono essere molto interessanti, purtroppo però di solito anche i migliori non vengono distribuiti. Devo dire che per quanto mi riguarda il lavoro migliore che ho fatto è stato in televisione grazie alla serie poliziesca Prime Suspect.Ho lavorato su questa serie per 20 anni con una pausa di 7 e sono convinta che se domani un autobus mi investisse scriverebbero è morta Jane Tennison, non Helen Mirren. Mi trovo molto bene col mio personaggio, mi piace lavorare con molti sceneggiatori diversi che lo rendono sempre diverso e sono orgogliosa perché Prime Suspect ha dato l’avvio alla carriera di molti sceneggiatori e registi bravissimi.
Lei ha avuto moltissimi successi. Le è rimasto un sogno che ancora non ha realizzato?
Ho comprato con mio marito (il regista di Ufficiale e Gentiluomo Taylor Hackford) una masseria in Puglia, vorremmo ristrutturarla e renderla bellissima. Noi viaggiamo moltissimo e a causa del mio lavoro io sono sempre impegnata su qualche set, la prima volta che mi ha invitato non ho neanche potuto andare a cena dalla regina perché stato lavorando da un’altra parte. Vorrei un po’ di pace e l’Italia mi sembra il luogo giusto.
Progetti cinematografici?
Mio marito mi ha diretto in un film intitolato Love Ranch, dove interpreto la maitresse di un bordello e vedrete Joe Pesci nel ruolo di mio marito. Il film è basato su una storia vera e anche se non è stato concepito come una commedia il risultato è molto divertente.
Lei ha interpretato entrambe le regine “Elisabetta”, che idea si è fatta del rapporto tra donne e potere anche considerando che quest’anno una donna ha tentato di diventare presidente degli Stati Uniti.
Elisabetta I ed Elisabetta II sono molto simili per quanto riguarda la loro visione del “lavoro” di regina, anche se hanno diverse capacità politiche e diversi caratteri. Elisabetta II non ha potere politico, Elisabetta I era una dittatrice, ma entrambe hanno lo stesso atteggiamento verso il potere perché sanno di essere state messe lì da Dio. Al contrario Hillary Clinton ha dovuto cercare il supporto dell’elettorato perché, nonostante quello che crede George Bush, non è Dio che mette il presidente degli Stati Uniti al suo posto. Mi piacerebbe molto vedere a Londra due statue di Elisabetta, una di fronte all’altra, sono entrambe state incoronate a 25 anni ed entrambe sono risultate essere le monarche più longeve della nostra storia.
Si è incontrata con la regina Elisabetta dopo aver vinto l’Oscar. Che cosa vi siete dette?
Non posso dire di cosa abbiamo parlato perché è stato un incontro privato. Posso dire che il the’ era buonissimo e i tramezzini invece facevano schifo.
Degli spettatori di Sex and the City il 90% sono donne. Gli uomini non lo guardano perché sono complessati?
Tutti hanno complessi non solo gli uomini. La nostra è una serie che manda un messaggio post femminista alle donne. Noi trasmettiamo il messaggio che le donne non sono solo delle puttane o delle madonne sono esseri molto complicati e complessi, una volta mi è stato detto che i 4 personaggi fanno una donna completa. HBO era un network di uomini e tutti gli shows erano scritti per uomini poi il nostro piccolo show è arrivato e rappresentava la verità di quello che stava capitando alle donne. Quello che può fare lo spettacolo è trasmettere un messaggio (politicamente corretto o scorretto che sia) a chiunque lo voglia ascoltare ed interpretare nel modo giusto.
Lei ha sempre affermato che ci sono molte difficoltà per le donne mature nel trovare ruoli a Hollywood. Quali sono i suoi progetti futuri?
E’ interessante che oggi voi onoriate Helen Mirren che è non è più una ragazzina, quindi evidentemente qualcosa è cambiato, in Europa infatti ci sono molte attrici mature che continuano a lavorare. Io voglio cominciare produrre così posso crearmi le occasioni di lavoro. Ho acquisito i diritti di una serie tv inglese che tratta di due donne di 50 e 60 anni che attraversano una crisi di mezza età. Voglio essere parte del cambiamento e spero che un po’ anche il film Sex and the City dove il mio personaggio compie 50 anni aiuti la causa.
Che rapporto ha con il suo corpo?
C’e’ una cosa che si chiama gravità, ma la sto combattendo… Nella mia carriera mi sono accorta a mie spese che non si ottengono le parti solo se sei brava, c’e’ anche la pressione di apparire perfetta, c’e’ un modello di bellezza e di sensualità che è veramente ristretto. Sono arrivata alla soluzione che quello che conta è come io mi sento, come io vedo il mio corpo e non gli altri. Comunque mi piace molto fare esercizio e rimanere in forma.
Quando le hanno offerto il ruolo di Samantha lei non lo voleva accettare, perché?
Io non volevo accettare il ruolo perché avevo 41 e non credevo di poter essere abbastanza sexy e sicura di me per interpretare Samantha nel mondo giusto. Poi un mio amico mi ha chiamato e mi ha convinto dicendomi che questo show avrebbe cambiato la mia vita e la vita di molte donne e lo ringrazio ancora oggi. Infatti sono felice di dire che mi sbagliavo, Sex and the city fortunatamente ha cambiato il modo di definire l’idea di sexy.
Tutti la identificano con Samantha, ci può parlare un po’ di se stessa?
Io sono molto diversa dal mio personaggio, mi piacerebbe essere libera come lei, ma non penso che nessuno abbia l’appetito di questa donna, nemmeno certi uomini gay…è straordinaria! Quando gli scrittori scrivono apposta per te e per un ruolo così lungo per forza si comincia ad essere influenzati dal proprio personaggio tanto quando io ho influenzato lei. A differenza di Samantha io sono stata sposata e credo nelle relazioni di lunga durata. Il mio attuale fidanzato è un cuoco e anche a me piace molto cucinare. La mia vita è molto più calma e meditativa, esco spesso degli amici, ma sono più introspettiva. Mi sono molto divertita ad interpretare Samantha, ma per quanto riguarda il suo “appetito”, a me non piace rimpinzarmi come a lei….
L’ultimo paio di scarpe che ha comprato?
Dolce e Gabbana.
Due signore del mondo dello spettacolo internazionale sono state celebrate durante il Roma Fiction Festival: la grandissima Helen Mirren, premio Oscar per “The Queen” e famosa in Inghilterra anche per la sua interpretazione della poliziotta televisiva Jane Tennison in Prime Suspect e la bellissima Kim Cattrall la spregiudicata Samantha di Sex and the City. Entrambe sono venute per ricevere il premio dei lettori di Tv Sorrisi e Canzoni.
Moltissime sono state le domande poste dai giornalisti italiani, ecco le più interessanti.
Lei ha lavorato sia in televisione che al cinema. Qual è il mezzo con il quale si trova più a suo agio?
Mi piacciono molto i piccoli film indipendenti perché possono essere molto interessanti, purtroppo però di solito anche i migliori non vengono distribuiti. Devo dire che per quanto mi riguarda il lavoro migliore che ho fatto è stato in televisione grazie alla serie poliziesca Prime Suspect.Ho lavorato su questa serie per 20 anni con una pausa di 7 e sono convinta che se domani un autobus mi investisse scriverebbero è morta Jane Tennison, non Helen Mirren. Mi trovo molto bene col mio personaggio, mi piace lavorare con molti sceneggiatori diversi che lo rendono sempre diverso e sono orgogliosa perché Prime Suspect ha dato l’avvio alla carriera di molti sceneggiatori e registi bravissimi.
Lei ha avuto moltissimi successi. Le è rimasto un sogno che ancora non ha realizzato?
Ho comprato con mio marito (il regista di Ufficiale e Gentiluomo Taylor Hackford) una masseria in Puglia, vorremmo ristrutturarla e renderla bellissima. Noi viaggiamo moltissimo e a causa del mio lavoro io sono sempre impegnata su qualche set, la prima volta che mi ha invitato non ho neanche potuto andare a cena dalla regina perché stato lavorando da un’altra parte. Vorrei un po’ di pace e l’Italia mi sembra il luogo giusto.
Progetti cinematografici?
Mio marito mi ha diretto in un film intitolato Love Ranch, dove interpreto la maitresse di un bordello e vedrete Joe Pesci nel ruolo di mio marito. Il film è basato su una storia vera e anche se non è stato concepito come una commedia il risultato è molto divertente.
Lei ha interpretato entrambe le regine “Elisabetta”, che idea si è fatta del rapporto tra donne e potere anche considerando che quest’anno una donna ha tentato di diventare presidente degli Stati Uniti.
Elisabetta I ed Elisabetta II sono molto simili per quanto riguarda la loro visione del “lavoro” di regina, anche se hanno diverse capacità politiche e diversi caratteri. Elisabetta II non ha potere politico, Elisabetta I era una dittatrice, ma entrambe hanno lo stesso atteggiamento verso il potere perché sanno di essere state messe lì da Dio. Al contrario Hillary Clinton ha dovuto cercare il supporto dell’elettorato perché, nonostante quello che crede George Bush, non è Dio che mette il presidente degli Stati Uniti al suo posto. Mi piacerebbe molto vedere a Londra due statue di Elisabetta, una di fronte all’altra, sono entrambe state incoronate a 25 anni ed entrambe sono risultate essere le monarche più longeve della nostra storia.
Si è incontrata con la regina Elisabetta dopo aver vinto l’Oscar. Che cosa vi siete dette?
Non posso dire di cosa abbiamo parlato perché è stato un incontro privato. Posso dire che il the’ era buonissimo e i tramezzini invece facevano schifo.
Degli spettatori di Sex and the City il 90% sono donne. Gli uomini non lo guardano perché sono complessati?
Tutti hanno complessi non solo gli uomini. La nostra è una serie che manda un messaggio post femminista alle donne. Noi trasmettiamo il messaggio che le donne non sono solo delle puttane o delle madonne sono esseri molto complicati e complessi, una volta mi è stato detto che i 4 personaggi fanno una donna completa. HBO era un network di uomini e tutti gli shows erano scritti per uomini poi il nostro piccolo show è arrivato e rappresentava la verità di quello che stava capitando alle donne. Quello che può fare lo spettacolo è trasmettere un messaggio (politicamente corretto o scorretto che sia) a chiunque lo voglia ascoltare ed interpretare nel modo giusto.
Lei ha sempre affermato che ci sono molte difficoltà per le donne mature nel trovare ruoli a Hollywood. Quali sono i suoi progetti futuri?
E’ interessante che oggi voi onoriate Helen Mirren che è non è più una ragazzina, quindi evidentemente qualcosa è cambiato, in Europa infatti ci sono molte attrici mature che continuano a lavorare. Io voglio cominciare produrre così posso crearmi le occasioni di lavoro. Ho acquisito i diritti di una serie tv inglese che tratta di due donne di 50 e 60 anni che attraversano una crisi di mezza età. Voglio essere parte del cambiamento e spero che un po’ anche il film Sex and the City dove il mio personaggio compie 50 anni aiuti la causa.
Che rapporto ha con il suo corpo?
C’e’ una cosa che si chiama gravità, ma la sto combattendo… Nella mia carriera mi sono accorta a mie spese che non si ottengono le parti solo se sei brava, c’e’ anche la pressione di apparire perfetta, c’e’ un modello di bellezza e di sensualità che è veramente ristretto. Sono arrivata alla soluzione che quello che conta è come io mi sento, come io vedo il mio corpo e non gli altri. Comunque mi piace molto fare esercizio e rimanere in forma.
Quando le hanno offerto il ruolo di Samantha lei non lo voleva accettare, perché?
Io non volevo accettare il ruolo perché avevo 41 e non credevo di poter essere abbastanza sexy e sicura di me per interpretare Samantha nel mondo giusto. Poi un mio amico mi ha chiamato e mi ha convinto dicendomi che questo show avrebbe cambiato la mia vita e la vita di molte donne e lo ringrazio ancora oggi. Infatti sono felice di dire che mi sbagliavo, Sex and the city fortunatamente ha cambiato il modo di definire l’idea di sexy.
Tutti la identificano con Samantha, ci può parlare un po’ di se stessa?
Io sono molto diversa dal mio personaggio, mi piacerebbe essere libera come lei, ma non penso che nessuno abbia l’appetito di questa donna, nemmeno certi uomini gay…è straordinaria! Quando gli scrittori scrivono apposta per te e per un ruolo così lungo per forza si comincia ad essere influenzati dal proprio personaggio tanto quando io ho influenzato lei. A differenza di Samantha io sono stata sposata e credo nelle relazioni di lunga durata. Il mio attuale fidanzato è un cuoco e anche a me piace molto cucinare. La mia vita è molto più calma e meditativa, esco spesso degli amici, ma sono più introspettiva. Mi sono molto divertita ad interpretare Samantha, ma per quanto riguarda il suo “appetito”, a me non piace rimpinzarmi come a lei….
L’ultimo paio di scarpe che ha comprato?
Dolce e Gabbana.
domenica 13 luglio 2008
Roma Fiction Festival
di Elena Maria Manzini da Roma
Carissimi lettori Rosa Shokking,
pensavate che non sarei mai tornata dagli States, vero? Anche io...E invece eccomi qui nei prati di casa, anzi meglio, in trasferta al Roma Fiction Festival.
Il festival tenutosi dal 7 al 12 di luglio ha mostrato, completamente gratis, al pubblico romano una scelta dei migliori telefilm stranieri e italiani ed alcune anteprime delle fiction che riempiranno le nostre serate televisive a partire da settembre.
Devo dire che, a parte un paio di sitcom straniere molto divertenti che probabilmente non vedremo mai sui nostri teleschermi, non ho visto nulla di particolarmente innovativo. In Italia, si punta molto sulle serie gia’ di successo come Ris, I Cesaroni, Boris, Piloti o la trasposizione televisiva del meraviglioso Romanzo Criminale. Per quanto riguarda le nuove fiction rivolte ai giovani i temi affrontati saranno i rapporti tra amici e i discorsi di sesso (una novita’..).
Sono stati presentati, in anteprima, due film per la televisione a carattere biografico: uno sulla vita di Einstein diretto da Liliana Cavani, ormai un’esperta di tele-biografie, e uno sulla vita della suora sudanese santificata nel 2000, Bakhita.
Particolarmente interessanti sono state una conferenza sul fenomeno Ugly Betty con la partecipazione del papa’ di tutte le Betty il colombiano Fernando Gaitan e le conferenze stampa delle signore del festival Helen Mirren e Kim Cattrall venute a ritirare un premio del pubblico.
Durante il festival, infatti, si sono tenute due serate di gala. Nella prima, martedi’ 8, sono stati consegnati i premi dei lettori di TV Sorrisi e Canzoni alle serie gia’ in onda e nella seconda, in chiusura della manifestazione, una giuria ha premiato le migliori fiction in concorso al festival.
Fra tutti i premi assegnati l’Italia ha ottenuto la menzione di migliore serie lunga per Boris 2, e due premi per le migliori interpretazioni a Lucrezia Lante della Rovere per il film per la televisione "Ovunque tu sia" e a Francesco Falchetto per la miniserie "Sonataula" recitata in dialetto sardo.
Solo un commento in chiosa, l’organizzazione del festival ha lasciato veramente a desiderare, non credo di essere mai stata presente ad una proiezione iniziata in orario…
A domani con le risposte di Helen Mirren e Kim Cattrall alle domande dei giornalisti italiani.
Carissimi lettori Rosa Shokking,
pensavate che non sarei mai tornata dagli States, vero? Anche io...E invece eccomi qui nei prati di casa, anzi meglio, in trasferta al Roma Fiction Festival.
Il festival tenutosi dal 7 al 12 di luglio ha mostrato, completamente gratis, al pubblico romano una scelta dei migliori telefilm stranieri e italiani ed alcune anteprime delle fiction che riempiranno le nostre serate televisive a partire da settembre.
Devo dire che, a parte un paio di sitcom straniere molto divertenti che probabilmente non vedremo mai sui nostri teleschermi, non ho visto nulla di particolarmente innovativo. In Italia, si punta molto sulle serie gia’ di successo come Ris, I Cesaroni, Boris, Piloti o la trasposizione televisiva del meraviglioso Romanzo Criminale. Per quanto riguarda le nuove fiction rivolte ai giovani i temi affrontati saranno i rapporti tra amici e i discorsi di sesso (una novita’..).
Sono stati presentati, in anteprima, due film per la televisione a carattere biografico: uno sulla vita di Einstein diretto da Liliana Cavani, ormai un’esperta di tele-biografie, e uno sulla vita della suora sudanese santificata nel 2000, Bakhita.
Particolarmente interessanti sono state una conferenza sul fenomeno Ugly Betty con la partecipazione del papa’ di tutte le Betty il colombiano Fernando Gaitan e le conferenze stampa delle signore del festival Helen Mirren e Kim Cattrall venute a ritirare un premio del pubblico.
Durante il festival, infatti, si sono tenute due serate di gala. Nella prima, martedi’ 8, sono stati consegnati i premi dei lettori di TV Sorrisi e Canzoni alle serie gia’ in onda e nella seconda, in chiusura della manifestazione, una giuria ha premiato le migliori fiction in concorso al festival.
Fra tutti i premi assegnati l’Italia ha ottenuto la menzione di migliore serie lunga per Boris 2, e due premi per le migliori interpretazioni a Lucrezia Lante della Rovere per il film per la televisione "Ovunque tu sia" e a Francesco Falchetto per la miniserie "Sonataula" recitata in dialetto sardo.
Solo un commento in chiosa, l’organizzazione del festival ha lasciato veramente a desiderare, non credo di essere mai stata presente ad una proiezione iniziata in orario…
A domani con le risposte di Helen Mirren e Kim Cattrall alle domande dei giornalisti italiani.
Etichette:
Elena Maria Manzini,
fiction,
Roma Fiction Festival,
televisione
martedì 8 luglio 2008
Pietro Ichino: I magistrati, questa casta
di Francesco G. Vicario
"I giudici si sentono estranei alla pubblica amministrazione? E' proprio questo il problema". Il senatore P.D., membro della commissione permanente Lavoro e Previdenza Sociale, intervenendo ieri ad un dibattito sul funzionamento della gestione pubblica, cita spesso l'ordinamento giudiziario italiano per fare il punto sull'(in)efficienza della macchina burocratica nostrana. E non risparmia critiche puntute. Un C.S.M. da riformare- sostiene- oggi autoreferenziale e svincolato da qualsivoglia controllo superiore sulle proprie mansioni. Il principio è quello del circolo vizioso ( e del conflitto di interessi): giudici che giudicano altri giudici. Nessuna pubblicità sui procedimenti disciplinari istruiti, nessun accesso ai fascicoli, poche e blande le sanzioni irrogate. L'ultima ha colpito il giudice Pinatto poche settimane fa, ma un provvedimento di rimozione non veniva emessso da circa 15 anni. Come si concilia l'esistenza di un organo centrale incontrollabile nel suo agire con la farraginosità dei processi italiani denunciata anche dalla Corte Europea? Ecco la ricetta: "utilizzare tecnici di grande competenza già alle dipendenze dello Stato (ma non utilizzati) per confrontare la produttività degli uffici giudiziari, elaborare i dati ottenuti, pubblicarli e pretendere una soglia minima di efficienza che oggi non è quantificabile". Il giuslavorista cita anche il lavoro del ministro Renato Brunetta: " un buon inizio, ma ci vuole più coraggio a pubblicare on-line i resoconti elaborati sul funzionamento della macchina pubblica, dalle strutture centrali a quelle periferiche".
Il dibattito on-line: http://www.radioradicale.it/scheda/257790/incontro-dal-titolo-liniziativa-del-pd-per-ridare-efficienza-orgoglio-e-prestigio-alla-funzione-pubblica
Iscriviti a:
Post (Atom)