Carissimi lettori Rosa Shokking,
lo scorso week end, lottando contro la pulsione di sdraiarmi nel bel mezzo di Central Park a godermi i trenta gradi che stanno scongelando New York dopo un inverno rigidissimo, ho deciso di esplorare il lato maschile del Tribeca 2009. Ho visto alcuni film e documentari che mettono storie di uomini al centro della narrazione e come vi avevo preannunciato ho partecipato all'incontro con i protagonisti e il regista del film messicano "Rudo y Cursi".
"My last five girlfriend" e' la risposta dell'uomo britannico al diario di Bridget Jones. Il film, basato sul bestseller di Alain de Botton, ci porta nel luna park "Il mondo di Duncan" all'interno del quale ogni giostra rappresenta una ex fidanzata del protagonista. Finalmente si vede il dietro le quinte delle relazioni sentimentali dal punto di vista degli uomini, non stereotipati come sono in tante commedie romantiche, ma sinceri nella ricerca dell'anima gemella e tanto insicuri e alla deriva quanto sono le donne. In piu' se mi lasciate un commento personale, il protagonista e' talmente adorabile che non sembra neanche inglese...
Il documentario in concorso "Fixer: the taking of Ajmal Naqshbandi" girato dal regista americano Ian Olds racconta il rapimento in Afghanistan del giornalista della Repubblica Daniele Mastrogiacomo visto con gli occhi degli amici di Ajmal, il fixer che l'ha accompagnato dai talebani e che invece di essere liberato insieme a lui e' stato brutalmente assassinato.
Nella conferenza stampa che ha seguito la visione del film ho
avuto l'opportunita' di chiedere agli autori se avessero cercato di intervistare anche i rappresentanti del governo italiano o Gino Strada, il fondatore della NGO Emergency che ha fatto da intermediario per la liberazione di Mastrogiacomo. Mi hanno risposto che nessuno di loro ha voluto rilasciare dichiarazioni a riguardo. Il giovane Ajmal e' stato decapitato davanti ad una telecamera perche', al contrario di Mastrogiacomo, non sono state accettate le richieste dei rapitori e cio' ha lasciato nei suoi connazionali la sensazione che la vita di uno straniero fosse piu' importante di quella di un afgano. Il documentario ad agosto verra' trasmesso dal network americano HBO e spero che presto venga distribuito anche in Italia.
La valanga messicana di "Rudo y Cursi", circondata da un aurea di preoccupazione considerando le drammatiche notizie sull'influenza suina, ha travolto con molta ilarita' gli spettatori del film e della conferenza. I giovani, ma gia' affermati attori Gael Garcia Bernal e Diego Luna hanno infatti intrettenuto il pubblico con scherzi, aneddoti dal set, ma soprattutto con dichiarazioni molto intelligenti sul ruolo degli artisti nella societa' moderna e sull'importanza di amare il proprio lavoro per creare un dialogo con i propri spettatori (vi ho caricato due video). La commedia "Rudo y Cursi" narra l'avventura di due fratelli che vengono scoperti da un procuratore di talenti calcistici in un bananeto di una zona sperduta del Messico e diventano in poco tempo delle stelle del calcio. Il calcio pero', come ha spiegato lo sceneggiatore/regista Carlos Cuaron, non e' altro che un contesto nel quale viene raccontata la storia di rivalita' e amore tra fratelli. Il team rivede al lavoro i protagonisti e lo sceneggiatore del capolavoro di qualche anno fa "Y Tu Mama' Tambien" che se non avete ancora visto, vi ordino di uscire subito e andare ad affittare, ne vale la pena! Come vale la pena andare a vedere "Rudo y Cursi" quando verra' distribuito in Italia.
A presto con la risposta delle donne a questo sfoggio di testosterone!
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