martedì 24 marzo 2009

Donne e Cinema

Alle nostre amiche e amici RosaShokking giro un invito della Provincia di Milano e l’Associazione Donne In Quota.
La figura femminile nel cinema a partire dagli anni 30.
Da Torino e Hollywood per arrivare a Bollywood


27 marzo 2009 ore 18,00
Palazzo Isimbardi – Sala Affreschi
Via Vivaio 1 – Milano
Quale ruolo ha avuto e può avere il cinema nell’emancipazione femminile?

Pose, abiti, storie e trasgressioni di dive e "donne fatali" hanno avuto, cento anni fa, un'influenza decisiva sull'emancipazione femminile di massa?

Sembrerebbe di sì. Qualcuno la definisce “l’altra ribellione femminile”.

Quella che ha cambiato mode e costumi e perfino atteggiamenti culturali, rompendo tabù, sconvolgendo abitudini, dando scandalo. Soprattutto scavalcando i limiti da sempre imposti alle donne.

Le prime dive del cinema muto hanno instillato nell'immaginario di uomini e donne un archetipo femminile forte, indomito, capace di rivendicare per sé la conquista di una felicità e di una realizzazione non subordinate a quelle dei maschi.

Ma se a Torino e Hollywood queste figure femminili hanno rivoluzionato la società patriarcale in Occidente, quale influenza avrà Bollywood nelle culture degli altri Paesi ?

Introduce:
· Arianna Censi, consigliera delegata alle Politiche di genere - Provincia di Milano
Intervengono:
· Valeria Palumbo, autrice di Le figlie di Lilith e caporedattore centrale de L’Europeo
· Luca Malavasi, critico cinematografico
· Stella Dagna, dottoranda in Storia delle arti figurative e dello spettacolo - Università di Pisa

mercoledì 4 marzo 2009

4 di Marzo: ricordando il compleanno di Miriam Makeba grazie a Tsidii Le Loka.


di Elena Maria Manzini da New York

Cari lettori Rosa Shokking,

qui a NY si fanno degli incontri strani, divertenti, interessanti, a volte inquietanti e' vero, ma a volte veramente entusiasmanti. Grazie a Cristiana, una grande esperta e appassionata di musica, ho avuto la fortuna di incontrare Tsidii Le Loka una cantante nata in Lesoto, cresciuta artisticamente in Sud Africa e trasferitasi negli Stati Uniti agli inizi degli anni ’90 dove, dopo la laurea all'Universtita' del Massachussets, e' stata subito chiamata per interpretare il ruolo di Rafiki nel musical “The Lion King” diretto da Julie Taymor. Tsidii non era comunque nuova a palcoscenici di altissimi livelli, infatti prima di trasferirsi negli Stati Uniti era stata scelta giovanissima dalla meravigliosa artista sudafricana Miriam Makeba, recentemente scomparsa proprio in Italia, per fare parte del primo concerto che ha tenuto in Sud Africa dopo 30 anni di esilio e la successiva tourne’.

Il 4 di marzo cade il compleanno di Miriam Makeba e Tsidii, insieme ad altri artisti di fama mondiale, e’ stata invitata dalla famiglia della famosa cantante africana a partecipare al concerto tenutosi in suo onore in Sud Africa. La canzone di Miriam Makeba, scelta da Tsidii, per lo spettacolo e’ una bellissima ballata intitolata “Ask the rising sun”, che ho trovato su youtube cantata da una Makeba appena trentenne. 


Tsidii sta lavorando ad un paio di nuovi progetti: uno spettacolo in memoria di Miriam Makeba intitolato Artspeak al quale ho assistito un paio di settimane orsono, ed un concerto che si terra' a New York il 1 e il 2 di Maggio, intitolato “To the rising sun” nel quale verranno eseguite canzoni rese famose da Miriam Makeba, Nina Simone e Odetta Holmes. Tre artiste di grandissimo talento, con una forte personalita' e molto impegnate sul fronte dei diritti civili.

Per stuzzicarvi a leggere l’intervista nella quale Tsidii racconta la sua strabiliante carriera artistica, la sua visione della vita e del ruolo delle donne (con molte tette) nell’arte, che sara’ pubblicata il prima possible sulla nostra rivista vi propongo un assaggio di quello che mi ha raccontato...

1) sulla celebrazione del compleanno di Miriam Makeba in Sud Africa e la scelta della canzone "Ask the rising sun". 

"La famiglia mi Miriam Makeba mi ha invitato a scegliere una canzone e mandare un video per la celebrazione del compleanno, molti altri artisti si esibiranno sul palco e le canzoni piu' famose erano state scelte. Non mi sono preoccupata perche' esendo la persona che sono preferisco le cose piu' inusuali che mi rendono diversa dagli altri per questo ho deciso di reintepretare questa vecchia ballata. Penso che per celebrare qualcuno nel miglior modo possibile dobbiamo prima di tutto essere autentici e celebrarli usando la nostra voce, il loro lavoro l'hanno gia' fatto, non dobbiamo copiarlo, ma contemplarlo e lasciarci ispirare da esso. Questo e' stato il mio approccio per interpretare la canzone. Mi piacciono tantissimo le parole di "Ask the rising sun", e' una canzone serena e riflessiva, porta la persona in un luogo di contemplazione solitaria dove puo' cantare per se stessa, ma sa che la' fuori c'e' un mondo pieno di persone."

"Miriam Makeba family invited me to choose a song and send a video for the big celebration, a lot of other performers will be on stage and they will be performing Miriam's famous songs, but being the kind of person I am, I always go for the unusual thing that makes me different that is why I picked this old ballade. I think that to celebrate someone in the best way first of all we have to be authentic to what we are and celebrate them in our voice: they already have done their work, we just need to contemplate it and being inspired by it. That was my approach in performing this song. I really love the words and feel of "Ask the rising sun", it is a serene and reflecting song. Takes a preson into a place of contemplation where is lonely and can sing to himself, but also knows that there is a world of people out there. "

2) Sullo spettacolo che sta preparando per il 1 di maggio a New York.

"E' un modo per far si' che il pubblico conosca delle artiste che magari non hanno mai sentito nominare e scoprire una parte della nostra storia. Dico "nostra" perche' queste donne sono cittadine di tutto il mondo, il loro era un messaggio di speranza per un mondo migliore e lo hanno dimostrato anche con la loro incredibile partecipazione al movimento per i diritti civili. Non cantano solo l'esperienza Afro-Americana o Africana, cantano l'esperienza della razza umana. Possiamo avere culture differenti, pelli di colori diversi e capelli diversi, ma facciamo tutti parte della stessa razza altrimenti non potremmo procreare!! Non c'e' bisogno di mascherare la nostra bellezza e di avere vergogna di quello che siamo, non importa che pensano le altre persone, gli esseri umani sono bellissimi. Io non devo coprirmi di trucco o cambiare i miei capelli, a volte lo faccio perche' mi piace giocare, ma non ho bisogno di mascherarmi, noi siamo tutti bellissimi come siamo."

"It is a way to let the audience know artists they maybe never heard of and to discover a part of our history. I say "our" because these women where women of the world, their message was a hopeful message to a better day and they showed it in their incredible partecipation in civil rights movement and beyond. It is not only the African American experience or the African experience they sing, it is the experience of the human race, we have different cultures, we may have different skins and different hair, but we are all the same race otherwise we would not be able to procreate! There is no need to mask our own  beauty or to be ashamed of it in any way, no matter what another person sees. A human being is beautiful. I don’t need to put on make up and change my hair, I just do it sometimes because I like to play and have fun, but I don’t need to mask myself, we are truly beautiful as we are."