mercoledì 31 ottobre 2007

Parigi va oltre la multa fino a 450 euro

di Giusi Binetti da Milano

Leggo su corriere.it la notizia della decisione di dotare i muri di Parigi di speciali lamiere con la funzione di restituire al mittente la pipi’ di chi orina nei vicoli della citta’.

Parigi soffre dello stesso problema che affligge Milano, o, meglio, i milanesi: negli ultimi anni il noto lezzo è diventato presenza comune e ahime’ frequente non solo nelle strade periferiche. A Manhattan non e’ cosi’ e usare il bagno dei locali pubblici non e’ complicato come da noi.

Almeno per gli uomini, il problema un tempo era risolto dalla presenza dei cosiddetti vespasiani: specie di separé ovoidali in ghisa verde scuro che celavano il corpo dei maschietti intenti all’opera, lasciando in bella vista pero’ testa e gambe, dai polpacci ai piedi.

Provvisto di tetto, e dotato di due posti, consentiva un uso contemporaneo, ma opposto, mentre i getti d’ acqua continui promettevano la nettezza del marchingegno.

Ricordo, su una rivista femminile, il quesito di una signora che domandava se suo marito, in quella posizione, fosse in obbligo di rivolgere il saluto ad una signora conosciuta che passava per strada. Risposta: date le circostanze, meglio era astenersi.

Tolti i vespasiani, che offendevano la vista e favorivano, pare, incontri clandestini, nella nostra citta’ ci siamo ritrovati senza nulla predisposto all’uopo, nemmeno i bagni prefabbricati, a forma di cabina, e a pagamento, che almeno Parigi ha.

Se ne deduce che il problema da noi sia duplice, ma, evidentemente, non meritevole di essere affrontato.

Quando i nostri amministratori smetteranno di essere politically correct e cominceranno a chiamare i problemi con il loro nome?

A cominciare dagli orinatoi.


la notizia: http://www.corriere.it/esteri/07_ottobre_29/parigi_muri_pipi.shtm


martedì 30 ottobre 2007

GRAVIDANZE SPONTANEE E ASSISTITE

di Virginia Fiume da Milano

Ascolto il TG1.
Parlano di un parto di 5 GEMELLI in non so che ospedale definito come gioiello. (scoprirò più tardi il Salesi di Ancona).

Il giornalista racconta di una gravidanza: "spontanea indotta farmacologicamente"
Tradotto dal politically correttese all'italiano: FECONDAZIONE ASSISTITA.

Il giornalista forse non si è accorto che il papà sembrava uno che ha realizzato oggi che d'ora in poi deve mettere in condizione di volare non 1, non 2, non 3...ma cinque figli.

Mi permetto di pensare che con i tempi economici che corrono non sia esattamente facile.

Mi sembra di ricordare che a giugno si era parlato di un bilancio da lreferendum.
Numeri non positivi nè per le gravidanze nè per le gravidanze a rischio.
Molte più donne infertili e molte meno donne che riescono a portare a termine gravidanze sane: la restrizione a tre embrioni aumenta considerevolmente il bombardamento ormonale necessario e nello stesso tempo il rischio di gravidanze tri e plurigemellari. Una commissione parlamentare visti i dati si era espressa a favore della revisione della legge
Commissione affari sociali (qui)

Il verdetto era semplice: con le regole della legge quaranta dati di due anni dimostravano: più rischi per le madri, per i bambini, per i bambini, per il portafoglio anche nel caso in cui vada tutto bene.

Finito il servizio e il dejavu tardo primaverile mi faccio domande:

possibile che dobbiamo vivere in un paese dove i giornalisti chiamano la fecondazione assistita con il nome di gravidanza farmacologicamente indotta?
Possiamo lasciare che famiglie che già devono fare i conti (sì, anche economici...soprattutto quelli che magari decidono di andare all'estero per provare a aumentare le probabilità di una gravidanza) debbano farli anche dividendo per cinque anzichè per uno?
Se poi la gravidanza è spontanea, perchè deve essere più difficile?
Perchè è farmacologicamente indotta?
Perchè le ragazze restano incinte e abortiscono a undici anni e le trentenni- quarantenni che forse sono più in condizione di fare un figlio non possono. O devono farlo con rischi altissimi. Preservano solo parole "giusto" "sbagliato" e non le loro vite e quelle dei figli che concepiscono?

Allora, se permettete signori, fate le cose per bene.
O sì o no.
Ma per favore non ci si prenda in giro con le ideologie e non si punisca chi giù convive con dolore.
Saranno fatti suoi.
Ma secondo quale legge e' giusto far soffrire?



A DUE ANNI DAL REFERENDUM QUALI SONO LE CONSEGUENZE DELLA LEGGE ATTUALMENTE IN VIGORE clicca qui o se hai più tempo ascolta qui
(organizzato da SOSinfertilità onlus e Cellula Coscioni Milano,
con Maria Antonietta Coscioni, presidente Radicali Italiani e Associazione Coscioni e Arianna Censi, consigliere provinciale milanese, Partito Democratico, responsabile dell'ideazione dell'osservatorio donna http://temi.provincia.milano.it/donne/osservatorio_dati/osservatorio.php?p=nd)

Il Papa e...le solite questioni!

di Rossella Canevari


Queste le parole del pontefice:
"non è possibile anestetizzare le coscienze sugli effetti di molecole che hanno lo scopo di evitare l'annidamento di un embrione o di cancellare la vita di una persona. (vedi pillola RU486) Il farmacista, importante intermediario tra medici e pazienti, deve invitare ciascuno a un sussulto di umanità, perchè ogni essere sia protetto dalla concepimento fino alla morte naturale".

http://www.repubblica.it/2007/10/sezioni/esteri/benedettoxvi-17/aborto-farmacisti/aborto-farmacisti.html

http://www.corriere.it/cronache/07_ottobre_29/papa_obiezione_farmacisti.htlm


Aborto, eutanasia, cellule staminali e ricerca...è con i divieti che si protegge il diritto alla vita?

lunedì 29 ottobre 2007

Staffetta coniugale alla Casa Rosada

di Francesco G. Vicario

Le prime immagini scattate la ritraggono sorridente, affacciata ad una balconata che saluta e ringrazia i suoi sostenitori. E' Cristina Kirchner, neo eletta "Presidenta" argentina. Il confronto con Evita è inevitabile. Succede al marito che, avendo esaurito i due mandati consecutivi, era impossibilitato a ricandisarsi. Avvenente cinquataquatreenne, la sua campagna elettorale verrà ricordata come la pianificazione di una strategia mediatica da parte del predecessore e coniuge Nestor: lei si è spesa poco, ha calibrato le uscite pubbliche con il contagocce, dribblando la maggior parte dei confronti diretti con gli avversari ( tra cui spicca un'altra dama, Lilita Carriò, che si è posizionata al 22% delle preferenze). Desta sensazioni contraddittorie Mrs K: l'ineccepibile eleganza che la accompagna fa a pugni con il senso del suo ruolo istituzionale, si teme un fantoccio nelle mani del consorte. Riuscirà a guidare la sua terra verso il rinnovamento, ad affrancarsi dalla strana (e pericolosa) alleanza con Chavez, a riallinearsi ad una politica economica liberale filo americana abbandonando il sentiero delle nazionalizzazioni? Il regista Solanas sostiene che gli argentini le abbiano firmato un assegno in bianco, che si siano affidati più alla pulizia dell'immagine che alla schiettezza dei contenuti. Lo sforzo nell'invertire la marcia esiste, ma il timore golpista, quando si parla di politica sudamericana, è uno spettro sempre in agguato.

sabato 27 ottobre 2007

Georges-Pierre Seurat al MOMA

di Giusi Binetti
da New York

Sono al Modern Art Museum di New York e visito, in anteprima, la mostra dedicata a Seurat. Emozionante sfogliare i piccoli album che contengono i primi schizzi giovanili tracciati a matita, i primi profili, i paesaggi abbozzati, un dettaglio, un viso,un cappello a tuba.

La produzione dei primi anni è caratterizzata dall’uso della grafite, del carboncino, del pastello a cera con i quali Seurat esprime i chiaroscuri, lo sfumato dalle mille tonalità di grigio e di nero, nella ricerca continua dei contrasti, ricchi e mutevoli, del gioco della luce che filtra dalle ombre che, solo apparentemente indistinte, rivelano figure assorte, dalla immobilità piena di mistero e carica di significati. Bellissimi i ritratti del volto della madre che ricama e particolarmente ricchi di suggestioni gli scorci dei Café-Chantant.


Dopo due anni di lavoro, nel 1886, Seurat termina Una domenica pomeriggio sull’isola della Grand Jatte : prima opera rivoluzionaria per tecnica e contenuti. L’artista ritrae persone di ogni ceto sociale, dalla famigliola alle coquettes, durante le frequentazioni domenicali sulle rive della Senna.
Con questa opera nasce il Puntinismo, tecnica pittorica con la quale l’artista non si accontenta di dipingere la tela con pennellate di colore, ma, anzi, scompone il colore in mille puntini che accosta gli uni agli altri con piccoli tocchi sapienti che l’occhio dell’osservatore ricompone come un insieme composito fatto di mille sfumature uniche e irripetibili.
Non immaginava, Seurat, che il Puntinismo sarebbe stato preludio a quella magnifica espressione artistica che fu l’Impressionismo.

venerdì 26 ottobre 2007

Ma chi sono io??

di Gea
C'è una cosa che da anni ormai, io desidero fortemente, ed è una casa mia. Un buco tutto mio, non certo in centro però nemmeno troppo in periferia, perlomeno non in zone che non conosco. I prezzi e il peso di un mutuo si sa sono quello che sono, e dato che ormai già campo per miracolo barcamenandomi con le mie rate, le mie bollette e le simpatiche spese straordinarie ho quasi abbandonato l'idea. Gli affitti se possibile sono ancora peggio e quindi l'unica alternativa possibile è condividere, certo che alla tenera età di 33 anni condividere un appartamento con una sconosciuta non rappresenta proprio il massimo delle mie aspirazioni, insomma la casa per me è un problema annoso. Poi ti ritrovi a leggere questi articoli: http://milano.repubblica.it/dettaglio/Vista-Duomo-a-400-euro-al-mese-gli-affitti-stracciati-del-Comune/1377655 che ultimamente grazie anche allo scandalo dei parlamentari e dei loro "affari" immobiliari popolano la cronaca dei nostri quotidiani. Li leggo e li rileggo e penso, certo io non rientro in nessuna categoria protetta, non sono sotto i 30, non sono una ragazza madre, non sono nemmeno sposata, non sono extracomunitaria, non sono vedova e non sono neppure immanicata politicamente, amica del tale ministro/assessore/politico che mi possa mettere in lista per farmi avere una casa a in centro a € 400 mensili spese incluse. Sono sono una single come tante altre che lavora dipendente e quindi nemmeno degna di essere considerata una categoria da incentivare/aiutare. Perchè infondo scusa ma tu che problemi hai??

mercoledì 24 ottobre 2007

Chi di Ambiente ferisce...di Ambiente perisce!

Di Francesca Gabetti -
da Barcellona


In Spagna, la settimana finsce con un botta-risposta al vetriolo tra il leader dell'opposizione Mariano Rajoy (Partido Popular) ed il brand new Nobel per la Pace, Al Gore.

Ma torniamo all'inizio. Approfittando della visita nella penisola iberica di Gore, Zapatero annuncia la sua nuova ed "originale" strategia per rientrare a pieno titolo tra i top-leader della politica internazionale: la lotta contro il cambio climatico. (Da quest'anno tra l'altro, in tutte le scuole spagnole sará trasmesso, a titolo educativo, il documentario "Una scomoda veritá ").



Rajoy reagisce e sbotta. Con l'evidente intenzione di sottolineare la sviolinata dell'avversario per accattivarsi l'opinione pubblica a pochi mesi dalle elezioni, scivola in una gaffe imbarazzante ed ai limiti del surreale, qualificando il problema del surriscaldamento terrestre come un "non-problema". Infatti, aggiunge:" Mio cugino, che è fisico e sa di queste cose, è d'accordo con me nell'essere scettico: visto che non si puó ancora prevedere esattamente il tempo che fará domani, come è possibile determinare quello che accadrá tra 300 anni? Che Zapatero pensi ai problemi reali...!". Apriti cielo! La platea assiste attonita. Piovono critiche a raffica contro questa affermazione quantomeno superficiale e che rivela scarsissima informazione sul tema. Il cugino di Rajoy si barrica dietro un impietrito "no comment". Qualcuno spiega a Rajoy che il problema riguarda i prossimi 30 anni e che forse ha aggiunto uno zero di troppo...


Assist su un piatto d'argento. Al Gore infatti, che è appunto in Spagna, non si trattiene e ribatte in maniera contundente " agli scettici che ancora vi sono in questo paese" , ricordando davanti a 3000 persone che la posizione di Rajoy è "inaccettabile". Oltretutto, ricorda tagliente "Il cambio climatico non è e non deve diventare un problema politico, bensí etico", e che la polemica gli sembra alquanto fuori luogo, visto che proprio la Spagna è uno dei paesi europei piú minacciati dalla questione climatica...insieme a Grecia ed Italia.




martedì 23 ottobre 2007

ROSSO FONTANA DI TREVI,ovvero l'arte di farsi ascoltare! di Rossella Canevari

È questo che è necessario fare per attirare l’attenzione in Italia: un gesto spettacolare. Oggi l’uomo che ha compiuto “l’azione futurista” tingendo l’acqua della fontana di Trevi a Roma di rosso, è additato dagli “intellettuali italiani” come una mente eletta con uno spirito caustico e sottile. Al pari di coloro che mettono manichini impiccati nelle piazze (il cui valore poi nelle aste sale a milioni di euro) e di coloro che delle fotografie provocatorie ne fanno un mestiere.

Ma il fine del novello futurista, c'è da chiedersi, è poi così intellettualmente elevato, oppure l'uomo, è solo in cerca di un po' di attenzione? voleva porre l'attenzione sul momento storico sanguinoso, o sta solo cercando un lavoro, come ha dichiarato ieri sera ai tg?


lunedì 22 ottobre 2007

Il sogno verde dell'Expo: ecco la Milano del 2015

di Francesco G. Vicario

Una grande occasione per Milano. Ma non solo: un catalizzatore di progresso, cultura e trasformazione. Maurizio Giannattasio ci spiega perchè la sfida sull' Expo può essere vinta da Milano, cosa significhi per la città ospitare un evento che attira 29 milioni di persone in sei mesi di esposizioni e quanto sia preziosa l'eredità dell' Expo in termini di infrastrutture e servizi per i cittadini.

Gli U.S.A. probabilmente tiferanno per l'elezione di Smirne, altra potenziale candidata al vaglio degli ispettori del Bie ( Boureau International des Expositions), per una serie di delicati calcoli di politica internazionale: sul piatto spiccano la questione armena e le incursioni turche in Iraq.

Di certo in casa nostra c'è tanta determinazione nel vincere questa scommessa. Moratti sa cosa significhi per un sindaco garantire 70.000 posti di lavoro in cinque anni per la realizzazione dell'evento. Sono cose che la cittadinanza non dimentica, un asso di denari da giocare sul filo del rasoio.

Per saperne di più su Expo 2015 :http://www.milanoexpo-2015.com/

Intervista a Letizia Moratti sul Corriere del 22/10/2007: http://www.corriere.it/vivimilano/cronache/articoli/2007/10_Ottobre/22/moratti_gioco_squadra.shtml

domenica 21 ottobre 2007

TORRI GEMELLE- si indaga ancora?

di Virginia Fiume

New York. Un assolato sabato pomeriggio.
Nel fiume di turisti e newyorchesi che si affollano intorno al fu World Trade Center si aggirano alcuni ragazzi.
Indossano una maglietta nera con scritto

"9/11 Demand an investigation- wwww.wearechange.org"

Sostengono che gli attentati alle Torri Gemelle siano stati un internal job dell'amministrazione Bush. E distribuiscono materiale informativo, dettagliato.

E chiedono una nuova indipendente indagine.

www.911blogger.com www.coopearativeresearch.org

www.911research.com www.infowars.com

www.wtc7.net www.pilotsfor911truth.org

Non ho ancora avuto modo di indagare, ma è quanto meno curioso che a distanza di sei anni ci sia ancora qualcuno che passa i sabati pomeriggio a denunciare un complotto...
chissà.

venerdì 19 ottobre 2007

Ma che crisi della terza settimana io ce l'ho dalla prima

di Gea
Ho trovato questo articolo sul sito di Repubblica, è molto interessante, parla di famiglie con figli che fanno fatica a mantenersi con gli stipendi correnti e che alla terza settimana dall'arrivo dello stipendio sono già in crisi. La mia famiglia, economicamente parlando, è composta da me stessa eppure a me la crisi non viene la terza settimana dopo lo stipendio... viene già la prima.

giovedì 18 ottobre 2007

Paritá lavorativa vs discriminazione salariale

di Francesca Gabetti, da Barcellona

Nonostante le ripetute denunce dell'Unione Europea sulla scandalosa inuguaglianza degli stipendi tra uomini e donne per la stessa posizione lavorativa, la situazione non accenna a migliorare. Anzi.
Mentre la media totale Europea si aggira intorno al 15% di differenza, in Spagna è stata pubblicato in questi giorni l'ultimo censimento: il gentil sesso guadagna in media il 34% in meno dei colleghi uomini, che rappresentano circa 6.000 Euro all'anno di ingressi effettivi in meno. Questo significa che una donna deve lavorare circa 4 mesi in piú per raggiungere lo stesso stipendio annuale maschile. Non solo, il gap aumenta con l'etá ed é evidente fin dai primissimi contratti dei neo-laureati. Oltretutto, rileva l'ichiesta, la mancanza di modelli femminili riconosciuti da emulare a livello professionale scoraggia ulteriormente le donne nel loro tentativo di emergere senza sacrificare una parte fondamentale di se stesse.
L'Italia purtroppo è stabile su livelli simili a quelli spagnoli.

La denuncia non rappresenta nessuna novitá, la situazione é tristemente risaputa ma l'impressione è quella che non si stia facendo nulla di concreto per migliorarla. La riflessione tocca da vicino noi donne "rosa shokking" perché si consolida come un altro, e molto tangibile, ostacolo al tentativo di conciliare vita familiare e professionale.
In Spagna peró è giá in embrione una legge che, dopo le quoterosa, obbligherá le aziende alla paritá salariale, anticipata in maniera ufficiale da un decreto reale emanato nel marzo 2007 che parla espressamente di responsabiltá sociale contro la discriminazione lavorativa uomo/donna. http://www.boe.es/g/es/bases_datos/doc.php?coleccion=iberlex&id=2007/06115
Per fortuna, speriamo (per noi che viviamo in Spagna) ...
E in Italia?


lunedì 15 ottobre 2007

Rassegna stampa mrs- Donne al comando, costrette ad essere cattive

Postato da: Virginia Fiume

Articolo tratto da:

Corriere della Sera 13 ottobre 2007


Come ve lo immaginate il cattivo
di una grande multinazionale con grandi colpe? Bè, immaginatela cattiva. Una cattiva ben vestita, sfiancata dalla fatica di far carriera, in ansia per il nuovo incarico di potere. E terrorizzata quando capisce che il lavoro sporco tocca a lei. Donne così, cattive per forza, in Occidente ce sono sempre di più; il loro ritratto geniale/estremo e il loro peggiore incubo lo si vede da una settimana in un film, Michael Clayton di Tony Gilroy. L’antagonista di George Clooney-Clayton è il nuovo capo dell’ufficio legale della U/North, multinazionale chimico-biotech: Karen Crowder, interpretata da Tilda Swinton; bravissima nel mostrarsi, nella sua ambizione, insicura e imbranata.

Tilda Swinton in Michael Clayton
Karen-Tilda pensa di farcela grazie alla preparazione ossessiva e allo stile di lavoro garbatamente secchione. Rapidamente scopre che deve fare di più e di peggio. Deve essere lei, non il presidente che se la porta sempre dietro come superbadante-factotum, a trattare con gli addetti (ufficialmente inesistenti) alle attività illegali della multinazionale: intercettazioni, pedinamenti e omicidi. Deve essere lei, chiamata di corsa dal cupo Verne, a parlare con lui in mezzo a una strada di notte; a decidere cosa fare dell’avvocato impazzito con in mano il rapporto che prova come centinaia di agricoltori siano morti di cancro per un diserbante della U/North. E a tremare di paura nel cappotto di cammello quando Verne le chiede: «Va bene cosa? Va bene ho capito o va bene procedo?». E a rispondere «va bene proceda», e il giorno dopo l’avvocato è morto. E qualche giorno dopo, siamo al cinema, finisce male lei.
All’uscita del cinema in quanto sala, intanto, capitano discussioni da mondo alla rovescia. Maschi neanche politicamente corretti a commentare «certo che film misogino, che cliché di donna in carriera sola e maniacale pronta a ordinare omicidi pur di conservare un po’ di potere». E femmine tutt’altro che casalinghe, magari con gran lavori, magari come Tilda-Karen workaholic e singole, a replicare «no, è tutto vero, più vero del vero. L’angoscia nel rendersi conto di dover fare porcherie, e poi il ritrovarsi a farle. Quella potrei essere io, anzi fino all’omicidio no, non potrei essere io, ma qualche mia amica forse sì». Sì perché le donne sono diventate cattive? O perché diventano importanti solo le donne cattive? Oppure perché, per diventare importanti, le donne devono accettare ruoli da cattiva? Sono gli unici (importanti) che a loro offrono, spesso, sostengono alcuni studiosi. Dicono che c’è ancora, ma un po’ meno spesso, il buon vecchio glass ceiling: il soffitto di vetro, che, invisibile maimpenetrabile, blocca le carriere femminili. Ora si porta il glass cliff, il burrone di vetro. Le donne vengono promosse; ma promosse ai posti di responsabilità più rognosi e rischiosi. A rischio di perdita della reputazione, e di fallimento.
Il termine glass cliff è stato inventato da un gruppo di ricercatori dell’università di Exeter, in Inghilterra, coordinati dagli psicologi Michelle Ryan e Alex Haslam (lo studio si può leggere su Internet, il sito si chiama ovviamente The Glass Cliff). Comparando risultati di aziende e settori di aziende e presenza di capi donna, il gruppo di Exeter ha concluso che «alle donne vengono dati molto più spesso che agli uomini incarichi manageriali in settori con basse performances» se non in situazioni critiche. Così, «alle donne dirigenti succede molto più spesso di trovarsi sull’orlo di un burrone di vetro che ai dirigenti uomini; per questo le loro posizioni di leadership sono più rischiose e precarie».
Ma le accettano lo stesso: «Succede perché le donne hanno ancora tante difficoltà ad arrivare in cima. E quando gli viene offerto un ruolo manageriale colgono l’opportunità, per quanto possa essere un ruolo difficile. Gli uomini hanno più scelta ». Mentre le cattivissime ragazze capo diventano tali causa opzioni scarse: accettano posti rischiosi pensando «quando mi ricapita un’occasione del genere, potrebbe essere la prima e l’ultima per provare quanto sono brava». E allora dicono di sì, e vengono regolarmente complimentate con frasi come «Però, è una bella sfida» (lo dicono aTilda Swinton nel film, è capitato amolte di noi; Tilda Swinton risponde con più grazia di molte di noi perché si è preparata prima). Anche perché, ha spiegato Ryan in un’intervista al Guardian, quando una donna accetta un posto rischioso non può contare su grandi appoggi; molto meno degli uomini con posti simili, sicuramente (sarà anche questo un luogo comune, ma a Exeter ci hanno fatto degli studi).
Succede nel mondo anglosassone, succede nei film, ora succede anche in Italia, alle volte. Se si chiede (anonimamente) a donne con ruoli importanti arrivano risposte come: «Altro che. L’ultima è di questi giorni, mi son sentita dire "vabbé, ci sono un po’ di errori nel bilancio, vedi un po’ tu cosa puoi fare". Ora sto rivedendo il bilancio, e se non quadra la colpa èmia». Oppure: «Sì, Michael Clayton l’ho visto, e Tilda Swinton mi è piaciuta. Maora vorrei un film in cui ha la stessa parte, è cattiva sul serio, e invece di fare per forza la mandante di killer manda i killer ad ammazzare il presidente. Il mio? No, alla fine gli voglio bene, è che sono troppo buona». Come parecchie nuove cattive, effettivamente.