all'età di ottantasette anni, Enzo Biagi è scomparso.
Giornalista, scrittore, intellettuale, era riuscito a tornare in Rai dopo l'estromissione berlusconiana del 2002, con un programma in seconda serata su rai 3: rotocalco televisivo dal nome del programma che aveva lanciato nel 1963.
Ha lavorato nella sua vita per nove giornali ha scritto numerosi libri di attualità, memorialistica, storia recente e negli anni 70 una serie di reportage in giro per il mondo pubblicati nella serie "Geografia di Enzo Biagi".
Nel 1953 ha scritto anche un film ,"Camicie rosse", con Anna Magnani e Francesco Rosi.
Ha iniziato diciottenne la sua carriera giornalistica come cronista al Resto del Carlino.
Dopo l'8 settembre del 1943 si aggrega ai gruppi partigiani operanti sul fronte dell'Appennino. Il 21 aprile 1945 entra a Bologna con le truppe alleate e annuncia dai microfoni della Radio alleata la fine della guerra.
Nel 1952 viene chiamato da Arnoldo Mondadori al settimanale Epoca di cui diventa in breve tempo direttore.
Nel 1961 è chiamato a Roma a dirigere il telegiornale nell'epoca in cui cominciava a prendere piede l'alleanza di centrosinistra tra Dc e Psi e fonda anche Rt, il primo rotocalco televisivo.
Due anni dopo si dimette e viene chiamato alla Stampa di Torino come inviato. Nel 1971 diventa direttore del Resto del Carlino e riprende le collaborazioni con la Rai, ma un anno dopo è allontanato dal quotidiano bolognese e torna al Corriere della Sera, dove aveva iniziato una collaborazione nella seconda metà degli anni 60.
Nel 1995 inizia la trasmissione Il Fatto, un programma di approfondimento dopo il Tg1. Restano famose le due interviste a Roberto Benigni, l'ultima delle quali nel 2001 in piena campagna elettorale, dove il comico parlò di Berlusconi e della sua candidatura, da cui sono sorti gli scontri con il politico di centro destra.
Lo scorso anno Biagi ha pubblicato un libro, "Quello che non si doveva dire", sui fatti che avrebbe trattato nella sua trasmissione, se fosse sopravvissuta al governo di centrodestra.
Giornalista, scrittore, intellettuale, era riuscito a tornare in Rai dopo l'estromissione berlusconiana del 2002, con un programma in seconda serata su rai 3: rotocalco televisivo dal nome del programma che aveva lanciato nel 1963.
Ha lavorato nella sua vita per nove giornali ha scritto numerosi libri di attualità, memorialistica, storia recente e negli anni 70 una serie di reportage in giro per il mondo pubblicati nella serie "Geografia di Enzo Biagi".
Nel 1953 ha scritto anche un film ,"Camicie rosse", con Anna Magnani e Francesco Rosi.
Ha iniziato diciottenne la sua carriera giornalistica come cronista al Resto del Carlino.
Dopo l'8 settembre del 1943 si aggrega ai gruppi partigiani operanti sul fronte dell'Appennino. Il 21 aprile 1945 entra a Bologna con le truppe alleate e annuncia dai microfoni della Radio alleata la fine della guerra.
Nel 1952 viene chiamato da Arnoldo Mondadori al settimanale Epoca di cui diventa in breve tempo direttore.
Nel 1961 è chiamato a Roma a dirigere il telegiornale nell'epoca in cui cominciava a prendere piede l'alleanza di centrosinistra tra Dc e Psi e fonda anche Rt, il primo rotocalco televisivo.
Due anni dopo si dimette e viene chiamato alla Stampa di Torino come inviato. Nel 1971 diventa direttore del Resto del Carlino e riprende le collaborazioni con la Rai, ma un anno dopo è allontanato dal quotidiano bolognese e torna al Corriere della Sera, dove aveva iniziato una collaborazione nella seconda metà degli anni 60.
Nel 1995 inizia la trasmissione Il Fatto, un programma di approfondimento dopo il Tg1. Restano famose le due interviste a Roberto Benigni, l'ultima delle quali nel 2001 in piena campagna elettorale, dove il comico parlò di Berlusconi e della sua candidatura, da cui sono sorti gli scontri con il politico di centro destra.
Lo scorso anno Biagi ha pubblicato un libro, "Quello che non si doveva dire", sui fatti che avrebbe trattato nella sua trasmissione, se fosse sopravvissuta al governo di centrodestra.
3 commenti:
se n'è andato un altro pezzo di storia...che tristezza!
Che tipo Enzo Biagi.
Il mio primo ricordo è la "storia d'Italia a fumetti"
http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_d
Qualcuno, non ricordo bene chi, al suo funerale ha detto che era "un bambino di 87 anni"... verissimo, bastava guardarlo negli occhi per vedere la trasparenza dei suoi pensieri e quel guizzo birichino. Proprio come i bimbi, che dicono esattamente quello che pensano.
E qui, a costo di sembrare retorica, dirò che è stata una delle persone che, con i fatti, mi ha insegnato che bisogna sempre dire ciò che si pensa, anche se spesse volte costa caro.
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