domenica 6 aprile 2008

Tutta la vita davanti. Iniziamo a crederci!


di Claudia Clerici da Milano

Ieri sera ho visto il film e prima di commentarlo ho dato una lettura veloce, anche se da domenica mattina, ad alcuni commenti inseriti nella rete.

I più continuano a sottolineare la realtà contemporanea, ma non so quanto questo possa farci bene, nonostante io viva in prima persona l’assurda e surreale situazione che si descrive. Ne sono dentro anch’io, non parlo da esterna e le mie frustrazioni sono e continuano ad essere parecchie.

Mi dico allora che probabilmente molto è rapportabile ai sogni e alle prospettive che ci siamo creati da bambini: molti di noi sono stati i primi laureati in una famiglia che solitamente vive questo momento con lacrime di gioia, come se fosse l’obiettivo massimo, mentre per noi è uno step, certo grande e da non banalizzare, ma che viviamo per lo più come strumento per passare ad altro e non solo a livello economico, ma più profondamente umano, di realizzazione dei propri sogni e senso per la propria vita.

Ciò che mi è piaciuto è che la protagonista, credo in modo molto dignitoso, si sia reinventata molto bene di fronte alla scoperta che la vita è mutevole e i sogni cambiano. Consapevolezza che crea smarrimento e incertezza, ma subito viene adeguata alla nuova situazione, scoprendo che la filosofia non è solo discorrere con eminenti professori, ma è anche adattare la lettura di Platone a una bambina, purtroppo confusa già in partenza.

È vero, il mondo è surreale ed è quello che realmente la maggior parte della gente vive nel quotidiano, ma al di là delle azioni folli e dei balletti da villaggi vacanze, ho percepito qualcosa che dice di non rinunciare e di continuare ad avere coraggio.

Questo a partire dallo splendido ballo immaginario tra Marta e il ricordo di sua mamma, appena morta, ma che è comunque una presenza che le sta affianco e la incita a non mollare, in un abbraccio che mi è sembrato universale. Per poi passare alla figura di Sonia, così facilmente giudicabile, ma nella sua fragilità certa di voler stare con sua figlia, a modo suo, con le sue difficoltà e infine la piccola che, in un ambiente totalmente disorientante, riesce a dire con chiarezza cosa vuol fare da grande: FILOSOFIA!

È un messaggio sul quale riflettere, senza discutere troppo sulla punta dell’icerberg, ma andando un po’ più in profondità, dove forse la successione dei nostri confusi pensieri alla fine può trovare un ordine e aiutarci ad avere coraggio.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

MI sono incuriosita, voglio andare a vederlo !
Mi sono laureata anch'io con quelle speranze, sopite poi dalla vita, quando vedi come va :(
Ma hai ragione : MAI ADATTARSI, MAI SMETTERE DI SOGNARE :)

Anonimo ha detto...

A me invece il film mi ha lasciato molto amaro in bocca.
Da una parte c'è questa ragazza, la protagonista, intraprendente, coraggiosa, anche un pò rassegnata. Sembra pensare ciò che tutti, chi più e chi meno, pensiamo in un'Italia così disastrata: è così e non posso farci niente e, se voglio racimolare qualcosina, mi devo accontentare.
Dall'altra, salta fuori come i datori di lavoro, molto spesso, non solo si approfittano dei propri lavoratori, ma addirittura hanno l'atteggiamento, neanche tanto velato, di chi dice "ringrazia il cielo che ti ho scelta" e "sopporta e zitta perchè se no sei fuori in un lampo, tanto altre cento come te le trovo".

Certi diritti dei lavoratori, che sembravano acquisiti, stanno scomparendo... Ed i sindacati stanno a guardare...

Sabrina Sasso