di Elena Maria Manzini da New York
Fabrizio Gifuni e’ interprete di tre film proiettati nella rassegna Open Roads: “La ragazza del lago”, “La signorina Effe” e “Il dolce e l’amaro”. Oltre che per il suo lavoro di attore teatrale e cinematografico, il pubblico italiano l’ha potuto apprezzare nel film televisivo, “La meglio gioventu’” e nel ruolo di Alcide De Gasperi nella riuscita fiction diretta da Liliana Cavani per Rai Uno
EMM. Fabrizio, gli spettatori americani grazie a questa rassegna ti potranno vedere all’opera in ben tre film. Ti piacerebbe lavorare negli Stati Uniti?
FG. Si’, ma non e’ una cosa a cui penso costantemente perche' il cinema americano come entita’ astratta ci dice poco. Piu' che altro, visto che il cinema e’ fatto di persone in carne ed ossa, ci sono degli artisti che hanno messo in campo un cinema molto interessante con cui mi piacerebbe collaborare: Sean Penn, sia come regista che come attore, o Tim Robbins.
EEM. E fra le interpreti femminili americane?
FG. Ho avuto una parentesi su un set americano, Hannibal di Ridley Scott per qualche giorno in Italia e qualche giorno in America, il mio rammarico e’ di non aver lavorato con la protagonista femminile del film Julianne Moore, secondo me e’ un’attrice straordinaria.
EEM. Progetti futuri?
FG. Un progetto gia’ realizzato e’ il film di Edoardo Winspeare “I galantuomini” con Angela Finocchiaro che abbiamo finito di girare ormai diversi mesi fa. Aspettiamo solo il periodo d’uscita. Devo dire che ho una discreta aspettativa sul risultato perche’ e’ uno dei ruoli piu’ belli e impegnativi che abbia interpretato.
Ho anche in cantiere tre progetti teatrali. Prima di tutto uno spettacolo sulle lettere di Mozart con Sonia Bergamasco e quattro jazzisti che riprendiamo questa estate e il prossimo inverno, poi un progetto su Cesare Pavese e uno su Dante.
EEM. Quanto e’ difficile affermarsi in Italia come attore?
FG. Non lo so. Piu’ che altro e’ sempre piu’ difficile lavorare bene, e non solo in Italia. Per affermarsi entrano in campo fattori di pura casualita’, e’ anche il fascino di questo lavoro, l’importante e’ prepararsi artisticamente, seguire un proprio percorso interno e farsi trovare pronti quando arriva l’affermazione.
EEM. Che cosa hai intenzione di fare in questi giorni a New York?
FG. Jet leg a parte....Sono stato a New York 25 anni fa e non mi ricordavo nulla. Questa mattina ho fatto una lunga passeggiata e ho visitato Ground Zero, e’ uno scenario molto inquietante anche se lo stanno ricostruendo.
mercoledì 11 giugno 2008
Open Roads. New Italian Cinema. Intervista a Fabrizio Gifuni.
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