mercoledì 19 dicembre 2007

Moratoria contro la pena di morte, l’ Onu dice sì

di Giusi Binetti

Con 104 voti favorevoli, 54 contrari e 29 astenuti l’Assemblea generale delle Nazioni Unite approva la moratoria contro la pena di morte.

Questa risoluzione, di “portata storica” seconda le dichiarazioni del Ministro degli Esteri D’Alema, che rappresentava il nostro governo all’Assemblea, corona un sogno e una battaglia durata 13 anni e ci si augura che preluda all’abolizione della pena di morte.

In pratica, con questa risoluzione, le Nazioni Unite invitano gli stati membri a sospendere le esecuzioni capitali e possibilmente a limitare il numero dei reati per i quali tale pena è prevista. In sostanza si sottolinea l’urgenza del rispetto e della tutela dei diritti civili di tutti i condannati.

L’Italia ha certamente il merito di aver fortemente voluto ed a lungo lottato affinché tale moratoria fosse approvata, nell’iter lunghissimo e difficoltoso che ha portato questa proposta dall’Unione Europea fino alle Nazioni Unite, raccogliendo via via consensi dai vari Paesi fino ad arrivare addirittura a superare la soglia “psicologica” dei cento voti a favore.

Leggiamo insieme qualche frase presa dal testo della richiesta di moratoria:

“ Considerando che l’uso della pena di morte mina la dignità umana e convinti del fatto che una moratoria contro la pena di morte contribuisca al miglioramento ed al progressivo sviluppo dei rapporti umani; che non esiste alcuna prova decisiva che dimostri il valore deterrente della pena di morte; che qualunque fallimento o errore giudiziario nell’applicazione della pena di morte è irreversibile e irreparabile…. “

Queste parole, che fanno da premessa alla richiesta di moratoria, bastano da sole a spiegare la forza semplice e disarmante impiegata in una delle battaglie per il rispetto dei diritti civili.

Oggi questa battaglia è vinta, ma il cammino appare senza fine. Perché non basta indignarsi, ma serve muoversi e lottare.

Nei giornali di oggi troveremo inevitabilmente (e come sempre accade) tanti “padri” di questa iniziativa di indubbio successo e prestigio, etico e politico, ma, anche se non lo leggeremo, noi sappiamo che la madre è una, e si chiama Emma Bonino, e il padre è noto, e si chiama Marco Pannella.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

E VAIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!

rossssssssssssssssssssssssss

Anonimo ha detto...

E' un passo molto importante ma, come facevi notare ancbe tu, è lunga...

Un'altra cosa vorrei dire, anche se apparentemente non c'entra niente: mi ha commosso l'articolo sulle mense dei poveri di Stefano Massa, sull'ultimo numero di MRS.

Anche lì la linea è molto sottile.

Nella vita non è che ci voglia chissà cosa per passare dall'altra parte della barricata.

E' un attimo. E vieni condannato a morte.

Non quella fisica, quella morale. E non so cos'è peggio.

Sabrina Sasso