venerdì 1 febbraio 2008

Deliri d’indipendenza?


di Claudia Clerici da Milano

Il problema dell’indipendenza del Kosovo, il cui giorno si stima essere tra il 9 o il 10 febbraio, ha riportato all’attenzione dell’opinione pubblica il problema della secessione e del significato che assume nel terzo millennio.
Quando si leggono gli studi sulla globalizzazione e sui suoi effetti, prescindendo dalla volontà di giudicarla come un fenomeno positivo o negativo, si riscontrano due macrotendenze. La prima è quella dell’omologazione, ovvero della propensione all’uniformità rispetto ad usi, abitudini e stili di vita, la seconda è la chiusura in un’identità fissa, come a voler preservare se stessi da cambiamenti troppo repentini.
Effettivamente oggi sembra che l’indipendenza sia un contagio in qualsiasi parte del globo e non solo in regioni specifiche, al punto che sono molti i governi centrali che temono un probabile effetto domino.
In questo momento il motivo di maggiore preoccupazione arriva dai Balcani, entità senza leader né soldi che corrono il rischio di diventare pedine nelle mani altrui, ma è necessario ricordare che durante la Guerra Fredda la stessa sorte è toccata all’Africa, frantumata in un numero eccessivo di Stati alla mercè delle due superpotenze.
Ciò che rimane immutabile sembra essere il fanatismo che trae linfa non solo da vecchie nostalgie rese attuali da abili oratori, ma anche dalla volontà di far fruttare sempre più traffici illeciti ormai ben radicati.
Il generale Carlo Jean ha affermato al Corriere della Sera che di solito il denaro aiuta nel contrastare le spinte indipendentistiche, ma anche che tutto dipende dalle cause nazionali in gioco e che le rivendicazioni etniche nascono spesso da contingenze.
Inoltre Jean sostiene che nel diritto internazionale non vale tanto il principio dell’uguaglianza, quanto il realismo politico, come dimostra il fatto che la Serbia abbia preferito impuntarsi sul Kosovo, anziché entrare nell’UE. Questo atteggiamento ha lasciato i più attoniti, perché quello che attualmente viene considerato il valore massimo al quale aspirare, non si è rivelato essere tale per tutti, evidenziando punti di vista e priorità differenti.
Risulta difficile dare giudizi, perché la questione è sfaccettata e coinvolge non solo problemi etnici e identitari, ma soprattutto complesse questioni economiche e geopolitiche.
Il suggerimento è sempre quello di approfondire l’argomento non solo per capire i comportamenti dei vicini, ma anche i propri, visto che ancora capita di sentire italianissimi fiorentini e senesi discutere della battaglia di Montaperti (4 settembre 1260)...

Per iniziare:
Harvey D., La crisi della modernità, Il Saggiatore, 1995.
Beck U., Che cos'è la globalizzazione. Rischi e prospettive della società planetaria, Carocci, 1999.
Piacentini Fiorani V., Processi di decolonizzazione in Asia e Africa, ISU, 2000.
Bauman Z., Il disagio della postmodernità, Bruno Mondadori, 2002.

3 commenti:

Gilla ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Tutta questa vicenda mi fa venire in mente un articolo che ho letto oggi sulle elezioni in Serbia...

sul fatto che a Mr Putin interessa molto quello che succede in Serbia a causa di un certo Gazdotto che deve passare proprio da quelle parti, chiss forse vicino al Kosovo, forse sotto.

So solo che la Gazprom, azienda energetica russa, ha comprato il 51 % dell'azienda energetica serba.
E il 50% del centro di distribuzione di gas per l'Europa dell'Est, a Baumgarten, nord dell'Austria...

Forse dipendere dai gasdotto russi, della Russia di Putin,quella stessa Russia che la polizia impedisce il gay pride con la violenza(http://www.youtube.com/watch?v=1-dhQfJmODs) è un po' impressionante.

Forse con le energie rinnovabili ci emanciperemmo.

Forse Putin non sostiene affatto il progetto Kosovo indipendente perchè poi anche una certa Cecenia, per dirne una, vorrebbe l'indipendenza.

Forse è meglio leggere le parole di chi sa tanto di più

Tipo Giulio Manfredi (Radicali Italiani) questo articolo spiega un bel po' di cose

http://www.radicalimilano.it/public/Rassegna-Stampa/visua.asp?dati=ok&id=3866


E' anche autore del libro Telekom Serbia, Ciampi Nulla da dichiarare (www.stampalternativa.it)

Anonimo ha detto...

ps. qui per il libro
http://www.stampalternativa.it/libri.php?id=788-9