lunedì 4 febbraio 2008

Quarant'anni di ( o dal) Sessantotto

di Francesco G. Vicario

Dal 2008 L' Europeo torna in edicola ogni primo venerdì del mese. Il numero che apre questa novità editoriale e segna la riviviscenza di una voce liberal nell'informazione di approfondimento, è dedicato al Sessantotto e al movimento politico che ne è seguito, ricordato con una serie di pezzi dell'epoca firmati, tra gli altri, da Fallaci, Tornabuoni, Venè.
Una raccolta giornalistica rivolta a tutti, incentrata sulle vicende più salienti di quell'anno fatidico e da taluno deprecato , fatta di esperienze dirette nostrane e di resoconti registrati nel "mondo" sempre più globalizzato: ventenni che si scoprivano improvvisamente anti-sistema, le reazioni dopo gli assassini di Bob Kennedy e M. L. King da parte di una società americana apparentemente sconfitta, l'invasione della Cecoslovacchia da parte delle armate sovietiche, ma anche la scommessa di Karim l' Aga Khan sul progetto "Costa Smeralda" e il ritratto dei un gigante del divismo come Brigitte Bardot.

Cosa salvare e cosa cestinare di qull'anno epocale? Niente retorica, chiosa Daniele Protti, direttore del periodico. Che sceglie di impostare questa difficile rassegna non sui valori, sui sogni e le ambizioni di quella gioventù da molti definita guerrafondaia, che avrebbe portato alla scomparsa del "fattore merito" nella nostra società, ma piuttosto sulle contraddizioni che segnarono quel passaggio. Arretratezza e spinte progressive sono le parole chiave. La prima ben individuabile nelle infrastrutture sociali, prima fra tutte la famiglia, la seconda impostata dalla ribellione e dall' anticonformismo, talvolta portati all'esasperazione.
Ma si sarebbe arrivati, senza esasperazioni, alla denuncia e alla cancellazione di pratiche terribili tanto stratificate nell'humus della società italiana?
E', il 1968, l'anno della depenalizzazione, da parte della Corte Costituzionale, delle pratiche adulterine femminili, in un sistema che invece garantiva libertà giuridica e sociale ai medesimi comportamenti maschili; è l'anno dell'enciclica Humanae vitae di Paolo VI che cercò, senza risultato, di arginare l'uso della pillola anticoncezionale divenuto il simbolo della libera sessualità responsabile e affrancata dall'obbligo di procreazione, che nel decennio successivo porterà alle grandi conquiste civili di divorzio e aborto, con la donna soggetto e non più oggetto di scelte sulla propria vita.
Ed è anche l'anno dello scandalo ai Celestini di Prato, collegio per bambini indigenti, in cui venivano praticate ogni genere di torture e sevizie, ispirate alla penitenza cristiana: un "pasticciaccio" che porterà la società civile italiana a fare i conti con il proprio vissuto e con le proprie più intime paure.

Una rassegna, dunque, da scorrere in chiave strettamente antideologica, senza troppo preoccuparsi di dare giudizi immediati e inappellabili.
Allora però, l'italia ebbe coraggio. E fino alla prima metà degli anni ' 80 visse uno dei suoi periodi più cupi e tragici.
Un coraggio che è anche quello di sbagliare, ma che abbiamo oggi quasi completamente dimenticato.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Se non sbaglio il 68 è stato anche l'anno dell'apertura dei concorsi per entrare in magistratura anche per le donne...
o comunque in quegli anni lì.

Unknown ha detto...

E' avvenuto qualche anno prima, nel 1963 quando è stato sancito anche (sembra assurdo parlarne oggi) il divieto di licenziamento della donna che avesse contratto matrimonio.

Ti e Vi indico anche un saggio interessante che ripercorre le tappe fondamentali delle conquiste femminili dall'Unità d'Italia a oggi, consultabile on-line :

http://www.insmli.it/pubblicazioni/35/Voto%20donne%20versione%20def.pdf

Molto interessante!