lunedì 21 gennaio 2008

CENSURA E TELEVISIONE: IL CATTOLICESIMO IN TELEVISIONE



di Virginia Fiume da Milano

"No Vatican No Taliban". Un cartello attaccato al collo per ogni militante radicale nella piazza adiacente a Piazza San Pietro sabato pomeriggio.
L'obiettivo della conferenza stampa, indetta dai Radicali, viene definito da Emma Bonino "Informare e confermare che non vi è nessuna censura per quanto riguarda la presenza del papa nelle case di milioni di cittadini".
Il Ministro per le politiche comunitarie e per il commercio internazionale e Marco Pannella snocciolano i dati dettagliati del Centro d'Ascolto Radiotelevisivo sulle presenze del papa in Vaticano. Considerando Papa, Presidente del Consiglio e Presidente della Repubblica il Tg1 ha dedicato il 30% del tempo dedicato alla politica al Vaticano, il 20% alla presidenza del Consiglio e il 15 % al Presidente della Repubblica. In tutto il 2007 il TG1 ha dedicato al Papa 26 ore e 35 minuti, il TG2 20 ore e 28 minuti e il TG3 15 ore e 47 minuti.
Pannella rincara la dose: nell'anno 2007 per 275 giorni esponenti della Chiesa Cattolica hanno avuto spazio voce, o dichiarazioni commentate dai telegiornali Rai.
206 giorni nelle edizioni del pranzo, 227 giorni nelle edizioni serali, 158 giorni sia a pranzo che a cena.
Su un totale di 7 confessioni religiose, una media del 97% degli spazi disponibili è dedicata alle voci Vaticane. "Come se non esistessero voci, anche interne, di dissenso" sottolinea Pannella.
Emma Bonino ribadisce la sua posizione e il motivo della conferenza stampa: "Nessuno ha impedito al Papa di parlare. Ha valutato lui più opportuno non andare. Non c' nessuna censura verso il Vaticano. Chi non ha parola sono i laici, denigrati come laicisti. E' preoccupante quando si vuole imporre una morale a senso unico, quando tutte le altre confessioni hanno denunciato all'autorità per le garanzie di non avere spazio, con un 97% solo per il Vaticano. Noi crediamo nella libertà religiosa, nella libertà del dissenso, nella libertà dei non credenti e dei diversamente credenti".
Di fronte agli stessi dati mercoledì scorso Bruno Vespa, durante una puntata di Porta a Porta, rideva incredulo, con un pizzico di sarcasmo nei confronti di Pannella.
Sarcasmo rintuzzato dalle parole di Mons. Fisichella "Noi non dobbiamo fare gli scioperi della fame per andare in televisione".
E' proprio vero.
Che poi lo sciopero della fame abbia un altro significato, questa è un'altra storia.




PER APPROFONDIRE:
la conferenza stampa: http://www.radioradicale.it/scheda/245108/illustrazione-dei-dati-del-centro-dascolto-radiotelevisivo-sulla-presenza-del-papa-e-del-vaticano-nei-tg

i dati completi: http://www.radioradicale.it/il-papa-in-tv-i-dati

La puntata di Porta a Porta dopo la decisione del Papa di non andare alla Sapienza
http://www.centrodiascolto.it/videopress/login.php?id=34700&path=131,135,135&idcat=135

(si tratta di un sito per cui occorre registrarsi ma ne vale la pena perchè permette di guardare e riguardare le puntate delle principali trasmissioni televisive di approfondimento, inchiesta e dibattito...)

1 commento:

Isabel Green ha detto...

come ho già scritto meglio ridere per non piangere...