lunedì 28 gennaio 2008

E il Cavaliere convoca la "nuova" marcia

Nell’indifferenza quasi incontrastata di una classe politica oramai in caduta libera, si è consumata l’ennesima non imbarazzante ma terrorizzante sortita di Silvio Berlusconi : o il Presidente Napolitano risolve la crisi sciogliendo le Camere e dando il via ai giochi elettorali, o il “popolo” si riverserà nelle piazze romane in milioni di unità, evidentemente “marciando” da ogni parte d’Italia.

Insomma, poco importa che questo paese non si sia ancora dotato di riforme strutturali fondamentali, tra cui quella sulla legge elettorale e le normative attuative su welfare e previdenza sociale; si ritorni alle urne garantendo un risultato probabilmente plebiscitario a favore del centrodestra con un pseudo ( e, ad oggi, non verificato) Berlusconi- Blair che al momento opportuno (per lui) lascerà la stanza dei bottoni a qualcun’ altro.
Tutto questo scavalcando le prerogative costituzionalmente individuate del Capo dello Stato, o meglio minacciando direttamente la stabilità istituzionale con un’occupazione non meglio qualificata della capitale.

Certo, siamo abituati alle estemporanee affermazioni del "Blairano" Berlusconi e alle sempre più frequenti ritrattazioni che ne seguono, da parte del Bonaiuti o del Bondi di turno.
Ma non possiamo non ravvisare un collegamento quanto meno simbolico rispetto alla medio recente storia italiana, quella del 1922 quando però i marcianti erano un paio di migliaia sebbene armati di spiccia ideologia e qualche schioppo; oggi i milioni non sarebbero altri che i Teleconvocati non solo dai canali del Biscione, ma anche dalla irresponsabilità lottizzata della Rai-tv, forse ancora più pericolosa.
Tale ricostruzione, che spiega la “quasi” indifferenza illustrata sopra, è quella espressa da Marco Pannella in un comunicato di ieri, ripreso stamane da Repubblica e Unità, molto duro e inflessibile quanto preciso e scientifico nel condannare un costume politico che sembra esser diventato conseguenza ovvia di quello che i radicali oggi chiamano lo sfascismo nella gestione della Res Publica.
Un atto politico in linea con la scelta radicale di non partecipare alle consultazioni che si stanno svolgendo al Colle, che non ha saputo affrontare il problema dell’illegale composizione del Senato, protrattasi dall’inizio della legislatura e che, di fatto, ne ha cagionato la crisi.

Le ipotesi che si profilano a conclusione della passerella politica di questi giorni sono incerte e nebbiose; ma, e questo appare quanto mai probabile , si concretizzeranno in soluzioni al ribasso, figlie dell’ondata di populismo che si insinua, di norma, nel vilipendio della democrazia e della Norma Costituzionale.


Il comunicato di Marco Pannella : http://www.radicali.it/view.php?id=114801

Ascolta qui la conversazione settimanale con il Ministro Emma Bonino trasmessa oggi da Radio Radicale : http://www.radioradicale.it/scheda/245800/conversazione-settimanale-con-emma-bonino

Sulla vicenda degli 8 senatori e sul ricorso promosso dalla Rosa nel Pugno, respinto dalla Giunta per le elezioni del Senato della Repubblica : http://www.radioradicale.it/respinto-il-ricorso-della-rosa-nel-pugno

Francesco G. Vicario

1 commento:

Isabel Green ha detto...

quando ho letto certe dichiarazioni mi si sono rizzati i capelli giuro!