di Elena Maria Manzini da New York
Cari lettori Rosa Shokking,
eccomi di ritorno dopo due giorni intensissimi in cui ho guardato ben 7 film, ho partecipato alla prima del documentario sul Dalai Lama e al concerto improvvisato dal rapper Emmanuel Jal per "War Child", ho seguito attentamente la classifica del film piu’ amato dal pubblico e mi sono infilata nella vip lounge del Tenjune, il locale piu’ hot di New York....Ok, una cosa alla volta!
Prima di tutto i film: di tutti gli screening a cui ho partecipato in questi due giorni, fra documentari, film d’animazione e lungometraggi, meritano una menzione il film francese “57,000 km between us” e il film cinese “Lost. Indulgence” entrambi in concorso per il miglior lungometraggio. Il primo girato dalla regista francese Delphine Kreuter segue le vicende di una ragazzina che vive di un mondo di videoblog e amicizie virtuali: la webcam rappresenta infatti il suo rifugio da una madre che vive in adorazione del nuovo compagno e dal padre travestito. Il film cinese racconta sempre di un adolescente, questa volta un ragazzo, che deve riprendersi dalla scoparsa del padre, tassista, a causa di un incidente. Nel taxi si trovava anche una passeggera che riporta gravissime lesioni ad una gamba e la madre del giovane decide di prenderla in casa con se’ e curarla personalmente.
I Red Carpet di lunedi' si sono ampiamente compensati. Il primo e’ stato un semifallimento perche’ Richard Gere, annunciato da giorni, non si e’ fatto vedere alla prima del documentario sulla conferenza tenuta dal Dalai Lama a New York. Il secondo invece si e’ rivelato una meravigliosa sorpresa quando alla premiere di War Child, un documentario sulla storia di Emmanuel Jal un ex bambino soldato sudanese diventato un famoso rapper, l'artista ha deciso di esibirsi per il pubblico. E devo dire che oltre ad avere una storia straordinaria e ad essere un musicista di grande talento e’ anche un gran bel ragazzo!!
Sono molto orgogliosa di annunciarvi che il mio film preferito fino a questo momento, e di cui vi ho raccontato profusamente tre giorni fa, “Pray the devil back to hell” e' al primo posto per il premio del pubblico: 25,000 $ offerti da “Cadillac”.
Lo stesso sponsor ha anche organizzato la festa per la prima del film “War Inc.” interpretato da John Cusack, Marisa Tomei e Hilary Duff e cosa poteva fare la vostra perfetta inviata Rosa Shokking se non entrare alla festa, farsi dare il pass per la vip lounge e ballare tutta la notte fra le star di hollywood? E’ un duro lavoro, ma qualcuno deve farlo!!!
Dear Rosa Shokking people,
here I am back from two very intense days where I watched 7 movies, participated to the premieres of two documentaries, one on the Dalai Lama’s conference in New York and the other on the former child soldier and now famous rapper Emmanuel Jal, I've followed closely the Cadillac Audience Choice Award and entered the VIP lounge of Tenjune, the hottest club in New York...Ok, one thing at a time.
First of all the movies. Two of them deserve to be remembered: “57,000 km between us” and “Lost. Indulgence” both in competition as best world narrative feature. The first one tells the story of a young girl that prefers to deal with a webcam and online “complicated” friends than with a transvestite father and a remarried mother. The second one talks about a young boy coping with his father disappearance and the relationship that he and his mother have with the woman that saw him alive last.
Red Carpet I went to compensated themselves beautifully. The first one for the Dalai Lama documentary was a failure because the expected Richard Gere did not show up and the second one a blast because Emmanuel Jal decided to sing a cappella for the audience.
The Cadillac Award: the Audience choice for best feature film at the moment would go to my favorite movie up to now, and you must have guessed I loved it since I told you all about it few days ago: “Pray the devil back to hell”.
The same sponsor threw a great party at Tenjune for the premiere of the movie “War Inc.” starring John Cusack, Marisa Tomei and Hilary Duff. Since I’m a very committed editor I could not do anything else than go to the party, enter VIP lounge and dance with movie stars all night!! I know it’s a tough job, but somebody has to do it...
mercoledì 30 aprile 2008
lunedì 28 aprile 2008
DAL TRIBECA FILM FESTIVAL/ Lioness e Zoned In
di Elena Maria Manzini da New York
Cari lettori Rosa Shokking,
continua la mia avventura newyorkese al Tribeca Film Festival, alle 10 precise mi sono trovata davanti a 5 soldatesse dell’esercito americano. No, non era un plotone di esecuzione! Era la conferenza stampa del documentario “Lioness”. Il documentario rivela l’esistenza di un programma dell’esercito statunitense in Iraq che impiega le donne in combattimento in prima linea alle spalle dei soldati uomini allo scopo di calmare e perquisire donne e bambini. A causa delle gravi condizioni in cui si sono trovate le truppe dall’inizio della guerra, pero’, le soldatesse hanno dovuto partecipare a scontri a fuoco combattendo a fianco degli uomini, non alle loro spalle. Purtroppo, per il primo gruppo, la situazione e’ stata veramente difficile da sostenere perche’ il loro addestramento risultava essere insufficiente. Sicuramente starete pensando la stessa cosa che mi sono chiesta io: ma in tutti i film americani ci sono donne combattenti in prima linea, e’ tutta finzione? Ebbene si’, in realta’ le regole di ingaggio dell’esercito non prevedono che le donne partecipino agli scontri a fuoco, devono ricoprire solo ruoli di supporto. L’Iraq e’ un’eccezione che il governo preferiva tenere sotto silenzio. Le soldatesse presenti alla conferenza stampa hanno voluto sottolineare che la motivazione per cui hanno partecipato al documentario e’ solo quella di condividere la loro esperienza. L’anno di servizio in Iraq non ha per nulla intaccato la loro dedizione e l’orgoglio che provano a fare parte dell’esercito. Naturalmente per tutto quello che ha che fare con donne che giocano ruoli attivi in situazioni di emergenza (vedi il post di ieri) nessuno ne parla tranne le documentiariste (donne) che hanno girato questo film.
Sulla scia dell’orgoglio patriottico sono andata a vedere anche il documentario “Zoned in” proiettato nella sezione Discovery e girato dalla regista di origine italiana Daniela Zanzotto. Il film segue per otto anni un ragazzo di colore di un ghetto del Bronx, padre a 15 anni e con due fratelli in prigione, che riesce ad essere ammesso alla prestigiosa Brown University e a diventare un insegnante in una scuola del suo quartiere d’origine.
Vi sembra che io vada a vedere solo documentari? E’ vero, mi ero infatti ripromessa di guardare i film che avessere un soggetto femminile e quelli che fossero girati da registe donne (su 143 registi, le donne sono 18) e la maggior parte sono dei documentari. Non so che conclusioni trarre quindi lascio a voi le speculazioni!!
Domani vado a vedere anche un lungometraggio, anzi due...
Dear Rosa Shokking people,
at 10 am sharp I was in front of 5 women soldiers of the US Army. No, it wasn’t a firing squad. It was the press conference of the documentary “Lioness”. The movie reveals the existence of a program of the US Army in Iraq that deploys women into direct ground combat behind men soldiers in order to calm and search women and children. From the very beginning, war conditions in Iraq forced them to participate directly in firefights beside men and not behind them in violation of US policy on military engagements. Unfortunately, the first group lacked the training they needed to feel prepared for such occurrence. The women soldiers present to the press conference underlined that they decided to be interviewed in the documentary only because they thought important to share their experience. The year they served in Iraq that did not undermine the pride they feel to be part of the Army. Of course, as everything else that concerns women having an active role in emergency situations (take a look at yesterday's post) that story has been kept untold until the directors (two women) decided to shoot a movie about it.
Feeling very patriotic myself I hurried to the screening of the documentary “Zone in” written and directed by the Italian filmmaker Daniela Zanzotto. The camera follows for eight years a young colored man, father at 15 and with two older brothers in jail, starting from his senior year in high school in South Bronx, obtaining a full scholarship for Brown University and becoming a teacher in a high school back in South Bronx.
Ok, I know it seems like I’m watching only documentaries! Tomorrow I have different plans.
Cari lettori Rosa Shokking,
continua la mia avventura newyorkese al Tribeca Film Festival, alle 10 precise mi sono trovata davanti a 5 soldatesse dell’esercito americano. No, non era un plotone di esecuzione! Era la conferenza stampa del documentario “Lioness”. Il documentario rivela l’esistenza di un programma dell’esercito statunitense in Iraq che impiega le donne in combattimento in prima linea alle spalle dei soldati uomini allo scopo di calmare e perquisire donne e bambini. A causa delle gravi condizioni in cui si sono trovate le truppe dall’inizio della guerra, pero’, le soldatesse hanno dovuto partecipare a scontri a fuoco combattendo a fianco degli uomini, non alle loro spalle. Purtroppo, per il primo gruppo, la situazione e’ stata veramente difficile da sostenere perche’ il loro addestramento risultava essere insufficiente. Sicuramente starete pensando la stessa cosa che mi sono chiesta io: ma in tutti i film americani ci sono donne combattenti in prima linea, e’ tutta finzione? Ebbene si’, in realta’ le regole di ingaggio dell’esercito non prevedono che le donne partecipino agli scontri a fuoco, devono ricoprire solo ruoli di supporto. L’Iraq e’ un’eccezione che il governo preferiva tenere sotto silenzio. Le soldatesse presenti alla conferenza stampa hanno voluto sottolineare che la motivazione per cui hanno partecipato al documentario e’ solo quella di condividere la loro esperienza. L’anno di servizio in Iraq non ha per nulla intaccato la loro dedizione e l’orgoglio che provano a fare parte dell’esercito. Naturalmente per tutto quello che ha che fare con donne che giocano ruoli attivi in situazioni di emergenza (vedi il post di ieri) nessuno ne parla tranne le documentiariste (donne) che hanno girato questo film.
Sulla scia dell’orgoglio patriottico sono andata a vedere anche il documentario “Zoned in” proiettato nella sezione Discovery e girato dalla regista di origine italiana Daniela Zanzotto. Il film segue per otto anni un ragazzo di colore di un ghetto del Bronx, padre a 15 anni e con due fratelli in prigione, che riesce ad essere ammesso alla prestigiosa Brown University e a diventare un insegnante in una scuola del suo quartiere d’origine.
Vi sembra che io vada a vedere solo documentari? E’ vero, mi ero infatti ripromessa di guardare i film che avessere un soggetto femminile e quelli che fossero girati da registe donne (su 143 registi, le donne sono 18) e la maggior parte sono dei documentari. Non so che conclusioni trarre quindi lascio a voi le speculazioni!!
Domani vado a vedere anche un lungometraggio, anzi due...
Dear Rosa Shokking people,
at 10 am sharp I was in front of 5 women soldiers of the US Army. No, it wasn’t a firing squad. It was the press conference of the documentary “Lioness”. The movie reveals the existence of a program of the US Army in Iraq that deploys women into direct ground combat behind men soldiers in order to calm and search women and children. From the very beginning, war conditions in Iraq forced them to participate directly in firefights beside men and not behind them in violation of US policy on military engagements. Unfortunately, the first group lacked the training they needed to feel prepared for such occurrence. The women soldiers present to the press conference underlined that they decided to be interviewed in the documentary only because they thought important to share their experience. The year they served in Iraq that did not undermine the pride they feel to be part of the Army. Of course, as everything else that concerns women having an active role in emergency situations (take a look at yesterday's post) that story has been kept untold until the directors (two women) decided to shoot a movie about it.
Feeling very patriotic myself I hurried to the screening of the documentary “Zone in” written and directed by the Italian filmmaker Daniela Zanzotto. The camera follows for eight years a young colored man, father at 15 and with two older brothers in jail, starting from his senior year in high school in South Bronx, obtaining a full scholarship for Brown University and becoming a teacher in a high school back in South Bronx.
Ok, I know it seems like I’m watching only documentaries! Tomorrow I have different plans.
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Tribeca Film Festival
domenica 27 aprile 2008
DAL TRIBECA FILM FESTIVAL/Pray the devil back to hell
di Elena Maria Manzini da New York
Cari lettori Rosa Shokking,
che giornata! Ho fatto una scoperta che mi ha dimostrato quanto la determinazione e la forza di un gruppo di donne possa cambiare il corso della storia. Il documentario che mi ha aperto gli occhi si intitola “Pray the devil back to hell” (Con la preghiera rimandate il diavolo all’inferno) ed e’ stato girato dalla talentuosissima regista Gini Reticker. Nel 2001 in Liberia, dopo 10 anni di guerra civile, un gruppo di donne cristiane e mussulmane ha deciso di mobilitarsi per costringere il sanguinario presidente Charles Taylor (il diavolo) e i signori della guerra che lo volevano rimpiazzare, e che nel frattempo stavano depredando il paese, a riunirsi per una conferenza di pace. La loro divisa era una semplice T-shirt bianca, il loro slogan “Vogliamo la pace. Non piu’ guerra”, la loro motivazione l’amore per il loro paese dissanguato dalla guerra e per il loro figli che non avevano un futuro sicuro. Queste donne sono riuscite nel loro intento, nel 2003 la conferenza di pace si e’ riunita, Charles Taylor ha abbandonato il paese e ora e’ perseguito per crimini contro l’umanita’, i bambini soldato sono stati disarmati e in Liberia e’ stata eletta la prima capo di stato donna della storia dell’Africa, Ellen Johnson Sirleaf.
Ed e’ una storia vera! E nessuno di noi ne ha mai saputo nulla!
Durante la conferenza stampa non ho potuto fare a meno di chiedere alla regista e a Leymah Gbowee, la portavoce di questo movimento, come fosse possibile che questa ispirante dimostrazione di coraggio sia passata sotto silenzio. Per la stampa, mi hanno risposto, quelle donne non avevano forza politica rappresentavano SOLTANTO la coscienza del paese.
Gli uomini che fanno la guerra popolano i giornali e le donne che fanno la pace rappresentano soltanto la coscienza del paese per questo possono essere dimenticate.
Non so se questo documentario trovera’ mai una forma di distribuzione in Italia, ma io so che non dimentichero’ mai la forza di queste donne e dopo che avrete visto anche soltanto il trailer sono sicura che non la dimenticherete neanche voi.
Chissa’ quali altre sorprese ci riserva il Tribeca Film Festival.
Dear Rosa Shokking people,
what a day! I found out a piece of news that proved me how the history of the world can be changed by the determination and the strength of a group of women. The documentary that opened my eyes is “Pray the devil back to hell” shot by the very talented director Gini Reticker. In 2001 in Liberia, after 10 years of civil war, a group of Christian and Muslim women decided to start protesting in order to convince the bloody president Charles Taylor (the devil) and the warlords that wanted to take his place to meet in a peace talk. Their uniform was a white T-shirt, their slogan “We want peace. No more war”, their drive the love for their country and for their children that had a hopeless future ahead. These women accomplished their mission, in 2003 the peace conference was opened, Charles Taylor abandoned the country and now he has been prosecuted for crimes against humanity, child soldiers have been disarmed and Ellen Johnson Sirleaf has been elected the first female head of state of all Africa.
And it’s a real story! And none of us has ever heard anything about it!
During a round table with the director, the producer and Leymah Gbowee, the spokesperson of the movement, I could not help asking how it is possible that such an inspiring act of courage has been kept untold up to now. The media, they answered, did not give those women credit because they represented JUST the conscience of the country.
Men that make war are all over the news, women that make peace are just the conscience of the country and can be forgotten.
Well, I can only hope that this beautiful movie will have the largest distribution, but in the meanwhile I know that I’ll never forget those women and their strength and I’m sure that as soon as you watched the trailer of the film you won’t forget them either.
I can’t wait to find out what surprise Tribeca Film Festival will prepare for us next!
Cari lettori Rosa Shokking,
che giornata! Ho fatto una scoperta che mi ha dimostrato quanto la determinazione e la forza di un gruppo di donne possa cambiare il corso della storia. Il documentario che mi ha aperto gli occhi si intitola “Pray the devil back to hell” (Con la preghiera rimandate il diavolo all’inferno) ed e’ stato girato dalla talentuosissima regista Gini Reticker. Nel 2001 in Liberia, dopo 10 anni di guerra civile, un gruppo di donne cristiane e mussulmane ha deciso di mobilitarsi per costringere il sanguinario presidente Charles Taylor (il diavolo) e i signori della guerra che lo volevano rimpiazzare, e che nel frattempo stavano depredando il paese, a riunirsi per una conferenza di pace. La loro divisa era una semplice T-shirt bianca, il loro slogan “Vogliamo la pace. Non piu’ guerra”, la loro motivazione l’amore per il loro paese dissanguato dalla guerra e per il loro figli che non avevano un futuro sicuro. Queste donne sono riuscite nel loro intento, nel 2003 la conferenza di pace si e’ riunita, Charles Taylor ha abbandonato il paese e ora e’ perseguito per crimini contro l’umanita’, i bambini soldato sono stati disarmati e in Liberia e’ stata eletta la prima capo di stato donna della storia dell’Africa, Ellen Johnson Sirleaf.
Ed e’ una storia vera! E nessuno di noi ne ha mai saputo nulla!
Durante la conferenza stampa non ho potuto fare a meno di chiedere alla regista e a Leymah Gbowee, la portavoce di questo movimento, come fosse possibile che questa ispirante dimostrazione di coraggio sia passata sotto silenzio. Per la stampa, mi hanno risposto, quelle donne non avevano forza politica rappresentavano SOLTANTO la coscienza del paese.
Gli uomini che fanno la guerra popolano i giornali e le donne che fanno la pace rappresentano soltanto la coscienza del paese per questo possono essere dimenticate.
Non so se questo documentario trovera’ mai una forma di distribuzione in Italia, ma io so che non dimentichero’ mai la forza di queste donne e dopo che avrete visto anche soltanto il trailer sono sicura che non la dimenticherete neanche voi.
Chissa’ quali altre sorprese ci riserva il Tribeca Film Festival.
Dear Rosa Shokking people,
what a day! I found out a piece of news that proved me how the history of the world can be changed by the determination and the strength of a group of women. The documentary that opened my eyes is “Pray the devil back to hell” shot by the very talented director Gini Reticker. In 2001 in Liberia, after 10 years of civil war, a group of Christian and Muslim women decided to start protesting in order to convince the bloody president Charles Taylor (the devil) and the warlords that wanted to take his place to meet in a peace talk. Their uniform was a white T-shirt, their slogan “We want peace. No more war”, their drive the love for their country and for their children that had a hopeless future ahead. These women accomplished their mission, in 2003 the peace conference was opened, Charles Taylor abandoned the country and now he has been prosecuted for crimes against humanity, child soldiers have been disarmed and Ellen Johnson Sirleaf has been elected the first female head of state of all Africa.
And it’s a real story! And none of us has ever heard anything about it!
During a round table with the director, the producer and Leymah Gbowee, the spokesperson of the movement, I could not help asking how it is possible that such an inspiring act of courage has been kept untold up to now. The media, they answered, did not give those women credit because they represented JUST the conscience of the country.
Men that make war are all over the news, women that make peace are just the conscience of the country and can be forgotten.
Well, I can only hope that this beautiful movie will have the largest distribution, but in the meanwhile I know that I’ll never forget those women and their strength and I’m sure that as soon as you watched the trailer of the film you won’t forget them either.
I can’t wait to find out what surprise Tribeca Film Festival will prepare for us next!
sabato 26 aprile 2008
DAL TRIBECA FILM FESTIVAL/Caos Calmo e Isabella Rossellini
di Elena Maria Manzini da New York
Cari lettori Rosa Shokking,
ho finalmente visto l’unico lungometraggio italiano in concorso al festival, “Caos Calmo” o come e’ stato tradotto per l’audience americana“Quiet Caos”. L’ho trovato sensibile e toccante, ma soprattutto come esattamente doveva essere: una finestra che si apre e si chiude per mostrare uno spaccato di vita vera. Lo so, lo so che molti di voi l’avranno sicuramente gia’ visto percio’ forse vi interessera’ sapere l’effetto che ha avuto sui giornalisti stranieri presenti alla proiezione e alla conferenza stampa. Devo dire che le recenti elezioni politiche e la fama di Nanni Moretti hanno spostato l’attenzione dalla trama del film, tutti pero’ hanno apprezzato l’interpretazione degli attori e la realizzazione del regista. Speriamo che un bel film italiano non si fermi al festival, ma possa essere distribuito negli States per rappresentare il nostro cinema. Anzi come prima cosa speriamo che vinca qualche premio al Tribeca!!
Un’altra rappresentante del cinema italiano da anni trasferita da anni negli Stati Uniti, Isabella Rossellini, ha partecipato come esperta ad un’interessantissima conferenza tenutasi sul futuro dei nuovi media. La conclusione della conferenza e’ stata che i nuovi media porteranno una rivoluzione su scala globale nell’entertainment, la sfida sara’ trovare la giusta regolamentazione per i diritti di copyright e metodi di monetizzazione dei contenuti. Ovvero cominciate a girare video e a metterli su internt perche’ molto presto qualcuno si inventera’ il modo per guadagnarci dei soldi e il mondo intero li stara’ a guardare! Isabella Rossellini stessa ha scritto, diretto ed interpretato, su commissione di Robert Redford, una serie di corti intitolata “Green Porno” ideata specificatamente per la distribuzione tramite internet e telefoni cellulari. I corti sono ispirati alle bizzarre pratiche sessuali degli insetti e dal 5 maggio sara’ possibile vederli sul sito www.sundancechannel.com.
Ora vi lascio carissimi e domani...domani e’ un altro giorno!!
Dear Rosa Shokking people,
I have finally seen “Quiet Caos” the only Italian feature in the world narrative competition. I found it sensitive and moving, but most of all exactly what it meant to be: a window that opens and closes on a timeframe of real life. The reaction of the international press present to the screening and to the press conference was very positive, even if sometimes some of the journalists seemed more interested in Italian internal politics than in the plot of the movie. Let’s hope that this beautiful Italian movie will be distributed in the States, but first of all that will win an award at the festival!!
In the afternoon another representative of Italian cinema, Isabella Rossellini, has been one of the panelists of a very interesting talk devoted to the future of new media. The conclusion of the talk was that new media will be a global revolution in entertainment and the real challenge will be to look for a feasible regulation of copyrights and monetization of contents! Meaning, guys start shooting and uploading videos because very soon somebody will find a way to earn money out if it and the whole world will be watching them! Isabella Rossellini herself shot a series of short movies entitled “Green Porno” commissioned by Robert Redford for Sundance Channel online. The shorts are inspired to the bizarre sexual practices of insects and other creatures and you’ll be able to watch them online or on your mobile phone from the 5th of May.
So long my friends and tomorrow….tomorrow is another day!!
Cari lettori Rosa Shokking,
ho finalmente visto l’unico lungometraggio italiano in concorso al festival, “Caos Calmo” o come e’ stato tradotto per l’audience americana“Quiet Caos”. L’ho trovato sensibile e toccante, ma soprattutto come esattamente doveva essere: una finestra che si apre e si chiude per mostrare uno spaccato di vita vera. Lo so, lo so che molti di voi l’avranno sicuramente gia’ visto percio’ forse vi interessera’ sapere l’effetto che ha avuto sui giornalisti stranieri presenti alla proiezione e alla conferenza stampa. Devo dire che le recenti elezioni politiche e la fama di Nanni Moretti hanno spostato l’attenzione dalla trama del film, tutti pero’ hanno apprezzato l’interpretazione degli attori e la realizzazione del regista. Speriamo che un bel film italiano non si fermi al festival, ma possa essere distribuito negli States per rappresentare il nostro cinema. Anzi come prima cosa speriamo che vinca qualche premio al Tribeca!!
Un’altra rappresentante del cinema italiano da anni trasferita da anni negli Stati Uniti, Isabella Rossellini, ha partecipato come esperta ad un’interessantissima conferenza tenutasi sul futuro dei nuovi media. La conclusione della conferenza e’ stata che i nuovi media porteranno una rivoluzione su scala globale nell’entertainment, la sfida sara’ trovare la giusta regolamentazione per i diritti di copyright e metodi di monetizzazione dei contenuti. Ovvero cominciate a girare video e a metterli su internt perche’ molto presto qualcuno si inventera’ il modo per guadagnarci dei soldi e il mondo intero li stara’ a guardare! Isabella Rossellini stessa ha scritto, diretto ed interpretato, su commissione di Robert Redford, una serie di corti intitolata “Green Porno” ideata specificatamente per la distribuzione tramite internet e telefoni cellulari. I corti sono ispirati alle bizzarre pratiche sessuali degli insetti e dal 5 maggio sara’ possibile vederli sul sito www.sundancechannel.com.
Ora vi lascio carissimi e domani...domani e’ un altro giorno!!
Dear Rosa Shokking people,
I have finally seen “Quiet Caos” the only Italian feature in the world narrative competition. I found it sensitive and moving, but most of all exactly what it meant to be: a window that opens and closes on a timeframe of real life. The reaction of the international press present to the screening and to the press conference was very positive, even if sometimes some of the journalists seemed more interested in Italian internal politics than in the plot of the movie. Let’s hope that this beautiful Italian movie will be distributed in the States, but first of all that will win an award at the festival!!
In the afternoon another representative of Italian cinema, Isabella Rossellini, has been one of the panelists of a very interesting talk devoted to the future of new media. The conclusion of the talk was that new media will be a global revolution in entertainment and the real challenge will be to look for a feasible regulation of copyrights and monetization of contents! Meaning, guys start shooting and uploading videos because very soon somebody will find a way to earn money out if it and the whole world will be watching them! Isabella Rossellini herself shot a series of short movies entitled “Green Porno” commissioned by Robert Redford for Sundance Channel online. The shorts are inspired to the bizarre sexual practices of insects and other creatures and you’ll be able to watch them online or on your mobile phone from the 5th of May.
So long my friends and tomorrow….tomorrow is another day!!
venerdì 25 aprile 2008
DAL TRIBECA FILM FESTIVAL/I love Madonna
di Elena Maria Manzini da New York
Cari lettori Rosa Shokking,
stamattina, armata di pass e occhiali swarovskati (grazie Laura!!), sono partita alla conquista del Tribeca Film Festival e ho scelto come primo film il documentario “Playing” del brasiliano Eduardo Coutinho. Una sedia su un palco teatrale, la telecamera che inquadra in primo piano sei donne che raccontano la loro storia e altrettante attrici che la reinterpretano. Il risultato e’ magico perche’ spesso attrici e intervistate si identificano talmente che e’ impossibile capire chi racconta e chi interpreta.
Dopo aver visto anche il mediocre e disturbante, a causa di una scena di sesso incestuoso fin troppo esplicita, “Savage Grace” interpretato da una sempre brava Julianne Moore sono finalmente giunta al culmine della giornata.
Ore 6.15 del pomeriggio Madonna calca il tappeto rosso! Appena mi sono ripresa dallo shock di averla vista dal vivo a meno di dieci metri di distanza (ho una passione malsana per questa donna dall’eta’ di 8 anni) ho potuto apprezzare il documentario che ha scritto e prodotto sulla gravissima condizione degli orfani dell’AIDS in Malawi. Il film e’ un po’ confuso per quanto riguarda la continuita’ della trama, ma molto toccante e soprattutto ha il grande valore aggiunto di portare l’attenzione mediatica che insegue Madonna in un paese africano totalmente dimenticato. Il titolo del documentario “I am because we are” traduce un motto africano che significa “io trovo la mia definizione nell’esistenza degli altri” ovvero tutti condividiamo lo stesso pianeta e non dovremmo ignorare chi ha bisogno di aiuto. In attesa che il film venga distribuito vi consiglio di visitare il sito www.iambecauseweare.com.
Dopo Madonna, vi avevo promesso anche Michael Jackson... Ebbene al drive in del Tribeca e’ stato proiettato il video della canzone Thriller alla presenza del regista John Landis che ha svelato alcuni trucchi nel making-of. La serata e’ continuata con una lezione di Thriller dance, la competizione per il miglior zombie e musica pop-rock anni ’80!
A domani con una giornata tutta italiana...
Dear Rosa Shokking people,
this morning I walked in my first Tribeca Film Festival screening: the Brazilian documentary “Playing”. The director Eduardo Coutinho interviewed six women and had also professional actresses act their stories. In the movie it becomes so difficult to say who is telling and who is playing that the two levels of reality and fiction get mixed up with a magical result.
After watching a very unmemorable “Savage Grace” starring Julianne Moore I finally got to the apex of the day.
6.15 pm Madonna walks on the red carpet. As soon as I got back to my senses I had the opportunity to watch the documentary she wrote and produced on the desperate situation of AIDS orphans in Malawi. The movie is a little bit confused as far as plot, but it’s very moving and brings the spotlight following Madonna on a country unknown to most people. The title of the movie “I am because we are” comes from an African motto and means “I cannot be defined without you” or else we all share the same planet and should care about each other. Waiting for the film to be distributed please visit the website www.iambecauseweare.com.
Madonna could not be followed by anyone else than Michael Jackson. The Tribeca drive in played the video of the song Thriller, showing also the Making of presented by the director John Landis, and then transformed itself in a cool zombie disco!
See you tomorrow for an all Italian day..
Cari lettori Rosa Shokking,
stamattina, armata di pass e occhiali swarovskati (grazie Laura!!), sono partita alla conquista del Tribeca Film Festival e ho scelto come primo film il documentario “Playing” del brasiliano Eduardo Coutinho. Una sedia su un palco teatrale, la telecamera che inquadra in primo piano sei donne che raccontano la loro storia e altrettante attrici che la reinterpretano. Il risultato e’ magico perche’ spesso attrici e intervistate si identificano talmente che e’ impossibile capire chi racconta e chi interpreta.
Dopo aver visto anche il mediocre e disturbante, a causa di una scena di sesso incestuoso fin troppo esplicita, “Savage Grace” interpretato da una sempre brava Julianne Moore sono finalmente giunta al culmine della giornata.
Ore 6.15 del pomeriggio Madonna calca il tappeto rosso! Appena mi sono ripresa dallo shock di averla vista dal vivo a meno di dieci metri di distanza (ho una passione malsana per questa donna dall’eta’ di 8 anni) ho potuto apprezzare il documentario che ha scritto e prodotto sulla gravissima condizione degli orfani dell’AIDS in Malawi. Il film e’ un po’ confuso per quanto riguarda la continuita’ della trama, ma molto toccante e soprattutto ha il grande valore aggiunto di portare l’attenzione mediatica che insegue Madonna in un paese africano totalmente dimenticato. Il titolo del documentario “I am because we are” traduce un motto africano che significa “io trovo la mia definizione nell’esistenza degli altri” ovvero tutti condividiamo lo stesso pianeta e non dovremmo ignorare chi ha bisogno di aiuto. In attesa che il film venga distribuito vi consiglio di visitare il sito www.iambecauseweare.com.
Dopo Madonna, vi avevo promesso anche Michael Jackson... Ebbene al drive in del Tribeca e’ stato proiettato il video della canzone Thriller alla presenza del regista John Landis che ha svelato alcuni trucchi nel making-of. La serata e’ continuata con una lezione di Thriller dance, la competizione per il miglior zombie e musica pop-rock anni ’80!
A domani con una giornata tutta italiana...
Dear Rosa Shokking people,
this morning I walked in my first Tribeca Film Festival screening: the Brazilian documentary “Playing”. The director Eduardo Coutinho interviewed six women and had also professional actresses act their stories. In the movie it becomes so difficult to say who is telling and who is playing that the two levels of reality and fiction get mixed up with a magical result.
After watching a very unmemorable “Savage Grace” starring Julianne Moore I finally got to the apex of the day.
6.15 pm Madonna walks on the red carpet. As soon as I got back to my senses I had the opportunity to watch the documentary she wrote and produced on the desperate situation of AIDS orphans in Malawi. The movie is a little bit confused as far as plot, but it’s very moving and brings the spotlight following Madonna on a country unknown to most people. The title of the movie “I am because we are” comes from an African motto and means “I cannot be defined without you” or else we all share the same planet and should care about each other. Waiting for the film to be distributed please visit the website www.iambecauseweare.com.
Madonna could not be followed by anyone else than Michael Jackson. The Tribeca drive in played the video of the song Thriller, showing also the Making of presented by the director John Landis, and then transformed itself in a cool zombie disco!
See you tomorrow for an all Italian day..
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giovedì 24 aprile 2008
DAL TRIBECA FILM FESTIVAL/Baby Mama
di Elena Maria Manzini da New York
Cari lettori Rosa Shokking,
eccoci finalmente all’apertura del Tribeca Film Festival!
Naturalmente da brava inviata Rosa Shokking dopo aver preso il mitico Press Pass mi sono lanciata all’esplorazione dei vari luoghi di ritrovo del festival. Ho scoperto che in perfetto stile newyorkese ogni luogo nasconde una sorpresa: nella Filmmaker Lounge ho trovato una mostra di opere d’arte che saranno date in premio a 13 registi alla fine del festival e nel famoso Tribeca Cinemas mi sono infilata alla proiezione di un documentario sui suoni e colori di New York intitolato Empire II, interessante perche’ ispirato al documentario Empire, della durata di 8 ore, girato da Andy Warhol sulla sua (e nostra..) citta’ preferita.
Alle 6 del pomeriggio come tradizione vuole, il festival si e’ aperto con una prima di un film non in concorso, la commedia Baby Mama interpretato da due attrici, Tina Fey e Amy Poehler, famosissime negli Stati Uniti perche’ comiche del Saturday Night Live. Baby Mama narra di una donna in carriera single che si accorge a 37 di volere un figlio, senza averne la possibilita’ perche’ virtualmente sterile, decide di assoldare una mamma surrogata e si trovera’ costretta ad ospitarla nel suo appartamento. Scusate se insisto, ma il festival non si poteva aprire in modo piu’ Rosa Shokking, finalmente un film con protagoniste donne, soprattutto nel genere commedia dove la maggior parte dei mattatori sono uomini, e che tratta una tematica prettamente femminile.
A domani, miei cari, con nuove avveture newyorkesi. Non voglio anticipare nulla, butto solo li’ un paio di nomi: Madonna e Michael Jackson.
Dear Rosa Shokking people,
here we are at the opening of the Tribeca Film Festival!
After getting my Press Pass, I decided to start exploring the venues of the festival. I found out that, being in New York, everything can hide a surprise: in the Filmmaker Lounge I discovered a very interesting art gallery and at Tribeca Cinemas I went to the screening of the documentary Empire II, inspired to the 8-hour long film Empire shot by Andy Warhol to celebrate his (and our..) favorite city: New York!!
The festival opened at 6 pm with the premiere of the comedy Baby Mama. Tina Fey and Amy Poelher star in a movie telling the story of the single businesswoman that finds out to be unable to give birth and decides to hire a surrogate mother. The comedy kicks when the two are forced to share the apartment. Finally an all women, cast and topic, movie: truly Hot Pink.
Stay tuned, my dearest, for new adventures.
Cari lettori Rosa Shokking,
eccoci finalmente all’apertura del Tribeca Film Festival!
Naturalmente da brava inviata Rosa Shokking dopo aver preso il mitico Press Pass mi sono lanciata all’esplorazione dei vari luoghi di ritrovo del festival. Ho scoperto che in perfetto stile newyorkese ogni luogo nasconde una sorpresa: nella Filmmaker Lounge ho trovato una mostra di opere d’arte che saranno date in premio a 13 registi alla fine del festival e nel famoso Tribeca Cinemas mi sono infilata alla proiezione di un documentario sui suoni e colori di New York intitolato Empire II, interessante perche’ ispirato al documentario Empire, della durata di 8 ore, girato da Andy Warhol sulla sua (e nostra..) citta’ preferita.
Alle 6 del pomeriggio come tradizione vuole, il festival si e’ aperto con una prima di un film non in concorso, la commedia Baby Mama interpretato da due attrici, Tina Fey e Amy Poehler, famosissime negli Stati Uniti perche’ comiche del Saturday Night Live. Baby Mama narra di una donna in carriera single che si accorge a 37 di volere un figlio, senza averne la possibilita’ perche’ virtualmente sterile, decide di assoldare una mamma surrogata e si trovera’ costretta ad ospitarla nel suo appartamento. Scusate se insisto, ma il festival non si poteva aprire in modo piu’ Rosa Shokking, finalmente un film con protagoniste donne, soprattutto nel genere commedia dove la maggior parte dei mattatori sono uomini, e che tratta una tematica prettamente femminile.
A domani, miei cari, con nuove avveture newyorkesi. Non voglio anticipare nulla, butto solo li’ un paio di nomi: Madonna e Michael Jackson.
Dear Rosa Shokking people,
here we are at the opening of the Tribeca Film Festival!
After getting my Press Pass, I decided to start exploring the venues of the festival. I found out that, being in New York, everything can hide a surprise: in the Filmmaker Lounge I discovered a very interesting art gallery and at Tribeca Cinemas I went to the screening of the documentary Empire II, inspired to the 8-hour long film Empire shot by Andy Warhol to celebrate his (and our..) favorite city: New York!!
The festival opened at 6 pm with the premiere of the comedy Baby Mama. Tina Fey and Amy Poelher star in a movie telling the story of the single businesswoman that finds out to be unable to give birth and decides to hire a surrogate mother. The comedy kicks when the two are forced to share the apartment. Finally an all women, cast and topic, movie: truly Hot Pink.
Stay tuned, my dearest, for new adventures.
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lunedì 21 aprile 2008
DAL TRIBECA FILM FESTIVAL/Presentazioni
di Elena Maria Manzini da New York
Cari lettori Rosa Shokking,
lasciate che mi presenti, mi chiamo Elena e per le prossime due settimane saro’ la vostra inviata al Tribeca Film Festival di New York.
Il Tribeca Film Festival e’ stato fondato nel 2002 da Robert De Niro e dalla produttrice Jane Rosenthal allo scopo di rivitalizzare la zona sud di Manhattan colpita moralmente ed economicamente dagli attentati terroristici del 11 settembre 2001.
TriBeCa e’ l’abbreviazione di Triangle Below Canal Street (Triangolo al di sotto di Canal Street) e il festival si svolgera’ in cinque diversi cinema del quartiere, negli auditori dell’Universita’ di New York e anche per strada. Infatti, saranno collegate al festival iniziative come proiezioni in un drive in, una fiera di strada che l’anno scorso ha richiamato 250.000 persone e un evento sportivo sponsorizzato dal canale televisivo ESPN.
I lungometraggi in concorso in due diverse categorie (narrativa e documentari) sono 24 e i cortometraggi 79, l’Italia sara’ rappresentata dal film Caos Calmo di Antonello Grimaldi. In totale saranno proiettati 120 film includendo le prime internazionali di film a larga distribuzione ed un vasto numero di lavori di autori e registi emergenti nelle sezioni Discovery ed Encounter. A lato del festival si terranno anche conferenze e panels durante i quali il pubblico potra’ incontrare e scambiare idee con registi, attori e sceneggiatori di fama mondiale. Si aspettano sul red carpet celebrita’ come Robert De Niro, Madonna, Isabella Rossellini, Julianne Moore, John Cusack e Meryl Streep.
Che dite, vi sembra interessante? La serata di apertura ufficiale del festival sara’ mercoledi’ 23 aprile, tenete quindi d’occhio le news a partire dal 24 perche’ la vostra inviata Rosa Shokking vi raccontera’ giorno per giorno come procede il festival!!
Domande, commenti, suggerimenti sono i benvenuti! Se siete appassionati di cinema e volete sapere tutto sui film in concorso potete visitare il sito www.tribecafilmfestival.org.
Un’ultima cosa, avete notato di che colore e’ il logo del festival? Rosa Shokking, naturalmente!
Cari lettori Rosa Shokking,
lasciate che mi presenti, mi chiamo Elena e per le prossime due settimane saro’ la vostra inviata al Tribeca Film Festival di New York.
Il Tribeca Film Festival e’ stato fondato nel 2002 da Robert De Niro e dalla produttrice Jane Rosenthal allo scopo di rivitalizzare la zona sud di Manhattan colpita moralmente ed economicamente dagli attentati terroristici del 11 settembre 2001.
TriBeCa e’ l’abbreviazione di Triangle Below Canal Street (Triangolo al di sotto di Canal Street) e il festival si svolgera’ in cinque diversi cinema del quartiere, negli auditori dell’Universita’ di New York e anche per strada. Infatti, saranno collegate al festival iniziative come proiezioni in un drive in, una fiera di strada che l’anno scorso ha richiamato 250.000 persone e un evento sportivo sponsorizzato dal canale televisivo ESPN.
I lungometraggi in concorso in due diverse categorie (narrativa e documentari) sono 24 e i cortometraggi 79, l’Italia sara’ rappresentata dal film Caos Calmo di Antonello Grimaldi. In totale saranno proiettati 120 film includendo le prime internazionali di film a larga distribuzione ed un vasto numero di lavori di autori e registi emergenti nelle sezioni Discovery ed Encounter. A lato del festival si terranno anche conferenze e panels durante i quali il pubblico potra’ incontrare e scambiare idee con registi, attori e sceneggiatori di fama mondiale. Si aspettano sul red carpet celebrita’ come Robert De Niro, Madonna, Isabella Rossellini, Julianne Moore, John Cusack e Meryl Streep.
Che dite, vi sembra interessante? La serata di apertura ufficiale del festival sara’ mercoledi’ 23 aprile, tenete quindi d’occhio le news a partire dal 24 perche’ la vostra inviata Rosa Shokking vi raccontera’ giorno per giorno come procede il festival!!
Domande, commenti, suggerimenti sono i benvenuti! Se siete appassionati di cinema e volete sapere tutto sui film in concorso potete visitare il sito www.tribecafilmfestival.org.
Un’ultima cosa, avete notato di che colore e’ il logo del festival? Rosa Shokking, naturalmente!
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martedì 15 aprile 2008
Quante sono le Senatrici della Lombardia?
di Virginia Fiume, da Milano
Si stanno delineando in queste ore le liste di persone che siederanno in Parlamento, alla Camera e al Senato, per i prossimi 5 anni.
Senato: qui
Niente è ancora deciso, ci saranno da verificare le dimissioni dovute a altri incarichi di Governo, eventuali abbandoni e quindi slittamenti del posto in lista.
Si può, però, a titolo statistico giocherellare con i primi elenchi che stanno apparendo su internet.
Per esempio, tra gli eletti al Senato in Lombardia, quante donne ci sono?
Su un totale di 47 senatori/trici eletti/e:
1 donna su 11 per la Lega
1 donna su 19 per il Popolo delle libertà
4 donne su 15 per il Partito Democratico
e 1 donna su 2 per l'Italia dei Valori.
Grazie a questa poco democratica legge elettorale tutto può ancora cambiare, i posti si scambieranno come figurine, ma pensiamo un attimo a questi numeri...
Si stanno delineando in queste ore le liste di persone che siederanno in Parlamento, alla Camera e al Senato, per i prossimi 5 anni.
Senato: qui
Niente è ancora deciso, ci saranno da verificare le dimissioni dovute a altri incarichi di Governo, eventuali abbandoni e quindi slittamenti del posto in lista.
Si può, però, a titolo statistico giocherellare con i primi elenchi che stanno apparendo su internet.
Per esempio, tra gli eletti al Senato in Lombardia, quante donne ci sono?
Su un totale di 47 senatori/trici eletti/e:
1 donna su 11 per la Lega
1 donna su 19 per il Popolo delle libertà
4 donne su 15 per il Partito Democratico
e 1 donna su 2 per l'Italia dei Valori.
Grazie a questa poco democratica legge elettorale tutto può ancora cambiare, i posti si scambieranno come figurine, ma pensiamo un attimo a questi numeri...
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domenica 13 aprile 2008
Il piacere di un buon libro!
di Claudia Clerici da Milano
Da domani al 20 aprile Palazzo Litta (Corso Magenta – Milano) ospiterà la quarta edizione di Quantestorie, il festival del libro dedicato ai giovani lettori che avranno la possibilità di approcciarsi alla carta stampata in maniera differente rispetto alle aule scolastiste.
Durante la rassegna i ragazzi potranno visitare LA FORESTA DEI CENTO LIBRI: Fumetti!, mostra aperta tutti i giorni dalle 9.30 alle 18.30, che vuole essere un omaggio al fumetto e che si completa con i laboratori di disegno e illustrazione a fumetti a cura della Scuola del Fumetto di Milano (Sala Cavallerizza).
Gli italiani, infatti, hanno cominciato a sfogliare fumetti dal 1908, quando sulle pagine del "Corriere dei Piccoli" comparivano le prime serie umoristiche statunitensi e sempre nello stesso anno faceva la sua comparsa Bilbolbul, il primo eroe del fumetto italiano nato dalla penna di Attilio Mussino.
La quarta edizione di Quantestorie vuole rendere omaggio a questa fantasiosa forma d’arte visiva e di scrittura, dedicando ai fumetti la sua “Foresta dei cento libri”: valorizzando sia i grandi classici del fumetto per bambini e ragazzi (la Pimpa, Tintin, Asterix, Little Nemo), ma anche le nuove e più interessanti tendenze di graphic novel per adolescenti, rappresentate tra gli altri da Gipi, Marjane Satrapi, Davide Toffolo.
Un altro interessante momento, specchio del nostro tempo interculturale, è MA COME PARLI?, un’iniziativa benefica che permetterà di acquistare un volume al costo simbolico di 3 euro, i cui ricavati saranno devoluti a un progetto di cooperazione internazionale a cura di INTERVITA ONLUS e nello specifico al progetto Sharadha Balangan, dedicato ai bambini di strada, minori senza casa né famiglia della città indiana di Nashik.
Si tratta di cinque racconti dei più celebri scrittori per l’infanzia italiani, tradotti nelle principali lingue di immigrazione (arabo, cinese, spagnolo, rumeno e francese) con testo italiano a fronte. Scopo della pubblicazione è quello di avvicinare gli alunni stranieri alla comprensione della lingua e della letteratura italiana, attraverso racconti di poche pagine e di facile comprensione, ma anche di incuriosire gli alunni italiani nei confronti delle diverse culture rappresentate nel libro.
Tra i volumi troverete:
- Marco Polo e gli spaghetti, nell’originale italiano e nella traduzione cinese
- La rivolta delle sardine, nell’originale italiano e nella traduzione francese
- Ti piace la tua faccia?, nell’originale italiano e nella traduzione araba
- Un coniglio tutto solo, nell’originale italiano e nella traduzione rumena
- Dove comincia l’arcobaleno, nell’originale italiano e nella traduzione spagnola
Per informazioni e prenotazioni:
Associazione Culturale Nautilus
Telefono 02 29532181 / e-mail associazionenautilus@yahoo.it
Nei giorni del Festival: 346 9802613
www.quantestorie.org
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venerdì 11 aprile 2008
Rassegna video/ Correva l'anno 1976
"tu sei donna, apri la figa e scopa perchè se no sei repressa, sei inibita, non sei rivoluzionaria e non credi nella lotta di classe e sei frigida"
"Quando mai una donna ha avuto la possibilità di fare lavori che andassero oltre all'essere brava moglie e brava madre, poi angelo del focolare, poi angelo del ciclostile, quando poi si è fatta la rivoluzione delle radio libere angelo dei dischi, cioè quella che va alla radio e aiuta il maschietto a mettere i dischi..."
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giovedì 10 aprile 2008
EVENTI/ Milano, Iulm, ore 15.00-18.00 INFORMAZIONE, ISTITUZIONI, SOCIETA'. IL FATTORE D NELLA POLITICA
I partecipanti al master universitario in Management della comunicazione sociale, politica e istituzionale (MASPI) dell'Università IULM, in collaborazione con i partecipanti al corso di specializzazione in Politica, città e innovazione di Scuola di Comunicazione IULM sono lieti di invitare professori e studenti dello IULM all'incontro open – previsto nel laboratorio di comunicazione politica dei due corsi – con:
Ludina Barzini giornalista, presidente della "Fondazione Luigi Barzini", già Assessore alla Cultura del Comune di Milano
Ombretta Colli assessore alle Aree Cittadine e Consigli di Zona del Comune di Milano, già Presidente della Provincia di Milano
Linda Lanzillotta ministro per gli Affari Regionali e Autonomie Locali del Governo italiano
Introduce il prof. Stefano Rolando Direttore scientifico del master in Management della comunicazione sociale, politica e istituzionale dell'Università IULM e Direttore scientifico di Scuola di Comunicazione IULM
Giovedì 10 aprile 2008 Aula Seminari – Università IULM (6° piano) Ore 15.00 - 18.00
Ludina Barzini giornalista, presidente della "Fondazione Luigi Barzini", già Assessore alla Cultura del Comune di Milano
Ombretta Colli assessore alle Aree Cittadine e Consigli di Zona del Comune di Milano, già Presidente della Provincia di Milano
Linda Lanzillotta ministro per gli Affari Regionali e Autonomie Locali del Governo italiano
Introduce il prof. Stefano Rolando Direttore scientifico del master in Management della comunicazione sociale, politica e istituzionale dell'Università IULM e Direttore scientifico di Scuola di Comunicazione IULM
Giovedì 10 aprile 2008 Aula Seminari – Università IULM (6° piano) Ore 15.00 - 18.00
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martedì 8 aprile 2008
SONDAGGIO PARI OPPORTUNITA'
Nella tua azienda ci si occupa di pari opportunità?
In che termini?
Le amiche di Donnemanageritalia stanno raccogliendo informazioni...
qui!
http://donne.manageritalia.it/sondaggio/
In che termini?
Le amiche di Donnemanageritalia stanno raccogliendo informazioni...
qui!
http://donne.manageritalia.it/sondaggio/
domenica 6 aprile 2008
Tutta la vita davanti. Iniziamo a crederci!
di Claudia Clerici da Milano
Ieri sera ho visto il film e prima di commentarlo ho dato una lettura veloce, anche se da domenica mattina, ad alcuni commenti inseriti nella rete.
I più continuano a sottolineare la realtà contemporanea, ma non so quanto questo possa farci bene, nonostante io viva in prima persona l’assurda e surreale situazione che si descrive. Ne sono dentro anch’io, non parlo da esterna e le mie frustrazioni sono e continuano ad essere parecchie.
Mi dico allora che probabilmente molto è rapportabile ai sogni e alle prospettive che ci siamo creati da bambini: molti di noi sono stati i primi laureati in una famiglia che solitamente vive questo momento con lacrime di gioia, come se fosse l’obiettivo massimo, mentre per noi è uno step, certo grande e da non banalizzare, ma che viviamo per lo più come strumento per passare ad altro e non solo a livello economico, ma più profondamente umano, di realizzazione dei propri sogni e senso per la propria vita.
Ciò che mi è piaciuto è che la protagonista, credo in modo molto dignitoso, si sia reinventata molto bene di fronte alla scoperta che la vita è mutevole e i sogni cambiano. Consapevolezza che crea smarrimento e incertezza, ma subito viene adeguata alla nuova situazione, scoprendo che la filosofia non è solo discorrere con eminenti professori, ma è anche adattare la lettura di Platone a una bambina, purtroppo confusa già in partenza.
È vero, il mondo è surreale ed è quello che realmente la maggior parte della gente vive nel quotidiano, ma al di là delle azioni folli e dei balletti da villaggi vacanze, ho percepito qualcosa che dice di non rinunciare e di continuare ad avere coraggio.
Questo a partire dallo splendido ballo immaginario tra Marta e il ricordo di sua mamma, appena morta, ma che è comunque una presenza che le sta affianco e la incita a non mollare, in un abbraccio che mi è sembrato universale. Per poi passare alla figura di Sonia, così facilmente giudicabile, ma nella sua fragilità certa di voler stare con sua figlia, a modo suo, con le sue difficoltà e infine la piccola che, in un ambiente totalmente disorientante, riesce a dire con chiarezza cosa vuol fare da grande: FILOSOFIA!
È un messaggio sul quale riflettere, senza discutere troppo sulla punta dell’icerberg, ma andando un po’ più in profondità, dove forse la successione dei nostri confusi pensieri alla fine può trovare un ordine e aiutarci ad avere coraggio.
venerdì 4 aprile 2008
Londra: una metropoli dinamica e la sua diversità normale
di Simona Voglino
Sarà anche vero che siamo tutti uguali, che viviamo sotto lo stesso cielo e respiriamo la stessa aria, ma quando da Milano ti proietti in una vera, grande metropoli con la sua maniacale efficienza e la sua coloratissima multietnicità, realizzi improvvisamente che il nostro italianissimo conservatorismo ideologico ci esclude, quanto meno parzialmente, da quella visione globale che caratterizza questo mondo nel suo inarrestabile divenire.
L’esempio più calzante mi arriva tutte le sante mattine quando verso le otto e mezza prendo la metro.
Grandi stazioni perfettamente organizzate affollate dal delirio di un’umanità frenetica, che inizia una nuova giornata. E’ il vero e proprio esodo di una massa eterogenea e compatta che corre verso la propria vita quotidiana.
Appena entri in una stazione della metropolitana londinese ti si apre un mondo a sé, fatto di migliaia e migliaia di persone, rumori, scritte e scale mobili e la cosa davvero impressionante è che anche dentro a questo universo caotico la sensazione è sempre quella che a controllare questo velocissimo movimento di voci e passi vi sia un ordine intrinseco.
Le scale mobili, lunghe e veloci affollate di gente. Chi si lascia trasportare dal loro movimento è pregato di sistemarsi sulla destra per lasciare libero il passaggio alla frenesia dei ritardi di chi le percorre più velocemente, in salita o in discesa poco importa. Tutto è governato da regole che ognuno rispetta come se non lo fossero nemmeno.
In cima a molte di queste scale talentuosi suonatori dei più svariati strumenti, si esibiscono davanti ad un fiume di gente, in piena e mai stanco di scorrere che passa al suono di quelle note che danno un sapore ritmato alla giornata che sta iniziando.
(Cartelli pubblicitari si susseguono, accompagnati da luci, suoni e odori.)
Ogni due minuti (al massimo) arriva il tuo treno. Veloce ed efficiente anche lui, rigoroso ed educato come i suoi innumerevoli passeggeri quotidiani. E appena sali sul tuo vagone, dopo aver lasciato scendere con diligenza naturale gli altri passeggeri, ecco un altro mondo davanti ai tuoi occhi.
Decine e decine di sguardi: vispi, cauti, timidi, indifferenti, assonnati o attenti incrociano il tuo. Decine e decine di giacche, scarpe e borse. Tantissime nazionalità e differenti colori di pelle che si mischiano e si sfiorano con indifferenza normale.
Oriente e Occidente respirano la stessa condensa, a volte quasi soffocante.
Burqa e minigonne si mescolano nell’indifferenza della folla.
Il manager, la cameriera e lo studente.
Chi ascolta la musica col suo pratico mp3, chi legge il Financial Times, chi un libro o più semplicemente “metro” il free-press del mattino. E’ davvero il trionfo della diversità normale, così normale da farti davvero sentire uno e fra tanti.
Così normale da farti capire che forse i non-normali siamo noi, così attenti a considerare tutto ciò che è diverso.
Sarà anche vero che siamo tutti uguali, che viviamo sotto lo stesso cielo e respiriamo la stessa aria, ma quando da Milano ti proietti in una vera, grande metropoli con la sua maniacale efficienza e la sua coloratissima multietnicità, realizzi improvvisamente che il nostro italianissimo conservatorismo ideologico ci esclude, quanto meno parzialmente, da quella visione globale che caratterizza questo mondo nel suo inarrestabile divenire.
L’esempio più calzante mi arriva tutte le sante mattine quando verso le otto e mezza prendo la metro.
Grandi stazioni perfettamente organizzate affollate dal delirio di un’umanità frenetica, che inizia una nuova giornata. E’ il vero e proprio esodo di una massa eterogenea e compatta che corre verso la propria vita quotidiana.
Appena entri in una stazione della metropolitana londinese ti si apre un mondo a sé, fatto di migliaia e migliaia di persone, rumori, scritte e scale mobili e la cosa davvero impressionante è che anche dentro a questo universo caotico la sensazione è sempre quella che a controllare questo velocissimo movimento di voci e passi vi sia un ordine intrinseco.
Le scale mobili, lunghe e veloci affollate di gente. Chi si lascia trasportare dal loro movimento è pregato di sistemarsi sulla destra per lasciare libero il passaggio alla frenesia dei ritardi di chi le percorre più velocemente, in salita o in discesa poco importa. Tutto è governato da regole che ognuno rispetta come se non lo fossero nemmeno.
In cima a molte di queste scale talentuosi suonatori dei più svariati strumenti, si esibiscono davanti ad un fiume di gente, in piena e mai stanco di scorrere che passa al suono di quelle note che danno un sapore ritmato alla giornata che sta iniziando.
(Cartelli pubblicitari si susseguono, accompagnati da luci, suoni e odori.)
Ogni due minuti (al massimo) arriva il tuo treno. Veloce ed efficiente anche lui, rigoroso ed educato come i suoi innumerevoli passeggeri quotidiani. E appena sali sul tuo vagone, dopo aver lasciato scendere con diligenza naturale gli altri passeggeri, ecco un altro mondo davanti ai tuoi occhi.
Decine e decine di sguardi: vispi, cauti, timidi, indifferenti, assonnati o attenti incrociano il tuo. Decine e decine di giacche, scarpe e borse. Tantissime nazionalità e differenti colori di pelle che si mischiano e si sfiorano con indifferenza normale.
Oriente e Occidente respirano la stessa condensa, a volte quasi soffocante.
Burqa e minigonne si mescolano nell’indifferenza della folla.
Il manager, la cameriera e lo studente.
Chi ascolta la musica col suo pratico mp3, chi legge il Financial Times, chi un libro o più semplicemente “metro” il free-press del mattino. E’ davvero il trionfo della diversità normale, così normale da farti davvero sentire uno e fra tanti.
Così normale da farti capire che forse i non-normali siamo noi, così attenti a considerare tutto ciò che è diverso.
martedì 1 aprile 2008
Rassegna stampa/ EXPO 2015- MILANO
Giornata di grandi festeggiamenti dopo che Milano si è aggiudicata l'EXPO 2015.
L'editoriale di Giuseppe De Rita sul Corriere della Sera traccia bene il quadro della situazione, sin dal titolo: Un'occasione per progettare
Due donne tra le artefici di un successo che non dovrà nè essere sprecato nè mal gestito:
Il titolo dell'Expo del 2015 sarà:
FEEDING THE PLANET, ENERGY FOR LIFE
NOURRIR LA PLANETE, ENERGIE POUR LA VIE
NUTRIRE IL PIANETA, ENERGIA PER LA VITA
il sito ufficiale qui
L'esposizione universale torna dopo 102 anni. battuta Smirne
Expo 2015, ha vinto Milano 86 a 65
Urla di gioia alla notizia. Si festeggia in città. Difficoltà durante le votazioni
tratto da Corriere.it/vivimilano
PARIGI - Prima un urlo, quindi un fragoroso applauso e una corsa ad abbracciarsi nei corridoi del Palazzo dei congressi di Parigi. Così è stata accolta la notizia per la vittoria di Milano per l'Expò 2015 dalla nutritissima delegazione italiana che ha seguito con grande trepidazione gli ultimi minuti prima dell'esito finale. Gelata la delegazione turca, all'interno del Palazzo dei congressi sventolano ora le bandiere italiane e quelle crociate di Milano.
PRODI E BERLUSCONI - Il presidente del consiglio Prodi si è complimentato con il Sindaco Letizia Moratti e ha affermato: «È importante questa vittoria, ci siamo mossi in modo unitario e il risultato è eccezionale. Un po' di paura l'abbiamo avuta». È stato questo uno dei primi commenti del presidente del Consiglio, Romano Prodi. «E’ una vittoria del mio Governo - ha detto Prodi - e anche dell’Italia. Non a caso ho fatto per giorni e giorni telefonate di richiamo». Invece Berlusconi: «Evviva. È una cosa importante per Milano e per l' Italia. Sono davvero lieto che ci sia questa notizia dopo il disastro che stiamo subendo per la tragedia di Napoli e per la Campania». Sono le parole con le quali Silvio Berlusconi commenta entusiasta l' assegnazione dell' Expo 2015 alla città di Milano aggiungendo che: «questo certo non è per merito di Prodi».
I MORATTI - Gianmarco Moratti, che ha seguito in sala l'ultima sessione del Bie che si è conclusa con la proclamazione di Milano per l'organizzazione dell'Expo universale 2015, è salito sul palco e ha abbracciato la moglie Letizia, sindaco della città. Entrambi, commossi, non hanno nascosto le lacrime. Qualche giorno fa, in un'intervista, Gianmarco Moratti aveva promesso che in caso di vittoria si sarebbe concesso con la moglie tre giorni di vacanza lontano da tutto e da tutti.
STRISCIONE A PALAZZO MARINO - Uno striscione con il logo dell’Expo 2015 e la scritta «Milano città ospitante. Grazie a tutti!» è stato esposto sulla facciata di Palazzo Marino subito dopo l’assegnazione dell’Esposizione al capoluogo lombardo. La gigantografia, 2,5 x 3,66 metri, "è la prima testimonianza simbolica di un giorno storico - ha commentato il Presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmeri - che porta il nome di Milano nel mondo, con l’onore e la responsabilità di ospitare l’Esposizione universale. Viviamo con orgoglio e gioia questo momento straordinario - ha proseguito - che ci impegna direttamente a lavorare da Milano per un mondo migliore».
CHE COSA E' - Non è la prima volta che il capoluogo lombardo ospita l'esposizione universale, accade infatti anche nel 1906, esattamente dal 28 aprile all'11 novembre. I numeri di allora furono, per l'epoca, eccezionali con dieci milioni di visitatori e circa 13 milioni di lire di investimenti. Le nazioni partecipanti furono quaranta. Il tema scelto allora fu quello dei trasporti. Per l'occasione furono creati oltre 220 edifici e fu costruito l'acquario civico.
PERCHÈ EXPO - L'Expo, o Esposizione mondiale, è il nome generico che indica diverse grandi esposizioni tenutesi fin dalla metá del XIX secolo. L'organismo internazionale che regola la frequenza, la qualità e lo svolgimento delle esposizioni è il Bureau International des Expositions (tipicamente abbreviato in Bie) nato da una convenzione internazionale siglata a Parigi nel 1928. Attualmente aderiscono al Bie 98 Stati. Le esposizioni gestite dal Bie sono esposizioni internazionali di natura non commerciale con durata superiore alle tre settimane organizzate ufficialmente da una nazione e che prevedono la partecipazione delle altre nazioni invitate tramite canali diplomatici dalla nazione ospitante. La prima Esposizione Universale è generalmente considerata quella tenutasi a Londra nel 1851. Il successo di questo evento ha spinto altre nazioni ad organizzare iniziative similari, come l'Exposition Universelle di Parigi del 1889 ricordata per la creazione della Torre Eiffel. Fin dall'inizio il Bie ha identificato due differenti categorie di esposizioni: le esposizioni universali e le esposizioni specializzate.
31 marzo 2008
Mondo Rosa Shokking aveva parlato di Expo: Francesco Vicario qui
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