mercoledì 9 gennaio 2008

Sarkozy e gli obiettivi "aziendali"

di Francesca Gabetti


http://www.lemonde.fr/web/article/0,1-0@2-823448,36-995565@51-991293,0.html

Anche se l'immagine di Sarkozy é in questo periodo duramente minata dalle sue maníe di auto-voyeurismo, anche se varie questioni politiche sono state momentaneamente accantonate in favore del gossip, c'é una notizie che colpisce e che riguarda il varo di un nuovo metodo di gestione dei membri dell'esecutivo francese, fortemente voluto da "Sarko".

Cosí come accade ormai da anni nelle aziende, a partire dal 2008, i 33 ministri e segretari di Stato d'oltralpe saranno valutati periodicamente sulla base delle loro performance reali, misurate dal programma "MBO" (in gergo, Management By Objective). Questo significa sottomettersi a pieno titolo alla "logica del risultato" quantificabile impresariale, assoluta novitá nel panorama politico e che evidentemente crea non poche perplessitá da parte dei "futuri giudicati".

D'altronde, Mons. Sarkozy l'aveva giá annunciato dopo le elezioni: i miei ministri dovranno prendersi le loro responsabilitá ed accettare in maniera trasparente che consulenti esterni li valutino.

La misura appare effettivamente innovativa e necessaria per scalzare quella - numerosa -classe politica troppo abituata a "scaldare le poltrone" e godere dei privilegi connessi alla posizione senza contribuire in maniera efficace al sistema. Lo sappiamo purtroppo fin troppo bene in Italia, dove le trame sotteranee ed i giochi di potere hanno finito per paralizzare letteralmente il sistema, scatenando una triste corsa all'immobilismo, vigliaccamente mascherato da vittimismo o accuse che possano gisutificare l'ingiustificabile.

Interessante il fatto che i risultati stabiliti da Sarkozy per i suoi ministri siano un misto tra obiettivi di budget e politici, quelli promessi prima delle elezioni ed elaborati in collaborazione con Boston Consulting Group. Ovvero in teoria misurabili, realisti e dichiarati.

Fin qui tutto ok. Ma quanto é logico stabilire come obiettivo personale e politico il numero esatto di espulsioni di clandestini?O il numero di studenti iscritti all'universitá? Non si rischia di tramutare l'idea positiva di un cammino verso una classe politica piú responsabile ed efficiente in un mero calcolo numerico in cui le persone si trasformano tristemente in cifre?
Data la novitá della misura governativa, sará sicuramente necessario per la Francia trovare una strada intermedia che possa mediare tra la voglia e la necessitá di modernizzare la politica e l'attenzione a non disumanizzare o trascurare i risultati intangibili di un governo, che spesso non sono misurabili in numeri ma riguardano delicati equilibri interni, come il benestare psicologico delle persone e della societá.

La speranza e che prima o poi anche l'Italia possa concepire un sistema simile: significa avere voglia di cambiare. Ma per ora, purtroppo, siamo ancora in alto mare...


1 commento:

Anonimo ha detto...

Interessante questo pezzo Franci!
A me l'idea degli "indicatori" piace parecchio.
Anche perchè, per dirla un po'"grillianamente", i parlamentari sono di fatto dei dipendenti ed è giustissimo che debbano fare i conti con obiettivi e risultati.
Secondo me se i parametri vengono ben definiti anche il rischio di disumanizzazione viene contenuto...