venerdì 18 gennaio 2008

BAMBINI IN PASSERELLA: PITTI IMMAGINE BIMBO 18/20 gennaio 2008



di Claudia Clerici da Milano.
Apre oggi l’edizione 2008 di Pitti Immagine Bimbo presso la storica Fortezza da Basso (FI), portando con sé proposte e polemiche legate all’abbagliante mondo della moda e al suo legame con l’infanzia.
Da un punto di vista prettamente commerciale l’evento si prospetta già come un successo e ancora una volta stupisce il rilevante numero di partecipazioni: 540 marchi, una buona percentuale di aziende estere tra i nuovi arrivi, oltre a interessanti progetti individuali orientati alla moda etica. La neonata area EcoEthic si propone, infatti, come progetto dedicato alle collezioni eco sostenibili, con una particolare sensibilità verso le piccole comunità locali e quelle realtà produttive che operano nel rispetto della natura e delle condizioni di lavoro.
Ma tra le proposte più rilevanti stupisce soprattutto la volontà di creare uno specifico codice etico che sia in grado di tutelare l’immagine dell’infanzia non solo all’interno di un vuoto legislativo, ma anche della mancanza di autoregolamentazione che fa sì che siano ancora parecchi gli stilisti che usano la provocazione come arma comunicativa.
Durante le giornate di Pitti Immagine Bimbo si cercherà quindi di recuperare la dimensione ludica come caratteristica fondamentale dell’infanzia, limitando il numero delle sfilate e privilegiando performance simili al gioco, evitando di presentare lolite super truccate e dagli atteggiamenti ammiccanti e seduttivi, oltre al divieto di accesso nei backstage di fotografi voyeur.
Tutto questo aiuterà realmente a recuperare la freschezza e la spontaneità dei bambini? E la proposta che i bimbi sfilino per mano alle loro mamme non servirà piuttosto a dare un “momento di gloria” a figure genitoriali che sembrano ambire soprattutto alla prima pagina delle riviste patinate?
Indubbiamente una regolamentazione è indispensabile, ma probabilmente andrebbe fatto anche un lavoro di analisi motivazionale sui genitori, troppo spesso causa dei disagi dei loro figli.
Ricordate la scena di Little Miss Sunshine (2006) durante il concorso di bellezza? Non era forse lo sguardo del pubblico adulto a ritenere provocatoria una bimba buffa e impacciata rispetto alle altre bamboline vestite da pseudo conigliette, ma considerate perfettamente adeguate al palcoscenico?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non ho visto Little Miss Sunshine, ma in effetti credo che una regolamentazione sulla presenza dei bambini nella pubblicità e nella moda possa essere importante.
Più che altro per garantire che i bambini si divertano quando partecipano a questo genere di iniziative e non diventi un lavoro da piccoli operai del settore... :-)
poi crescerebbero troppo arrabbiati...