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mercoledì 6 maggio 2009

And the winners are....

di Elena Maria Manzini da New York

Cari lettori Rosa Shokking,
domenica si e' chiuso il Tribeca Film Festival con le proiezioni dei film che hanno ottenuto il plauso del pubblico e della giuria di professionisti del settore.
Io sono riuscita a vedere tutti i film che hanno vinto e sono qui proprio per raccontarveli...che bel lavoro che mi sono scelta!!
Il premio del pubblico e' andato alla spassosissima commedia "City Island', interpretato e prodotto da Andy Garcia: la famiglia Rizzo abita in una piccola isola di fronte al Bronx che si chiama City Island, la peculiarita' dei componenti di questa famiglia e' che ognuno di loro, a parte fumare di nascosto dagli altri, ha un segreto che non vuole rivelare. Il padre, guardia carceraria in realta' prende lezioni per fare l'attore, la madre (Julianna Margulies, l'infermiera Carol di ER) ha una cotta per il galeotto che il marito porta a casa ad aggiustare il giardino, la figlia fa la stripper per pagarsi il college, il figlio adolescente ha una passione un tantino feticista per le donne sovrappeso. Ma sara' il segreto piu' segreto del capofamiglia, che non ha voluto a confessare nenche a se stesso per 24 anni, a riunire la famiglia.
La giuria, guidata da Uma Thurman, ha decretato vincitore del festival il film iraniano "About Elly", gia' vincitore dell'Orso d'Argento a Berlino.
Il film, meravigliosamente interpretato da un otto attori provenienti dal teatro, mostra una gita al mare di un gruppo di amici che si trasforma in tragedia quando un incidente causa la sparizione di Elly. Presto piccole bugie, che non avrebbero avuto rilevanza se non fosse successo nulla, si accumulano e creano il caos fra i protagonisti sempre piu' in ansia per la giovane. Menzione speciale al miglior filmmaker emergente e' stata attribuita al regista del film norvegese "North", una commedia un po' triste che racconta il viaggio di Jomar verso nord per conoscere il figlio di 5 anni che non ha mai visto, durante il quale incontrera' personaggi soli come lui, rimettera' gli sci dopo 5 anni da un incidente che gli aveva distrutto la carriera di sciatore professionita e imparera' ad ubriacaresi incollando un assorbente interno sulla testa....
Gli attori premiati per le loro performances sono: Ciaran Hinds per il magnifico e inquietante film irlandese "The Eclipse" e Zoe Kazan per il suo ruolo di adelescente malata di epilessia in "The Exploding Girl".
Il premio come miglior documentario e' stato assegnato a "Racing Dreams": il film segue per 1 anno le gare di gokart di tre ragazzini, dagli 11 ai 13 anni, che aspirano a diventare corridori professionisti nel circuito americano Nascar. Il film e' stato tutto girato con una piccola telecamera che riesce a lasciare liberta' ai ragazzi protagonisti e li mette a proprio agio, tanto che spesso si dimenticano che ci sia, per questo regala una visione fresca e molto realistica della loro vita, dei sogni, ma soprattutti di tutti i sacrifici che devono affrontare insieme alle loro famiglie per mettere a frutto il loro grande talento. Il premio come filmmaker emergente e' andato a Ian Olds il regista del film "Fixer, the Taking of Ajmal Naqshbandi" sulle esperienze e la tragica morte per tramite dei talebani dell'aspirante giornalista afgano rapito con il corrispondente de La Repubblica Daniele Mastrogiacomo.
Tutti i film in concorso erano di un livello veramente alto, molto di piu' dello scorso anno forse anche perche' e' cambiata la direzione artistica ora in mano a Goeffrey Gilmore, ex direttore del Sundance. Purtoppo non e' stato assegnato nessun premio al mio film preferito: "Accidents Happen" girato dal giovane regista australiano Andrew Lancaster e interpretato
da una magistrale Geena Davis. Il giovane Billy, pur essendo il figlio minore e avendo solo 15 anni, deve gestire una madre frustrata e acida, un fratello ubriacone e un padre che ha abbandonato la famiglia dopo un incidente stradale nel quale e' morta la sorella ed e' rimasto in coma il quarto fratello. I dialoghi sono incalzanti, le interpretazioni perfette, la storia che potrebbe essere superdrammatica e' trattata con leggerezza ma senza perdere di spessore....meraviglioso!!!!!
E qui si chiude la mia narrazione....ora sono nella mia casetta con il pass al collo e mi sento persa...ma non vi abbandono, giuro che se vedo qualcosa di interessante qui negli States ve lo segnalo prima che arrivi in Italia. Sempre che i distributori italiani si decidano a far vedere anche dei film indipendenti nelle nostre sale cinematografiche!
Bacioni da New York.

venerdì 1 maggio 2009

E le ragazze si fanno trovare pronte...!

di Elena Maria Manzini da New York

Carissimi lettori Rosa Shokking,
dopo aver letto il mio post di qualche giorno fa non avrete mica pensato che al Tribeca le ragazze restassero in panchina a guardare i ragazzi giocare, vero?
Per fortuna il nuovo direttore del festival, ha deciso quest'anno di puntare sulle registe donne e sulle figure femminili forti, un po' perche' fanno tanto festival indipendente e un po' perche' le fanciulle stanno cominciando a farsi valere sempre di piu' e in tanti diversi generi.
Due sono i documentari che ho visto e che vi voglio segnalare: "The Burning Season" e "P-Star Rising". Il primo si occupa del grave problema della deforestazione in Indonesia ed e' stato girato dalla regista Cathy Henkel che ha gia' vinto il Tribeca Film Festival nel 2004 con un documentario su sua madre.  Il secondo, "P-Star Rising", racconta 5 anni di una giovanissima cantante rap che cerca di uscire dal ghetto di New York grazie alla sua musica; il film mostra quanto sia difficile, anche se si ha molto talento come Priscilla, in arte P-Star, riuscire a scalare le classifiche e avere successo soprattutto quando si ha per manager un padre senza una vera esperienza, ma con tanti problemi alle spalle.
Tra i film in concorso tre sono stati diretti da registe donne: "Queen to Play", "The Fish Child" e "Hansome Harry". "Queen to Play" tratto dalla novella "La Giocatrice di Scacchi" di Bertina Henrichs e' stato scritto e diretto da Caroline Bottaro e racconta la storia di una cameriera d'hotel (Sandrine Bonnaire) che si innamora del gioco degli scacchi e riesce a dimostrare il proprio talento grazie all'aiuto di un dottore americano per il quale fa le pulizie, interpretato da un fantasmagorico Kevin Kline che recita perfettamente anche in francese!

"The Fish Child" e' la seconda opera della controversa, e giovanissima, regista argentina Lucia Puenzo che ha gia' fatto molto parlare di se' con la sua prima pellicola "XXY" il cui protagonista era un'ermafrodita. "The Fish Child" basato sul libro scritto dalla stessa Lucia quando aveva solo 23 anni, e' sia un thriller che un fantasy che una storia d'amore: Ailin lavora come donna di servizio a casa di Lala da tanti anni, le due ragazze si innamorano e vorrebbero scappare insieme in Paraguay, ma la morte del padre di Lala porta una di loro in carcere e l'altra a viaggiare lontano per scoprire cosa si trova nel fondo di un lago. (Vi allego due video della conferenza stampa con Lucia Puenzo)
Nelle altre sezioni ho visto il film "Serious Moonlight" diretto dall'attrice televisiva Cheryl Hines alla 
sua prima prova dietro la macchina da presa, interpretato da Meg Ryan e scritto dalla giovane e tragicamente famosa attrice, sceneggiatrice e regista Adrienne Shelly, uccisa recentemente nella sua casa di New York da un rapinatore. Il film consiglia una fantasiosa strategia a qualsiasi donna intorno ai 40 che venga lasciata dal marito per una piu' giovane: legatelo alla tazza del wc con le braghe calate e fategli ricordare perche' si e' innamorato di voi! Da notare anche la carinissima pellicola "Entre nos" che racconta la vera storia della madre di una delle due registe, abbandonata dal marito con due figli piccoli dopo tre settimane che la famiglia si era trasferita dalla Colombia a New York e che ha saputo avere la meglio su tutte le difficolta'.
Alla prossima per sapere chi ha vinto il festival e per la lista dei film che mi sono piaciuti di piu'! 


martedì 28 aprile 2009

The boys are coming!!!

di Elena Maria Manzini da New York

Carissimi lettori Rosa Shokking,
lo scorso week end, lottando contro la pulsione di sdraiarmi nel bel mezzo di Central Park a godermi i trenta gradi che stanno scongelando New York dopo un inverno rigidissimo, ho deciso di esplorare il lato maschile del Tribeca 2009. Ho visto alcuni film e documentari che mettono storie di uomini al centro della narrazione e come vi avevo preannunciato ho partecipato all'incontro con i protagonisti e il regista del film messicano "Rudo y Cursi".
"My last five girlfriend" e' la risposta dell'uomo britannico al diario di Bridget Jones. Il film, basato sul bestseller di Alain de Botton, ci porta nel luna park "Il mondo di Duncan" all'interno del quale ogni giostra rappresenta una ex fidanzata del protagonista. Finalmente si vede il dietro le quinte delle relazioni sentimentali dal punto di vista degli uomini, non stereotipati come sono in tante commedie romantiche, ma sinceri nella ricerca dell'anima gemella e tanto insicuri e alla deriva quanto sono le donne. In piu' se mi lasciate un commento personale, il protagonista e' talmente adorabile che non sembra neanche inglese...
Il documentario in concorso "Fixer: the taking of Ajmal Naqshbandi" girato dal regista americano Ian Olds racconta il rapimento in Afghanistan del giornalista della Repubblica Daniele Mastrogiacomo visto con gli occhi degli amici di Ajmal, il fixer che l'ha accompagnato dai talebani e che invece di essere liberato insieme a lui e' stato brutalmente assassinato. 
Nella conferenza stampa che ha seguito la visione del film ho
 avuto l'opportunita' di chiedere agli autori se avessero cercato di intervistare anche i rappresentanti del governo italiano o Gino Strada, il fondatore della NGO Emergency che ha fatto da intermediario per la liberazione di Mastrogiacomo. Mi hanno risposto che nessuno di loro ha voluto rilasciare dichiarazioni a riguardo. Il giovane Ajmal e' stato decapitato davanti ad una telecamera perche', al contrario di Mastrogiacomo, non sono state accettate le richieste dei rapitori e cio' ha lasciato nei suoi connazionali la sensazione che la vita di uno straniero fosse piu' importante di quella di un afgano. Il documentario ad agosto verra' trasmesso dal network americano HBO e spero che presto venga distribuito anche in Italia.
La valanga messicana di "Rudo y Cursi", circondata da un aurea di preoccupazione considerando le drammatiche notizie sull'influenza suina, ha travolto con molta ilarita' gli spettatori del film e della conferenza. I giovani, ma gia' affermati attori Gael Garcia Bernal e Diego Luna hanno infatti intrettenuto il pubblico con scherzi, aneddoti dal set, ma soprattutto con dichiarazioni molto intelligenti sul ruolo degli artisti nella societa' moderna e sull'importanza di amare il proprio lavoro per creare un dialogo con i propri spettatori (vi ho caricato due video). La commedia "Rudo y Cursi" narra l'avventura di due fratelli che vengono scoperti da un procuratore di talenti calcistici in un bananeto di una zona sperduta del Messico e diventano in poco tempo delle stelle del calcio. Il calcio pero', come ha spiegato lo sceneggiatore/regista Carlos Cuaron, non e' altro che un contesto nel quale viene raccontata la storia di rivalita' e amore tra fratelli. Il team rivede al lavoro i protagonisti e lo sceneggiatore del capolavoro di qualche anno fa "Y Tu Mama' Tambien" che se non avete ancora visto, vi ordino di uscire subito e andare ad affittare, ne vale la pena! Come vale la pena andare a vedere "Rudo y Cursi" quando verra' distribuito in Italia.
A presto con la risposta delle donne a questo sfoggio di testosterone!

venerdì 24 aprile 2009

Dal Tribeca. Partenze, esplosioni e anche un po' di sport...

di Elena Maria Manzini da New York

Carissimi lettori Rosa Shokking,
il Tribeca e' cominciato in modo scoppiettante e non solo per il gala' della prima di "Whatever Works" di Woody Allen, ma anche per le proiezioni di due dei film in concorso: "Seven Minutes in Heaven" dell'israeliano Omri Givon e "The Exploding Girl" di Bradley Rust Gray.                                            
Purtroppo devo ammettere che per un soffio non sono riuscita ad entrare a vedere il film di Woody, l'anno prossimo, lo giuro mi infilo al gala' di apertura...pero' per rifarmi ho visto tutti gli altri film che hanno mostrato negli ultimi due giorni!
"Seven Minutes in Heaven" racconta il percorso catartico di una giovane donna, Galia, che rimane coinvolta in un attentato terroristico a Tel Aviv insieme al fidanzato Oren. Il ragazzo purtroppo muore dopo un anno di coma e Galia rimane sola e segnata a vita da terribili cicatrici delle bruciature dovute all'esplosione. Solo ricordare cosa e' successo quel giorno e rivivere i 7 minuti in cui e' stata dichiarata clinicamente morta potra' aiutarla a superare la tragedia che l'ha colpita. "The Exploding Girl" di esplosivo ha solo il titolo, e' un film lentissimo che dura 79 minuti che sembrano 3 ore e mostra l'estate di una studentessa universitaria, Ivy, lontana dai libri e dal fidanzato, ma in conpagnia dell'amico di infazia Al. Due sono le
proccupazioni di Ivy, riuscire a contattare il ragazzo per telefono e cercare di tenere sottocontrollo lo stress e le emozioni perche' soffre di epilessia. Sotto controllo e trattenuto e' quindi tutto il film che brilla solo per le interpretazioni dei due protagonisti: Mark Rendall e  Zoe Kazan, nipote del grandissimo regista Elia Kazan, che abbiamo potuto apprezzare anche in "Revolutionary Road" nel ruolo dell'amante di Leonardo Di Caprio.
Il Tribeca da' anche l'opportunita di vedere dei film che hanno gia' vinto premi prestigiosi e che sono stati presentati ad altri festival nell'ultimo anno. Fra questi ho visto "Rudo y Cursi" di Carlos Cuaron, fratello di Alsonfo e sceneggiatore di molti suoi film fra cui il fantastico "Y Tu Mama' Tambien" di cui riutilizza i protagonisti e "Departures" la pellicola giapponese che ha ottenuto l'Oscar come miglior film straniero. "Departures" e' un vero capolavoro, uno di quei film che trattano un materia tragica come la morte e la sepoltura in maniera talmente leggera e poetica da farti piangere con un sorriso, cosa si puo' volere di piu' al cinema!
Di "Rudo Y Cursi" commedia spassosissima sul gioco del calcio vi parlo lunedi' dopo che avro' partecipato alla conferenza organizzata all'Apple Store del regista e dei due attori protagonisti Gael Garcia Bernal e Diego Luna.
Vi posso invece raccotare subito l'incontro, sempre organizzato dalla Apple e totalmente gratuito, che i fan hanno avuto con Spike Lee. Io qui mi sono infilata alla grandissima e ho preso un posto in prima fila proprio davanti a Spike! Il regista di "Inside Man" e "Malcom X" ha fatto vedere spezzoni e raccontato aneddoti dei suoi ultimi lavori, i documentari "Kobe Doin' Work"
 e "Passing Strange", e ha risposto alle domande del pubblico che si sono trasformate in una specie di Job Fair. Infatti, Spike ha lasciato il negozio con due sceneggiature, un libro, una maglietta e una quantita' indefinita di dvd!
Carissimi, vi lascio, ma ritorno prestissimo con altre novita' dalla Grande Mela! 


venerdì 2 maggio 2008

DAL TRIBECA FILM FESTIVAL/ Vincitrici

di Elena Maria Manzini da New York

Carissimi lettori Rosa Shokking,
con mio grande dispiacere (mi stavo divertendo un sacco!!) siamo arrivati alle fasi finali. Ieri sera alla Filmmaker Louge sono stati annunciati i vincitori del Tribeca Film Festival 2008 e in totale sono stati distribuiti premi in denaro per 150,000 $ e le 13 opere d’arte messe a disposizione da famosi artisti newyorkesi.
Chi altri poteva vincere il premio di 25,000 $ come Miglior Documentario se non il film “Pray the Devil Back to Hell” girato da Gini Reticker sul gruppo di donne liberiane che hanno dato una svolta alla guerra nel loro paese e hanno rimandato il diavolo in persona, il presidente Charles Taylor, all’inferno con le loro preghiere? La giuria ha cosi’ commentato il premio “Le donne della Liberia ci hanno mostrato come la comunita’, l’amore materno e la perseveranza possono cambiare il destino della societa’. Pray the Devil Back to Hell ci ricorda che abbiamo il potere di dire Basta alle atrocita’ del mondo”. La regista e la produttrice hanno ricevuto anche l’opera d’arte “Liza Minelli” di Timothy White dalle mani di Robert De Niro che ha anche insistito per essere il cavaliere della presindetessa della Liberia Ellen Sileaf venuta a presenziare la prima del film del 30 aprile! Un trionfo Rosa Shokking!
Il premio come miglior regista di un documentario e’ andato a Carlos Carcas per il film “Old man Bebo” girato sulla vita del musicista cubano Bebo Valdes.
E per dare un’altra botta di ottimismo alle donne filmmaker il premio “New York LOVES Film” e’ stato assegnato alla regista Daniela Zanzotto per il documentario “Zoned In” su 8 anni di vita di un giovane ragazzo di colore partito dal ghetto per andare all’universita’ come studente e tornato al ghetto come insegnante. La regista ha ricevuto anche l‘opera d’arte “Table Odeon” dell’artista Donna Ferrato.
Insomma, i premi della giuria per i documentari hanno riconosciuto la particolare sensibilita’ delle registe donne nel raccontare storie di normale eroismo o soltanto eroicamente normali!
Vi starete chiedendo: e i lungomentraggi di narrativa? Devo ammettere che le mie scelte in questi giorni non sono state azzeccate e non ho visto i film che hanno vinto, fortunatamente ci sono ancora tre giorni di proiezioni e vi faro’ sapere al piu’ presto! Nel frattempo potete sempre andare a scoprire i vincitori sul sito www.tribecafilmfestival.org.
A prestissimo.


My dearest Rosa Shokking people,
Yesterday night at the Filmmaker Lounge were announced the winners of the 2008 Tribeca Film Festival. The festival is almost over and it’s a shame for me because I was having so much fun…
The award for Best Documentary Feature was assigned to “Pray the Devil Back to Hell” directed by Gini Reticker on the story of Liberian women that changed the course of the war in their country and sent the devil himself, president Charles Taylor, back to hell with their prayers. The comment of the jury was the following “In a relentless pursuit of peace, the women of Liberia show us how community, motherly love and perseverance can change the fate of a society. Pray the Devil Back to Hell is a reminder that we have the power to say “Enough!” to the atrocities of our world.” The director and the producer Abigail Disney received $25,000 cash and the art award “Liza Minnelli,” created by Timothy White, directly from the hands of Robert De Niro that has also been the “date” of Liberian president Ellen Sirleaf to the premiere of the movie on April 30.
To give a shot of optimism to female filmmakers the director Daniela Zanzotto received the award “New York LOVES Film” for the documentary “Zoned in” shot in 8 years on the experience of a young colored boy that left the ghetto to go to University as student and decided to go back to the ghetto as teacher. She also received the art award “Table Odeon,” created by Donna Ferrato
The award for best documentary director went to Carlos Carcas for the movie “Old Man Bebo”
I know you are wondering what about the Narrative Feature? I have to admit I have not seen the movies that won, but I still have three days of screenings, I’ll let you know as soon as possible! In the meanwhile you can always check on the winners on the website www.tribecafilmfestival.org

mercoledì 30 aprile 2008

DAL TRIBECA FILM FESTIVAL/ Molte novita'!!!

di Elena Maria Manzini da New York

Cari lettori Rosa Shokking,
eccomi di ritorno dopo due giorni intensissimi in cui ho guardato ben 7 film, ho partecipato alla prima del documentario sul Dalai Lama e al concerto improvvisato dal rapper Emmanuel Jal per "War Child", ho seguito attentamente la classifica del film piu’ amato dal pubblico e mi sono infilata nella vip lounge del Tenjune, il locale piu’ hot di New York....Ok, una cosa alla volta!
Prima di tutto i film: di tutti gli screening a cui ho partecipato in questi due giorni, fra documentari, film d’animazione e lungometraggi, meritano una menzione il film francese “57,000 km between us” e il film cinese “Lost. Indulgence” entrambi in concorso per il miglior lungometraggio. Il primo girato dalla regista francese Delphine Kreuter segue le vicende di una ragazzina che vive di un mondo di videoblog e amicizie virtuali: la webcam rappresenta infatti il suo rifugio da una madre che vive in adorazione del nuovo compagno e dal padre travestito. Il film cinese racconta sempre di un adolescente, questa volta un ragazzo, che deve riprendersi dalla scoparsa del padre, tassista, a causa di un incidente. Nel taxi si trovava anche una passeggera che riporta gravissime lesioni ad una gamba e la madre del giovane decide di prenderla in casa con se’ e curarla personalmente.
I Red Carpet di lunedi' si sono ampiamente compensati. Il primo e’ stato un semifallimento perche’ Richard Gere, annunciato da giorni, non si e’ fatto vedere alla prima del documentario sulla conferenza tenuta dal Dalai Lama a New York. Il secondo invece si e’ rivelato una meravigliosa sorpresa quando alla premiere di War Child, un documentario sulla storia di Emmanuel Jal un ex bambino soldato sudanese diventato un famoso rapper, l'artista ha deciso di esibirsi per il pubblico. E devo dire che oltre ad avere una storia straordinaria e ad essere un musicista di grande talento e’ anche un gran bel ragazzo!!
Sono molto orgogliosa di annunciarvi che il mio film preferito fino a questo momento, e di cui vi ho raccontato profusamente tre giorni fa, “Pray the devil back to hell” e' al primo posto per il premio del pubblico: 25,000 $ offerti da “Cadillac”.
Lo stesso sponsor ha anche organizzato la festa per la prima del film “War Inc.” interpretato da John Cusack, Marisa Tomei e Hilary Duff e cosa poteva fare la vostra perfetta inviata Rosa Shokking se non entrare alla festa, farsi dare il pass per la vip lounge e ballare tutta la notte fra le star di hollywood? E’ un duro lavoro, ma qualcuno deve farlo!!!

Dear Rosa Shokking people,
here I am back from two very intense days where I watched 7 movies, participated to the premieres of two documentaries, one on the Dalai Lama’s conference in New York and the other on the former child soldier and now famous rapper Emmanuel Jal, I've followed closely the Cadillac Audience Choice Award and entered the VIP lounge of Tenjune, the hottest club in New York...Ok, one thing at a time.
First of all the movies. Two of them deserve to be remembered: “57,000 km between us” and “Lost. Indulgence” both in competition as best world narrative feature. The first one tells the story of a young girl that prefers to deal with a webcam and online “complicated” friends than with a transvestite father and a remarried mother. The second one talks about a young boy coping with his father disappearance and the relationship that he and his mother have with the woman that saw him alive last.
Red Carpet I went to compensated themselves beautifully. The first one for the Dalai Lama documentary was a failure because the expected Richard Gere did not show up and the second one a blast because Emmanuel Jal decided to sing a cappella for the audience.
The Cadillac Award: the Audience choice for best feature film at the moment would go to my favorite movie up to now, and you must have guessed I loved it since I told you all about it few days ago: “Pray the devil back to hell”.
The same sponsor threw a great party at Tenjune for the premiere of the movie “War Inc.” starring John Cusack, Marisa Tomei and Hilary Duff. Since I’m a very committed editor I could not do anything else than go to the party, enter VIP lounge and dance with movie stars all night!! I know it’s a tough job, but somebody has to do it...

lunedì 28 aprile 2008

DAL TRIBECA FILM FESTIVAL/ Lioness e Zoned In

di Elena Maria Manzini da New York
Cari lettori Rosa Shokking,
continua la mia avventura newyorkese al Tribeca Film Festival, alle 10 precise mi sono trovata davanti a 5 soldatesse dell’esercito americano. No, non era un plotone di esecuzione! Era la conferenza stampa del documentario “Lioness”. Il documentario rivela l’esistenza di un programma dell’esercito statunitense in Iraq che impiega le donne in combattimento in prima linea alle spalle dei soldati uomini allo scopo di calmare e perquisire donne e bambini. A causa delle gravi condizioni in cui si sono trovate le truppe dall’inizio della guerra, pero’, le soldatesse hanno dovuto partecipare a scontri a fuoco combattendo a fianco degli uomini, non alle loro spalle. Purtroppo, per il primo gruppo, la situazione e’ stata veramente difficile da sostenere perche’ il loro addestramento risultava essere insufficiente. Sicuramente starete pensando la stessa cosa che mi sono chiesta io: ma in tutti i film americani ci sono donne combattenti in prima linea, e’ tutta finzione? Ebbene si’, in realta’ le regole di ingaggio dell’esercito non prevedono che le donne partecipino agli scontri a fuoco, devono ricoprire solo ruoli di supporto. L’Iraq e’ un’eccezione che il governo preferiva tenere sotto silenzio. Le soldatesse presenti alla conferenza stampa hanno voluto sottolineare che la motivazione per cui hanno partecipato al documentario e’ solo quella di condividere la loro esperienza. L’anno di servizio in Iraq non ha per nulla intaccato la loro dedizione e l’orgoglio che provano a fare parte dell’esercito. Naturalmente per tutto quello che ha che fare con donne che giocano ruoli attivi in situazioni di emergenza (vedi il post di ieri) nessuno ne parla tranne le documentiariste (donne) che hanno girato questo film.
Sulla scia dell’orgoglio patriottico sono andata a vedere anche il documentario “Zoned in” proiettato nella sezione Discovery e girato dalla regista di origine italiana Daniela Zanzotto. Il film segue per otto anni un ragazzo di colore di un ghetto del Bronx, padre a 15 anni e con due fratelli in prigione, che riesce ad essere ammesso alla prestigiosa Brown University e a diventare un insegnante in una scuola del suo quartiere d’origine.
Vi sembra che io vada a vedere solo documentari? E’ vero, mi ero infatti ripromessa di guardare i film che avessere un soggetto femminile e quelli che fossero girati da registe donne (su 143 registi, le donne sono 18) e la maggior parte sono dei documentari. Non so che conclusioni trarre quindi lascio a voi le speculazioni!!
Domani vado a vedere anche un lungometraggio, anzi due...

Dear Rosa Shokking people,
at 10 am sharp I was in front of 5 women soldiers of the US Army. No, it wasn’t a firing squad. It was the press conference of the documentary “Lioness”. The movie reveals the existence of a program of the US Army in Iraq that deploys women into direct ground combat behind men soldiers in order to calm and search women and children. From the very beginning, war conditions in Iraq forced them to participate directly in firefights beside men and not behind them in violation of US policy on military engagements. Unfortunately, the first group lacked the training they needed to feel prepared for such occurrence. The women soldiers present to the press conference underlined that they decided to be interviewed in the documentary only because they thought important to share their experience. The year they served in Iraq that did not undermine the pride they feel to be part of the Army. Of course, as everything else that concerns women having an active role in emergency situations (take a look at yesterday's post) that story has been kept untold until the directors (two women) decided to shoot a movie about it.
Feeling very patriotic myself I hurried to the screening of the documentary “Zone in” written and directed by the Italian filmmaker Daniela Zanzotto. The camera follows for eight years a young colored man, father at 15 and with two older brothers in jail, starting from his senior year in high school in South Bronx, obtaining a full scholarship for Brown University and becoming a teacher in a high school back in South Bronx.
Ok, I know it seems like I’m watching only documentaries! Tomorrow I have different plans.

domenica 27 aprile 2008

DAL TRIBECA FILM FESTIVAL/Pray the devil back to hell

di Elena Maria Manzini da New York

Cari lettori Rosa Shokking,
che giornata! Ho fatto una scoperta che mi ha dimostrato quanto la determinazione e la forza di un gruppo di donne possa cambiare il corso della storia. Il documentario che mi ha aperto gli occhi si intitola “Pray the devil back to hell” (Con la preghiera rimandate il diavolo all’inferno) ed e’ stato girato dalla talentuosissima regista Gini Reticker. Nel 2001 in Liberia, dopo 10 anni di guerra civile, un gruppo di donne cristiane e mussulmane ha deciso di mobilitarsi per costringere il sanguinario presidente Charles Taylor (il diavolo) e i signori della guerra che lo volevano rimpiazzare, e che nel frattempo stavano depredando il paese, a riunirsi per una conferenza di pace. La loro divisa era una semplice T-shirt bianca, il loro slogan “Vogliamo la pace. Non piu’ guerra”, la loro motivazione l’amore per il loro paese dissanguato dalla guerra e per il loro figli che non avevano un futuro sicuro. Queste donne sono riuscite nel loro intento, nel 2003 la conferenza di pace si e’ riunita, Charles Taylor ha abbandonato il paese e ora e’ perseguito per crimini contro l’umanita’, i bambini soldato sono stati disarmati e in Liberia e’ stata eletta la prima capo di stato donna della storia dell’Africa, Ellen Johnson Sirleaf.
Ed e’ una storia vera! E nessuno di noi ne ha mai saputo nulla!
Durante la conferenza stampa non ho potuto fare a meno di chiedere alla regista e a Leymah Gbowee, la portavoce di questo movimento, come fosse possibile che questa ispirante dimostrazione di coraggio sia passata sotto silenzio. Per la stampa, mi hanno risposto, quelle donne non avevano forza politica rappresentavano SOLTANTO la coscienza del paese.
Gli uomini che fanno la guerra popolano i giornali e le donne che fanno la pace rappresentano soltanto la coscienza del paese per questo possono essere dimenticate.
Non so se questo documentario trovera’ mai una forma di distribuzione in Italia, ma io so che non dimentichero’ mai la forza di queste donne e dopo che avrete visto anche soltanto il trailer sono sicura che non la dimenticherete neanche voi.
Chissa’ quali altre sorprese ci riserva il Tribeca Film Festival.



Dear Rosa Shokking people,
what a day! I found out a piece of news that proved me how the history of the world can be changed by the determination and the strength of a group of women. The documentary that opened my eyes is “Pray the devil back to hell” shot by the very talented director Gini Reticker. In 2001 in Liberia, after 10 years of civil war, a group of Christian and Muslim women decided to start protesting in order to convince the bloody president Charles Taylor (the devil) and the warlords that wanted to take his place to meet in a peace talk. Their uniform was a white T-shirt, their slogan “We want peace. No more war”, their drive the love for their country and for their children that had a hopeless future ahead. These women accomplished their mission, in 2003 the peace conference was opened, Charles Taylor abandoned the country and now he has been prosecuted for crimes against humanity, child soldiers have been disarmed and Ellen Johnson Sirleaf has been elected the first female head of state of all Africa.
And it’s a real story! And none of us has ever heard anything about it!
During a round table with the director, the producer and Leymah Gbowee, the spokesperson of the movement, I could not help asking how it is possible that such an inspiring act of courage has been kept untold up to now. The media, they answered, did not give those women credit because they represented JUST the conscience of the country.
Men that make war are all over the news, women that make peace are just the conscience of the country and can be forgotten.
Well, I can only hope that this beautiful movie will have the largest distribution, but in the meanwhile I know that I’ll never forget those women and their strength and I’m sure that as soon as you watched the trailer of the film you won’t forget them either.
I can’t wait to find out what surprise Tribeca Film Festival will prepare for us next!

venerdì 25 aprile 2008

DAL TRIBECA FILM FESTIVAL/I love Madonna

di Elena Maria Manzini da New York

Cari lettori Rosa Shokking,
stamattina, armata di pass e occhiali swarovskati (grazie Laura!!), sono partita alla conquista del Tribeca Film Festival e ho scelto come primo film il documentario “Playing” del brasiliano Eduardo Coutinho. Una sedia su un palco teatrale, la telecamera che inquadra in primo piano sei donne che raccontano la loro storia e altrettante attrici che la reinterpretano. Il risultato e’ magico perche’ spesso attrici e intervistate si identificano talmente che e’ impossibile capire chi racconta e chi interpreta.
Dopo aver visto anche il mediocre e disturbante, a causa di una scena di sesso incestuoso fin troppo esplicita, “Savage Grace” interpretato da una sempre brava Julianne Moore sono finalmente giunta al culmine della giornata.
Ore 6.15 del pomeriggio Madonna calca il tappeto rosso! Appena mi sono ripresa dallo shock di averla vista dal vivo a meno di dieci metri di distanza (ho una passione malsana per questa donna dall’eta’ di 8 anni) ho potuto apprezzare il documentario che ha scritto e prodotto sulla gravissima condizione degli orfani dell’AIDS in Malawi. Il film e’ un po’ confuso per quanto riguarda la continuita’ della trama, ma molto toccante e soprattutto ha il grande valore aggiunto di portare l’attenzione mediatica che insegue Madonna in un paese africano totalmente dimenticato. Il titolo del documentario “I am because we are” traduce un motto africano che significa “io trovo la mia definizione nell’esistenza degli altri” ovvero tutti condividiamo lo stesso pianeta e non dovremmo ignorare chi ha bisogno di aiuto. In attesa che il film venga distribuito vi consiglio di visitare il sito www.iambecauseweare.com.
Dopo Madonna, vi avevo promesso anche Michael Jackson... Ebbene al drive in del Tribeca e’ stato proiettato il video della canzone Thriller alla presenza del regista John Landis che ha svelato alcuni trucchi nel making-of. La serata e’ continuata con una lezione di Thriller dance, la competizione per il miglior zombie e musica pop-rock anni ’80!
A domani con una giornata tutta italiana...

Dear Rosa Shokking people,
this morning I walked in my first Tribeca Film Festival screening: the Brazilian documentary “Playing”. The director Eduardo Coutinho interviewed six women and had also professional actresses act their stories. In the movie it becomes so difficult to say who is telling and who is playing that the two levels of reality and fiction get mixed up with a magical result.
After watching a very unmemorable “Savage Grace” starring Julianne Moore I finally got to the apex of the day.
6.15 pm Madonna walks on the red carpet. As soon as I got back to my senses I had the opportunity to watch the documentary she wrote and produced on the desperate situation of AIDS orphans in Malawi. The movie is a little bit confused as far as plot, but it’s very moving and brings the spotlight following Madonna on a country unknown to most people. The title of the movie “I am because we are” comes from an African motto and means “I cannot be defined without you” or else we all share the same planet and should care about each other. Waiting for the film to be distributed please visit the website www.iambecauseweare.com.
Madonna could not be followed by anyone else than Michael Jackson. The Tribeca drive in played the video of the song Thriller, showing also the Making of presented by the director John Landis, and then transformed itself in a cool zombie disco!
See you tomorrow for an all Italian day..

giovedì 24 aprile 2008

DAL TRIBECA FILM FESTIVAL/Baby Mama

di Elena Maria Manzini da New York

Cari lettori Rosa Shokking,
eccoci finalmente all’apertura del Tribeca Film Festival!

Naturalmente da brava inviata Rosa Shokking dopo aver preso il mitico Press Pass mi sono lanciata all’esplorazione dei vari luoghi di ritrovo del festival. Ho scoperto che in perfetto stile newyorkese ogni luogo nasconde una sorpresa: nella Filmmaker Lounge ho trovato una mostra di opere d’arte che saranno date in premio a 13 registi alla fine del festival e nel famoso Tribeca Cinemas mi sono infilata alla proiezione di un documentario sui suoni e colori di New York intitolato Empire II, interessante perche’ ispirato al documentario Empire, della durata di 8 ore, girato da Andy Warhol sulla sua (e nostra..) citta’ preferita.
Alle 6 del pomeriggio come tradizione vuole, il festival si e’ aperto con una prima di un film non in concorso, la commedia Baby Mama interpretato da due attrici, Tina Fey e Amy Poehler, famosissime negli Stati Uniti perche’ comiche del Saturday Night Live. Baby Mama narra di una donna in carriera single che si accorge a 37 di volere un figlio, senza averne la possibilita’ perche’ virtualmente sterile, decide di assoldare una mamma surrogata e si trovera’ costretta ad ospitarla nel suo appartamento. Scusate se insisto, ma il festival non si poteva aprire in modo piu’ Rosa Shokking, finalmente un film con protagoniste donne, soprattutto nel genere commedia dove la maggior parte dei mattatori sono uomini, e che tratta una tematica prettamente femminile.
A domani, miei cari, con nuove avveture newyorkesi. Non voglio anticipare nulla, butto solo li’ un paio di nomi: Madonna e Michael Jackson.

Dear Rosa Shokking people,
here we are at the opening of the Tribeca Film Festival!
After getting my Press Pass, I decided to start exploring the venues of the festival. I found out that, being in New York, everything can hide a surprise: in the Filmmaker Lounge I discovered a very interesting art gallery and at Tribeca Cinemas I went to the screening of the documentary Empire II, inspired to the 8-hour long film Empire shot by Andy Warhol to celebrate his (and our..) favorite city: New York!!
The festival opened at 6 pm with the premiere of the comedy Baby Mama. Tina Fey and Amy Poelher star in a movie telling the story of the single businesswoman that finds out to be unable to give birth and decides to hire a surrogate mother. The comedy kicks when the two are forced to share the apartment. Finally an all women, cast and topic, movie: truly Hot Pink.
Stay tuned, my dearest, for new adventures.

lunedì 21 aprile 2008

DAL TRIBECA FILM FESTIVAL/Presentazioni

di Elena Maria Manzini da New York

Cari lettori Rosa Shokking,
lasciate che mi presenti, mi chiamo Elena e per le prossime due settimane saro’ la vostra inviata al Tribeca Film Festival di New York.
Il Tribeca Film Festival e’ stato fondato nel 2002 da Robert De Niro e dalla produttrice Jane Rosenthal allo scopo di rivitalizzare la zona sud di Manhattan colpita moralmente ed economicamente dagli attentati terroristici del 11 settembre 2001.
TriBeCa e’ l’abbreviazione di Triangle Below Canal Street (Triangolo al di sotto di Canal Street) e il festival si svolgera’ in cinque diversi cinema del quartiere, negli auditori dell’Universita’ di New York e anche per strada. Infatti, saranno collegate al festival iniziative come proiezioni in un drive in, una fiera di strada che l’anno scorso ha richiamato 250.000 persone e un evento sportivo sponsorizzato dal canale televisivo ESPN.
I lungometraggi in concorso in due diverse categorie (narrativa e documentari) sono 24 e i cortometraggi 79, l’Italia sara’ rappresentata dal film Caos Calmo di Antonello Grimaldi. In totale saranno proiettati 120 film includendo le prime internazionali di film a larga distribuzione ed un vasto numero di lavori di autori e registi emergenti nelle sezioni Discovery ed Encounter. A lato del festival si terranno anche conferenze e panels durante i quali il pubblico potra’ incontrare e scambiare idee con registi, attori e sceneggiatori di fama mondiale. Si aspettano sul red carpet celebrita’ come Robert De Niro, Madonna, Isabella Rossellini, Julianne Moore, John Cusack e Meryl Streep.
Che dite, vi sembra interessante? La serata di apertura ufficiale del festival sara’ mercoledi’ 23 aprile, tenete quindi d’occhio le news a partire dal 24 perche’ la vostra inviata Rosa Shokking vi raccontera’ giorno per giorno come procede il festival!!
Domande, commenti, suggerimenti sono i benvenuti! Se siete appassionati di cinema e volete sapere tutto sui film in concorso potete visitare il sito www.tribecafilmfestival.org.
Un’ultima cosa, avete notato di che colore e’ il logo del festival? Rosa Shokking, naturalmente!