rassegna di Film "LA FORZA DELLE DONNE" - quarta edizione - "DONNE E LIBERTA' DI SCELTA", organizzata dall'Associazione La Conta in collaborazione con il Circolo ARCI Martiri di Turro, che ci sarà, con ingresso gratuito, a partire da lunedì 10 marzo 2008, alle ore 21.00 al Circolo ARCI Martire di Turro - Via Rovetta 14 a Milano
* Lunedì 10 marzo 2008 alle 21,00 - "Il segreto di Vera Drake" di Mike Leigh - 2004 - Gran Bretagna - Presenta la serata Assunta Sarlo - Giornalista;
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Lunedì 21 aprile 2008 alle 21,00 - "L'Agnese va a morire" di Giuliano Montaldo - 1976 - Italia - Presenta la serata Angela Persici - Istituto Pedagogico della Resistenza - Milano;
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Lunedì 12 maggio 2008 alle 21,00 - "Water" di Deepa Mehta - 2006 - India - Presenta la serata Arifa Hashmi studiosa - Pakistan
* Lunedì 9 giugno 2008 alle 21,00 - "Il matrimonio di Tuya" di Wang Quanan - 2006 - Cina - Presenta la serata una studiosa del Gruppo Cinema dell'Associazione la Conta.
Quattro film splendidi di storie di donne, della loro scelte, delle loro lotte e della loro resistenza.
IL SEGRETO DI VERA DRAKE - Regia di Mike Leigh - Gran Bretagna - 2004
Nell'Inghilterra anni '50, Vera Drake (Imelda Staunton) si prodiga per la famiglia, l'anziana madre e persino un vicino di casa malato. Quello che nessuno sa è che Vera aiuta ragazze ad abortire: una pratica illegale, che la donna compie per altruismo, senza preoccuparsi delle conseguenze. La sua vita cadrà in disgrazia quando viene scoperta dalla polizia. Mike Leigh continua ad esplorare l'universo che a lui è più congeniale: quello dei vinti, degli sconfitti dalla vita. Vera Drake, anche lei 'vinta', si dà da fare per alleviare le sofferenze altrui. E' una donna profondamente buona che finirà in carcere. Leigh dice di voler affrontare la tematica dell'aborto avvalendosi della distanza nel tempo che dovrebbe evitare la polemica. In realtà questo è un film su un mondo che trascina tristemente la propria esistenza ed in cui, forse per la prima volta, non c'è differenza tra ricchi e poveri. Il disagio esistenziale è di tutti. La differenza la fa, come al solito, il denaro. Che però per Vera non conta. Perché lei è un'anima pura. Il film è stato premiato con Leone d’oro al Festival del Cinema di Venezia nel 2004 e con la Coppa Volpi per la migliore attrice a Imelda Staunton allo stesso Festival ( fonte internet).
L’AGNESE VA A MORIRE – Regia di Giuliano Montaldo - Italia - 1960
Agnese, lavandaia della bassa Emilia, vive silenziosamente accanto a Paolo Palita, pressoché immobilizzato nel fisico, ma tipo di marxista indomito. Quando i Tedeschi le portano via il marito, che morirà in un bombardamento nel corso del trasferimento verso la Germania, Agnese si sente nella veste di partigiana; uccide un tedesco con il calcio del fucile; raggiunge un gruppo partigiano e ne diviene nel contempo la vivandiera e la "mamma". Per quanto illetterata, Mamma Agnese dimostra equilibrio e molto buon senso. Cosi', poco alla volta, le affidano compiti organizzativi importanti e le danno donne-staffette: non di rado, inoltre, alcuni casi umani vengono risolti in base alle sue timide osservazioni. Quando, nell'ultimo duro inverno, un gruppo di partigiani viene tradito e sterminato da Tedeschi appostati lungo il percorso che dovrebbe portarli oltre le linee, Agnese disobbedisce al Capo nascondendo in casa i superstiti; rischia l'espulsione ma finisce reintegrata. Mentre si avvia verso il luogo di una missione, incappa in un posto di blocco. Un ufficiale, compagno di quello ucciso dalla partigiana, la riconosce e la uccide immediatamente ( fonte internet).
WATER – Regia di Deepa Mehta – India - 2006
India, 1938. Chuya, una ragazzina di appena otto anni, viene allontanata dalla sua famiglia e trasferita in una casa ritrovo per vedove indù, per espiare la colpa d’un marito perso e mai conosciuto, attraverso l’eterna penitenza imposta dai testi sacri. Tra veglie e preghiere, la ragazzina porterà una ventata di freschezza - e di scompiglio - che contagerà l’affascinante Kalyani, giovane vedova innamorata di Narayan, un fervente idealista sostenitore di Gandhi. Il film di Deepa Mehta va a concludere una personale trilogia sugli elementi acqua, fuoco e terra. Il tema trattato - la condizione della donna e in particolare delle vedove - apre nuovi spiragli su una condizione di disagio che ancora oggi, a distanza di cinquant’anni dalle conquiste del "profeta" Gandhi, contagia centinaia di migliaia di donne costrette alla ferrea osservanza delle pratiche religiose.
I valori del film non sono soltanto di contenuto. Dotata di talento naturale e di idee precise sul mondo, affinato il mestiere con George Lucas, D. Mehta eccelle nei momenti lirici (il gioco di mani tra Sarala e la bellissima L. Ray durante la pioggia battente; la festa dei colori nell'ashram). Breve apparizione di Gandhi nella sequenza finale. Nel 2001 le vedove indù erano 34 milioni. Molte di loro subiscono ancora la stessa sorte come nel 1938 ( fonte internet).
IL MATRIMONIO DI TUYA – Regia di Wang Quanan – Cina - 2006
Tuya è una giovane donna della Mongolia che vive con Barter (il marito paralizzato) e i due figli in una zona semidesertica. La loro fonte di sostentamento è la pastorizia. Tuya però non riesce più a reggere la fatica e le responsabilità. Accetta quindi di divorziare e risposarsi ma solo con un uomo che si prenda cura non solo dei suoi figli ma anche di Barter. C'è un vicino interessato a lei ma le sue iniziative velleitarie (compreso il timore che nutre nei confronti di una moglie vessatrice da cui vorrebbe separarsi) lo rendono inaffidabile. Tutto sembra sistemarsi quando fa la sua comparsa un ex compagno di scuola di Tuya, tornato a casa dopo essersi arricchito con il petrolio. L'uomo è pronto a prendersi carico di tutto. Ivi comprese le spese per il ricovero di Barter in un Istituto… Il film non si limita a proporre un disagio esistenziale ma offre anche occasioni di riflessione sul rapporto tra tradizione e modernità. Nell'odierna Mongolia l'industrializzazione avanza e tenta di travolgere le attività del passato come la pastorizia spingendo le persone all'inurbamento. Tuya, donna in un mondo dominato dagli uomini, deve difendere la propria dignità che è anche quella del marito. Lo fa con una difesa dei valori profondi che non può essere tacciata come antimoderna perché è invece, molto più semplicemente, attaccamento a ciò che rende tale un essere umano, al di là delle contingenze di razza o collocazione geografica.
giovedì 6 marzo 2008
Eventi/ La forza delle donne- Rassegna di Film
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