martedì 10 giugno 2008

Open Roads. New Italian Cinema. Biutiful Cauntri.

di Elena Maria Manzini da New York

Cari lettori Rosa Shokking,
ieri sera all’interno della rassegna Open Roads. New Italian Cinema si e’ tenuta una discussione sul film documentario “Biutiful Cauntri” diretto da Esmeralda Calabria, Andrea D’Ambrosio e Beppe Ruggiero. Il film racconta visivamente e attraverso la testimonianza di agricoltori e addetti ai lavori la drammatica situazione delle discariche abusive in Campania e mostra chiaramente lo stato di frustrazione e delusione dei confronti delle istituzioni in cui vivono gli abitanti delle zone colpite. Era presente alla discussione la regista Esmeralda Calabria.

Presentatrice. Lei lavora come montatrice e questo e’ il suo primo film. Cosa l’ha spinta a realizzare questo documentario?

Esmeralda Calabria. Non ho mai pensato veramente di fare la regista, questo film e’ nato da un bisogno mio e degli altri registi di capire come si vivesse in Italia. La regione Campania e’ rappresentativa dal punto di vista visivo, perche’ e’ il luogo dove l’impatto oramai e’ cosi’ forte che e’ impossibile non notarlo. Percio’ ci sembrava il luogo migliore per raccontare attraverso le immagini la posizione in cui si trova il nostro paese.
La mia impressione personale e’ che da 10 anni non si parlasse piu’ di criminalita’ organizzata, poi ad un certo momento ci siamo trovati con i rifiuti per strada e sembrava che tutto fosse successo all’improvviso. E noi abbiamo cercato di capirne le ragioni.
La cosa che mi ha colpito di piu’ durante la lavorazione e’ che in Italia c’e’ il grosso problema della corruzione e della collusione. L’Italia e’ un paese cosi’ corrotto che sembra quasi impossibile trovare un modo per risolvere la situazione.

P. E’ solo una questione di corruzione? Come possono risolvere il problema? Non si tratta solo di spazzatura, nel suo film lei parla anche di rifiuti tossici.

E.C. Sicuramente ci sono persone piu’ esperte di me sulla questione perche’ e’ il loro mestiere, ma quello che ho capito in questo anno di lavoro e’ che c’e’ una grossa difficolta’ a capire la differenza tra legalita’ e illegalita’. Prima di tutto, i rifiuti per strada sono il risultato di un cattivo funzionamento a livello istituzionale: gli impianti di smaltimento sono stati affidati ad una ditta, la Impregilio del gruppo Fiat, che li ha costruiti male. Quindi ora non si sa dove smaltire i rifiuti, perche’ gli impianti si sono subito rotti e non sono per nulla adeguati. Se si assegna un appalto ad una societa’ che ha presentato progetti vecchi e inefficenti, si capisce che sotto c’e’ un disinteresse che ci sia un ciclo dei rifiuti che termini in maniera regolare.
Per quanto riguarda i rifiuti tossici c’e’ un meccanismo abbastanza preciso. Di solito partono dal Nord Italia dove ci sono le industrie che producono rifiuti pericolosi che hanno un costo di smaltimento molto elevato. Da subito entrano in campo degli intermediari, persone e societa’ commerciali (per questo si chiama anche criminalita’ dei colletti bianchi), che procurano alle industrie del nord il contatto per lo smaltimento dei rifiuti in regioni che lo fanno in maniera illegale e costi bassissimi.
A questo momento comincia la collusione e intrevengono persone, chimici o addetti ai controlli, che falsificano le analisi. Si possono seguire due strade: 1) i rifiuti tossici vengono direttamente classificati come normali e vengono scaricati in discariche illegali o addirittura in discariche legali, oppure 2) partono etichettati come tossici e attraversando discariche in diverse regioni italiane, si finge che vengano separati e trasformati in rifiuri normali, quando in realta’ vengono solo falsificati i certificati, e vengono scaricati in Campania o Puglia.

Domanda del pubblico. La situazione e’ cominciata a degenerare dal ’94 quando Berlusconi e’ stato eletto. C’e’ una connessione simbolica tra la presenza di Berlusconi al governo e il peggioramento della situazione?

Quando e’ andato al goveno Berlusconi la regione Campania aveva un governatore del centro sinistra. E’ difficile capire se il problema nasca dal governo Berlusconi, si puo’ evidenziare che lui ha portato con se’ persone poco affidabili e considerando che la Campania e’ gia’ una regione a rischio, perche’ c’e’ una criminalita’ organizzata molto forte, inserire persone poco raccomandabili non ha fatto altro che aumentre la tolleranza su quello che stava accandendo. Comunque non c’e’ differenza tra il governo Berlusconi o quello precedente o successivo, nessuno a fatto la minima cosa per affrontare il problema.

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