venerdì 13 giugno 2008

Open Roads. New Italian Cinema. Intervista a Davide Marengo.

di Elena Maria Manzini da New York

Davide Marengo e' il giovane regista del film "Notturno Bus". Il film tratto dall'omonimo romanzo di Giampiero Rigosi e' un sofisticato noir con degli inserti di commedia brillante e racconta la fuga della fatale ladra Leila e dell'autista di autubus Franz da due diversi gruppi di malviventi alla ricerca di un microchip che Leila ha rubato per sbaglio.

EMM. Davide, questa rassegna porta il pubblico newyorkese a contatto con il tuo film. Ti piacerebbe lavorare negli Stati Uniti?
DM. Mi piacerebbe lavorare dove c’e’ occasione di fare buoni film. Negli Stati Uniti si sono prodotti grandi film e New York in particolare e’ una citta’ molto fotogenica e riempirebbe i fotogrammi di cose belle. Naturalmente la riuscita del film dipende dalla storia quindi da cosa si gira, non da dove si gira.

EMM. Quali storie vorresti raccontare qui a New York?
DM. Mi piacerebbe continuare con il cinema noir, New York e’ una metropoli molto notturna quindi si presta a storie di questo tipo.

EMM. In Italia, recentemente, sia il cinema che la televisione sembrano interessarsi al gener noir e poliziesco. Credi che questa tendenza sia destinata a continuare?
DM. Me lo auguro perche’ il genere offre l’opportuinita’ di fare buon cinema e buona televisione. Il genere e’ stata una vetrina per molti registi per farsi conoscere perche’ presenta dei meccanismi riconoscibili dal pubblico e per un regista e’ bello giocare con le aspettative del pubblico, ma anche sorprenderlo variando gli elementi conosciuti.

EMM. Il tuo prossimo progetto?
DM. Una serie televisiva molto lunga di gialli commedia che andra’ in onda su Rai Uno in prima serata da settembre. E’ stata una nuova esperienza per me, eravamo un gruppo di trentenni sia troupe che cast e abbiamo lavorato con grande gioia.

EMM. Guardando il tuo film “Notturno Bus” sono rimasta molto affascinata dalle locations. Come le avete trovate e quanto e’ importante l’atmosfera in un film?
DM. L’atmsofera e’ molto importante ed forse “creare un clima” e’ la cosa piu’ complicata da costruire. Abbiamo girato il film a Roma, ma volevamo ricerare una metropoli non troppo riconoscibile o troppo inquadrata quindi ho scentificamente evitato inquadrature di centro storico o monumenti. Abbiamo scoperto che per creare una metropoli tipo la periferia romana offre immagini nuove. Sono scenari sconosciuti anche per me e girare in zone della periferia dove non sono mai stato e’ stata un’occasione di conoscenza notevole.

EMM. I personaggi che racconti sono molto interessanti perche’ sono sfaccettati. Mi viene in mente il gangster con le suonerie personalizzate. Come li avete costruiti?

DM. Il romanzo e’ stato un bellissimo punto di partenza perche’ aveva gia’ la caratteristica di mischiare i generi e raccontare personaggi molto diversi. In piu’ la sceneggiatura e’ stata molto accattiavante per gli attori che sono rimasti impressionati dai loro personaggi perche’ offrivano loro l’occasione di intepretare dei ruoli diversi da quelli cui erano abituati. Naturalmente per me, come regista, il loro entusiasmo e’ stato un valore aggiunto.

EMM. Come avete scelto i protagonisti?
DM. Io conoscevo Giovanna Mezzogiorno e Valerio Mastrandrea da molto tempo e desideravo lavorare con loro e loro con me. Percio’ quando ho preparato il cast del mio primo film loro sono state le prime scelte. E’ stato un bel lavoro di gruppo e sul set si e’ creato un bellissimo clima di collaborazione.

EMM. Come hai detto, Notturno Bus e’ il tuo primo film. Quali sono i maestri del cinema a cui ti ispiri quando giri?
DM. Ho una passione per il cinema da sempre. Kubric per me e’ il numero uno, ma mi rapporto con lui da semplice spettarore perche’ il suo cinema e’ talemente alto che non si puo’ fare altro che ammirarlo. Lui ha utilizzato tutti gli elementi che il cinema offre ad un regista e li ha scardinati rovesciandoli e arrivando a dei vertici che e’ impossibile ricreare, Soprattutto, pero’, e’ riuscito a dialogare con il pubblico. Il suo essere artista molto personale ha coinciso e non contrastato con il fatto di poter incassare al botteghino.

EMM. Ultima domanda. Andrai a spiare gli spettarori americani durante la proiezione del film?
DM. E’ un’esperienza molto utile vedere un film italiano all’estero con un pubblico distaccato dagli attori o dalle realta’ che si raccontano. Mi e’ capitato in Francia, in Inghilterra e in Romania e mi ha colpito che il pubblico ridesse o reagissee negli stessi momenti in cui reagiva il pubblico italiano. Questo mi ha fatto capire che Notturno Bus, anche se e’ un film italiano, puo’ comunicare a diverse culture.

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