mercoledì 28 novembre 2007

Ad Annapolis la conferenza di pace per il Medio Oriente

Lavorare insieme per il bene comune
di Giusi Binetti

Sta per prendere avvio ad Annapolis la conferenza di pace Israelo-Palestinese fortemente voluta dal Presidente americano George Bush che entro la fine del suo mandato – gennaio 2009 – spera di coronare il sogno, suo e di buona parte dell’umanità, di una pace vera e duratura fra i due popoli del Medio Oriente.

Sembra essersi manifestato quello che è certamente un prerequisito indispensabile: la volontà ferma e comune dei due leader delle controparti, di raggiungere questo obiettivo.

Sia il premier israeliano Olmert, sia il leader dell’ Anp Abu Mazen infatti condividono l’obiettivo comune di dare vita a due Stati sovrani per dare un volto nuovo a quelle terre martoriate dalla cui convivenza pacifica si delineerà il nuovo futuro del Medio Oriente.

Passo decisivo sarà la prima riunione della Commissione congiunta Israelo-Palestinese che avvierà le proprie attività il prossimo 12 dicembre.

I due leader avranno poi incontri settimanali per assicurare continuità e rigore al processo di pace.

Nessuna illusione su quanto tale processo non nasconda insidie e su quante difficoltà saranno di ostacolo: infatti in seno ad Hamas parlano già di “discorsi inutili” , mentre l’ Iran dichiara che “non cambierà la sua posizione”.

Ma un primo grande passo è rappresentato dal fatto di lavorare insieme, concretamente, per il bene comune ed i leader hanno espresso questa ferma volontà.

Una riflessione che ci riguarda. Ieri sera l’onorevole Casini – ospite di Giuliano Ferrara – ha fatto questa considerazione: visto che la situazione italiana è pressoché drammatica, perché non invocare un governo di larghe intese in cui i leader, incuranti dei voti (è una novità?), si impegnino nel perseguire obiettivi prioritari con la dedizione e l’operosità di chi si muove per il bene della collettività?

Strano, pensavamo fosse tra i doveri imprescindibili di chi abbiamo eletto, ma, pazienza, se cominciassero a farlo ci accontenteremmo ugualmente.

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