domenica 25 novembre 2007

Giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne

di Virginia Fiume da Milano



Nel 1981 a Bogotà, durante l'Incontro femminista latinoamericano dei Caraibi venne fissata la data del 25 novembre come "giornata mondiale contro la violenza sulle donne". In memoria delle sorelle Mirabal, compagne di dissidenti della Repubblica Domenicana al regime militare del dittatore Trujillo: le tre un giorno in cui stavano andando a trovare in carcere i loro compagni vennero intercettate da agenti dei servizi segreti e violentate e torturate, e infine uccise. Quel giorno era il 25 novembre 1960.

In Italia ieri si è tenuta una grande manifestazione a Roma. Una manifestazione cui hanno partecipato 100.000 donne, per attirare l'attenzione e gridare tutta la rabbia di una parte della popolazione, non solo italiana, ma anche mondiale, che vede le violenze, gli abusi e le molestie come prima causa di morte. Il 52 % della popolazione mondiale.
Sì, perchè essere donna può significare anche questo: morire per la violenza.
Per questo è stata organizzata una manifestazione per dire che la violenza da parte degli uomini "non è un problema strutturale, insito nelle relazione tra uomini e donne in un sistema patriarcale come il nostro", per dire che le donne "non ci stanno in un pacchetto violenza, vogliono cultura del rispetto".
Per chiedere al Governo di finanziare le Case delle Donne, i Centri Antiviolenza, la rete dei servizi sociali.
Nelle file delle manifestanti c'erano centinaia di donne musulmane e rom, perchè la violenza anche tra le file dei loro uomini si annida, e il caso di Hina, sgozzata dal suo stesso padre perchè troppo occidentale, è forse quello più impressionante. Senza pensare alle centinaia di migliaia di donne vittime dell'infibulazione, invisibile offesa alla dignità femminile.


anni '70 (archivio fotografico partito radicale)

Mancava qualcuno però tra le file delle manifestanti. Gli uomini.
Nonostante un acceso dibattito sui blog delle associazioni organizzatrici si è deciso di tenere fede all'idea iniziale, una manifestazione di sole donne per le donne.
Per riconoscere la propria autonomia e la propria indipendenza, per dire a tutti "ce la possiamo fare da sole", per non dare agli uomini l'"ennesima stampella. Se vogliono possono organizzare contro manifestazioni o una manifestazione in qualunque altro giorno dell'anno".
Una rabbia grande, che forse fa perdere di vista l'importanza di essere uniti senza colori bandiere e generi per il raggiungimento degli obiettivi. La stessa rabbia che ha accecato la minoranza di donne che hanno spinto Stefania Prestigiacomo e Mara Carfagna ad abbandonare il corteo.
O la Bindi e la Pollastrini a non intervenire sul palco. Tutte considerate, per diverse ragioni, "traditrici". Non compagne, non donne, non persone che ricoprono quei ruoli istituzionali che, forse, sono l'unica piccola possibilità di cambiamento politico.
Sicuramente un errore anche dal punto di vista culturale.

Io personalmente preferisco l'approccio della "lettera aperta alla piazza delle donne"pubblicata su Aprileonline da alcuni giovani degli anni '80, che si reputano figli della rivoluzione sessuale e del femminismo, e che dicono: "Siamo cresciuti nella convinzione che uomo e donna siano due entità complementari e che il cambiamento culturale necessario si possa produrre solo attraverso l'azione comune".

Insomma, dopo la cacciata delle traditrici viene da sperare che si possa continuare a credere nella forza dirompente delle azioni comuni. O che chi ci crede non perda la voglia di lottare per questo approccio mentre diventa grande.
Almeno le donne.


La lettera alla piazza delle donne dei giovani di Aprileonline
http://www.aprileonline.info/5212/lettera-aperta-alla-piazza-delle-donne


La risposta di Olivia Fiorilli "Perchè una manifestazione di donne per donne"
http://www.womenews.net/spip3/spip.php?article1202


Il dibattito sul sito CONTROVIOLENZADONNE sull'opportunità o meno della partecipazione maschile
http://controviolenzadonne.freewordpress.it/2007/10/27/sommovimento-femminista/

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie Gilla.
Finalmente una donna che prende una posizione precisa e netta, senza giustificazioni di sorta, nei confronti di un episodio che purtroppo non è 'solo' un episodio (la cacciata delle donne -DONNE- che stanno inParlamento e al Governo) ma il sintomo di comportamenti che danno da pensare.
E il discorso si può estendere anche alla decisione, a mio avviso stupida e inutile, di escludere gli uomini dal corteo, come se il fatto di appartenere a un sesso significhi inevitabilmente essere complici, se non mandanti, delle bestie che massacrano di botte mogli, figlie, e chiunque solo per il fatto di appartenere all'altro sesso (cosa che nelle teste di queste bestie significa 'autorizzazione a comportamenti ignobili, tanto non siamo in presenza di esseri degni di rispetto...').
Purtroppo questo atteggiamento di intolleranza verso gli uomini si incontra in alcuni luoghi dove le donne si riuniscono a discutere tra loro, e non permettono a nessun uomo la possibilità di esprimere un parere sulla questione 'donna'. Non ne sono degni, non sanno di cosa si parlano, e quando non danno ragione a prescindere sono additati come possibili stupratori. Sono visibili discussioni spiacevoli di questo tipo in alcuni blog gestiti da donne che mascherano una vilenza assurda dietro una sacrosanta lotta per le pari opprtunità autentiche e per il rispetto.
Francamente io non credo ci possa essere rispetto da parte di chi non riesce a concederlo per prima.
ho scoperto tardi cosa sono le discriminazioni sessuali, le conosco bene e so anche che spesso sono le stesse donne
(in genere donne insicure, che conquistano il potere e se lo fanno andare alla testa) a discriminare le altre donne, soprattutto se sono più carine o più in gamba, e peggio ancora quando i due elementi convivono.
Sono cresciuta senza pensare che gli uomini fossero esseri superiori o inferiori o da non rispettare, convinta che stupidità e intelligenza non facciano distinzione di genere.
E come non sopporto gli uomini che non rispettano le donne, ho lo stesso rigetto per le donne che si comportano allo stesso modo con l'altro sesso.
Probabilmente sono un po' sconnessa, ma già ieri ho avuto un moto di rigetto a sentire il resoconto della manifestazione. Oggi i commenti di alcune donne che danno ragione a chi scorda le più elementari regole di una democrazia scritte per tutti i cittadini mi fanno rabbrividire e penso che prima di avere un mondo dove le differenze di genere saranno finalmente superate dovremo aspettare forse i nostri pronipoti. E la tristezza è che anche le donne si dovranno assumere un bel po' di colpa.

Anonimo ha detto...

Cara Giuliana, io credo che per fortuna ci sono quelli che ragionano come noi, come i ragazzi della lettera aperta alla piazza delle donne. Secondo me è quest'unione che genererà il cambiamento.
MI rendo conto che la rigidità di certe "femministe vecchio stampo", e lo dico senza intento denigratorio, può rappresentare in modo forte che cosa si pensa di certi uomini, ma escludere non è mai un'arma vincente secondo me in democrazia.
E allontanare la politica è l'errore più stupido che si possa fare...lo dice bene anche BR1 nell'articolo sull'altro blog (quoterosashokking.splinder.com)
Mamma mia, meno male che ci siamo noi!!! :-)