martedì 20 novembre 2007

Giornata mondiale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza- Stiamo attenti anche ai nostri bambini

di Claudia Clerici da Milano

Il 20 novembre del 1989 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, entrata in vigore il 2 settembre 1990. Si tratta di un documento che propone anche per i minori tutti quei diritti e libertà attribuiti agli adulti, ovvero i diritti civili, politici, sociali, economici e non ultimi quelli culturali.

La Convenzione rappresenta senza dubbio lo strumento normativo internazionale più importante e completo in materia di promozione e tutela dei diritti dell'infanzia ed è giuridicamente vincolante per gli Stati che la ratificano, cosa che L'Italia ha fatto il 27 maggio 1991 con la legge n. 176.

Per celebrare questa data il mondo dell’associazionismo organizza da anni iniziative di varia natura per sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti del nostro futuro, prestando attenzione soprattutto ai bambini costretti a vivere in condizioni di povertà estrema, che lavorano e trascorrono le loro giornate in scenari di guerra e conflitti.

È giusto che oggi (e spererei anche gli altri giorni dell’anno) si pensi a loro, ma credo si dovrebbe riflettere anche su quella grande massa di bambini che abita le nostre città.

Lungi da me il voler paragonare condizioni di vita diametralmente opposte, ma vorrei riflettere anche su un altro tipo di violenza che velatamente, ma sempre efficacemente, intacca alla radice la possibilità di vivere pienamente ciò che l’infanzia ha in sé.

Molto spesso, camminando per Milano, capita di vedere bambini vestiti di tutto punto che parlano come dei libri stampati e che probabilmente hanno un organizer o un’agenda elettronica personale dove segnare lezioni di piano, calcio, danza classica, karate e chi più ne ha più ne metta. Insomma tutto quanto i genitori ritengono possa contribuire a renderli adulti più sofisticati e interessanti, senza aver mai chiesto loro se magari non siano più interessati alle biglie.

Gruppi di piccoli Billy Elliot che nascondono i loro sogni tra le pagine dei libri di scuola e che magari preferirebbero passare un pomeriggio di noia. E se ai nostri occhi di adulti maratoneti questo potrebbe sembrare un’eresia, sicuramente potrebbe rivelarsi una risorsa: chissà mai che nasca l’occasione di vagabondare in qualche cortile di cemento e magari scoprire un quadratino di terra, fare una buca, trovare un lombrico, osservarne il movimento…

www.unicef.it


www.azzurro.it

http://www.admin.ch/ch/i/rs/0_107/

http://www.centroteatroattivo.it/centroteatroattivo/dizione.jsp?tab=courses&fld=id_course&id=167

2 commenti:

Anonimo ha detto...

E' quello che vado predicando anch'io da anni e che molti genitori che vogliono vivere una seconda vita attraverso i figli,non capiscono, come non lo possono capire gli insegnanti che caricano di compiti i nostri ragazzi e, men che meno, gli allenatori dei vari sport, soprattutto quelli di calcio.

Fidatevi, ne ho moooolta esperienza.

Anonimo ha detto...

Claudia, hai perfettamente ragione: il tempo libero diventa un'agenda piena di appuntamente fin da piccoli e poi, una volta adulti, si scopre di non essere piú capaci di sognare davanti ad una pagina vuota....